Enel Brindisi, assurdo chiedere riduzioni carbone
BRINDISI - Continuiamo a pensare che certe iniziative abbiano il solo scopo di fare continue campagne elettorali e prendere in giro i lavoratori, le loro famiglie, la popolazione. Chiedere la chiusura della centrale Edipower e la riduzione del carbone e la riconversione a gas della centrale Enel Federico II è assolutamente irresponsabile e fuori da ogni umana logicità.
Innanzitutto venga chiarito cosa si intende fare con il personale Edipower, evitando però la solita tarantella del trasferimento dei lavoratori a Cerano dove si chiede la riconversione a gas e quindi la chiusura.
Sfugge ai signori del NO che già la crisi dei consumi e le fonti rinnovabili hanno di fatto determinato una drastica riduzione della produzione delle centrali termoelettriche, comprese quelle a carbone. A che serve quindi chiedere ancora riduzioni se non a fare mera propaganda?
Ricordiamo poi per l’ennesima volta che in una centrale a gas lavorano in media una trentina di persone, in alcune anche meno, mentre l’indotto è ridotto all’osso. Nella Federico II lavorano più di mille persone. Chiederne la conversione a gas equivale a chiedere l’esubero di almeno 800 lavoratori e molto probabilmente la sua chiusura perché in un mercato come l’attuale un’ennesima centrale a gas non entrerebbe in funzione quasi mai.
Gli obiettivi del Comitato Energia Ambiente e Territorio non sono quelli di barattare il lavoro con l’ambiente. Il comitato chiede alle aziende investimenti per la riduzione dell’impatto ambientale. Lo ha fatto Enel investendo 500 milioni di euro per l’ambiente negli ultimi anni, migliorando i sistemi ambientali, lavorando alla realizzazione di un carbonile coperto. Sta cercando di farlo Edipower con un progetto industriale che prevede, tra l’altro, la riduzione delle emissioni.
Non si può auspicare la realizzazione di impianti improduttivi o la costruzione di cattedrali nel deserto. Certa politica scellerata sta creando danni immani al nostro territorio, rovinandone l’immagine e uccidendo il poco lavoro che rimane. Certamente le disgrazie che stanno colpendo ultimamente il nostro territorio sono la dimostrazione del fatto che non possiamo permettercelo.
A riferirlo in una nota Carlo Depunzio, Presidente Comitato Energia Ambiente e Territorio.
Innanzitutto venga chiarito cosa si intende fare con il personale Edipower, evitando però la solita tarantella del trasferimento dei lavoratori a Cerano dove si chiede la riconversione a gas e quindi la chiusura.
Sfugge ai signori del NO che già la crisi dei consumi e le fonti rinnovabili hanno di fatto determinato una drastica riduzione della produzione delle centrali termoelettriche, comprese quelle a carbone. A che serve quindi chiedere ancora riduzioni se non a fare mera propaganda?
Ricordiamo poi per l’ennesima volta che in una centrale a gas lavorano in media una trentina di persone, in alcune anche meno, mentre l’indotto è ridotto all’osso. Nella Federico II lavorano più di mille persone. Chiederne la conversione a gas equivale a chiedere l’esubero di almeno 800 lavoratori e molto probabilmente la sua chiusura perché in un mercato come l’attuale un’ennesima centrale a gas non entrerebbe in funzione quasi mai.
Gli obiettivi del Comitato Energia Ambiente e Territorio non sono quelli di barattare il lavoro con l’ambiente. Il comitato chiede alle aziende investimenti per la riduzione dell’impatto ambientale. Lo ha fatto Enel investendo 500 milioni di euro per l’ambiente negli ultimi anni, migliorando i sistemi ambientali, lavorando alla realizzazione di un carbonile coperto. Sta cercando di farlo Edipower con un progetto industriale che prevede, tra l’altro, la riduzione delle emissioni.
Non si può auspicare la realizzazione di impianti improduttivi o la costruzione di cattedrali nel deserto. Certa politica scellerata sta creando danni immani al nostro territorio, rovinandone l’immagine e uccidendo il poco lavoro che rimane. Certamente le disgrazie che stanno colpendo ultimamente il nostro territorio sono la dimostrazione del fatto che non possiamo permettercelo.
A riferirlo in una nota Carlo Depunzio, Presidente Comitato Energia Ambiente e Territorio.
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