“Francesco? Con umiltà ai piedi del trono di Pietro”

di Francesco Greco. ROMA - “Caro Papa Francesco, ti scrivo…”. Firmato Roberto Panico. Il Pontefice venuto da una terra lontana e bellissima, l’Argentina, era assiso al soglio di Pietro da poche ore (era il 13 marzo scorso) e già l’artista (nato a Racale, nel Leccese, ma da una vita residente a Roma dove per 20 anni ha gestito una galleria d’arte in piazza del Popolo) inviava in Vaticano alcuni sms.

   Ecco quello del giorno successivo alla fumata bianca (14 marzo): “Francesco mi dà la sensazione di una sorgente di acqua cristallina nel deserto più arido della Terra”. Con l’istinto sottile dell’artista, coglie la novità epocale dinanzi agli occhi del mondo e della Storia, anche nel modo di essere a capo della cristianità. E’ colpito dal suo “modo di parlare, la semplicità che richiama quella di Cristo e dall’umiltà, segno di intelligenza, di apertura al mondo e all’uomo”.
   Altro sms, stessa destinazione, qualche giorno dopo (il 19): “Ascoltandolo, possiamo tutti pensare che pur apprezzando e rispettando i suoi predecessori, Papa Francesco è un reale, vero apostolo di Gesù: è il 13° apostolo mandato da Dio in un momento arido dell’animo dell’uomo”. Panico è affascinato dal suo modo di comunicare concetti complessi in maniera spontanea quanto efficace e il 27 marzo, sempre via cellulare, inoltra verso le Sacre Mura un terzo messaggio: “Francesco è il 13° apostolo del XXI secolo: senza alcun dubbio, una luce di fede per la contemporaneità”.

   A questo punto è naturale chiedersi: perchè l’artista pugliese è portatore di questa sensibilità verso le tematiche della spiritualità? E’ subito detto: da mezzo secolo Panico coltiva il sogno della “Polis Universale” (nella foto), un luogo di culto, di incontro e di confronto di tutte le fedi che esistono sul pianeta, problematica sempre più attuale mentre alle nostre porte da anni premono quotidianamente migliaia di diseredati da tutti i continenti, portatori di altre culture, storie, spiritualità.

   L’idea nacque da una “visione” avuta il giorno di marzo in cui compì 16 anni (era il 1965), quando viveva ancora nel Salento e a Torre Suda, il mare di Racale (sullo Jonio, fra Gallipoli e S. Maria di Leuca), vide una colonna d’acqua sollevarsi e poi dirigersi al largo in direzione delle coste della Calabria. Aggiunge Panico: “E’ un monumento simbolo dell’accoglienza, la pace nel mondo, il progresso per il III Millennio”.

'Polis universale', R.Panico
   In questi anni l’idea, nelle sue sfaccettature e infinite implicazioni filologiche ed estetiche, è stata presentata ai capi di tutte le religioni del mondo. Il bozzetto è stato benedetto (www.orgogliosud.it) da Giovanni Paolo II  (cristiani), il Rabbino Capo Elio Toaff (ebraica), Anastasio II Patriarca di Mosca (ortodossa), il Dalai Lama, l’imam della Moschea di Roma Mahmud Hammad Shwajta (musulmana).

   L’’artista pensa a due progetti: uno, altezza circa 100 metri, in quartiere di Roma e un altro in Salento, esattamente dove lo “vide” circa 50 anni fa. In questi mesi ha avuto un’accelerazione. Continua il pour-parler col Comune di Roma e quello di Racale. Un anno fa, a Torre Suda, c’è stato il sopralluogo di un geologo, Marcello De Donatis, che ha fugato i dubbi sulle fattibilità dell’opera in quell’area: la scogliera lo consente. Mentre un architetto pugliese, Luigi Nicolardi (laurea a Venezia, già sindaco di centrosinistra di Alessano, Lecce, per 2 legislature) è al lovoro sui preliminari del progetto: materiali, misure,  ecc. Presto l’incartamento “Polis Universale” sarà sulle scrivanie istituzionali per essere esaminato e per la ricerca dei finanziamenti per l’apertura dei cantieri e l’esecuzione dei lavori. Il sogno di tanti anni fa di un ragazzo pugliese sta per giungere al capolinea e divenire una splendida realtà.

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