F1: in India Vettel vince il quarto titolo mondiale consecutivo, per Alonso un'altra stagione da dimenticare



di Piero Ladisa - Game over. E' calato il sipario sul titolo iridato 2013. Non sulla stagione, visto che al termine mancano ancora tre gare, ma poco importa. Il verdetto è stato emesso ed anche quest’anno non c’e’ stata storia. Sebastian Vettel con il trionfo nel GP d’India si è laureato campione del mondo per la quarta volta consecutiva. Un titolo strameritato, netto, vinto da dominatore assoluto.
Il pilota di punta della Red Bull ha raggiunto così Juan Manuel Fangio e Michael Schumacher, unici in precedenza a trionfare sui rivali per quattro anni di fila. In India ha fatto festa anche la scuderia di Milton Keynes che centra, anch'essa, la quarta affermazione consecutiva nei costruttori.
Se si pensa alla giovane età del talento di Heppenheim (26 anni) è facile immaginare come altri record, ottenuti a fatica dai suoi predecessori, abbiano i minuti contati. Difatti nessuno dei grandi della F1 ha conquistato così in “tenera età” lo stesso numero di titoli e vittorie. Già al termine della stagione, Cannibal-Vettel potrebbe aggiornare nuovamente le statistiche, facendo suoi altri due record. Il primo, tra i più longevi di questo sport, è relativo alle 9 vittorie consecutive ottenute da Alberto Ascari tra il 1952 e il 1953. Il tedesco attualmente è fermo a quota 6. Il secondo è quello delle 13 vittorie in stagione centrate da Kaiser Schumi nel 2004. Seb ne ha ottenute 10.
Decisiva, ai fini dell’assegnazione iridata, la seconda parte di campionato del tedesco a dir poco mostruosa. Dalla gara del Nürburgring, grazie anche alla decisione della Pirelli di riproporre pneumatici con struttura 2012 dopo i problemi di delaminazione verificatisi nel GP di Gran Bretagna, Vettel ha ottenuto 7 successi e un terzo posto. Numeri incredibili, impressionanti. Nessuno, tranne Lewis Hamilton a Budapest, è riuscito ad arginare il Monopolio di Seb.
Se c’e’ un Vettel che ride c’e’ un Alonso che piange. Per il quarto anno consecutivo lo spagnolo ha dovuto alzare bandiera bianca, inchinandosi al trionfo del tedesco. Se nel 2010 e 2012 il pilota del Cavallino ha combattuto sino all’ultima gara per il titolo, quest’anno (come nel 2011) ha dovuto abbandonare i propositi iridati a stagione ancora in corso. Non sono mancati momenti di tensione tra Alonso e la Ferrari per via di una monoposto poco competitiva sia in qualifica che in gara, eccezion fatta per qualche raro week-end. ‹‹Cosa vorrei per il compleanno? Semplicemente un'altra macchina, quella degli altri ››, questa la dichiarazione seccata di Alonso al termine del GP d’Ungheria. La risposta della Ferrari non si fece attendere con Montezemolo che replicò: ‹‹ La Ferrari viene prima degli interessi personali ››.
A Maranello, da un po’ di anni a questa parte, manca inventiva a livello aerodinamico che non sta permettendo alla Rossa di lottare ad armi pari con la concorrenza. Basti pensare al genio di Adrian Newey che, stagione dopo stagione, riesce sempre a progettare  monoposto competitive che permettono alla Red Bull e a Vettel di dominare in lungo e in largo. Su questa linea si pone l’ingaggio, dal 1 settembre scorso, di James Allison in Ferrari  come responsabile della progettazione della monoposto. L’apporto dell’ingegnere inglese sarà fondamentale in vista del 2014 che si preannuncia come l’ennesimo anno zero della F1, con un nuovo regolamento che prevede tra l'altro il ritorno nel circus dei motori turbo.
Ritornando all'annata in corso, a tre gare dal termine, Alonso e la Ferrari devono salvare il salvabile. Lo spagnolo, infatti, deve difendere con le unghie e con i denti il secondo posto nel mondiale piloti; invece la scuderia del Cavallino deve riprendersi la seconda piazza nei costruttori, persa al termine del GP indiano nei confronti della Mercedes.

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