La vittoria di Letta: fiducia al Senato e alla Camera. Debacle del Cav

(Foto: Enrico Letta esulta dopo la fiducia ottenuta al Senato)
(GUARDA VIDEO) ROMA -  "L'essenziale è che il governo ha superato la prova, vinto la sfida innanzitutto per la serietà e la fermezza dell'impostazione sostenuta dal Presidente del Consiglio dinanzi alle Camere". Lo riferisce in una nota il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
"In quanto alla prospettiva che si apre in uno scenario politico in via di mutamento, chiaramente il Presidente del Consiglio e il governo non potranno tollerare che si riapra un quotidiano gioco al massacro nei loro confronti", conclude Napolitano.

Serve un "Governo in grado di affrontare tre emergenze"che erano alla base dell'esecutivo nato ad aprile e che "sono ancora qui". Lo ha detto il premier Enrico Letta iniziando il suo discorso sulla fiducia alla Camera. ''Possiamo anticipare il cronoprogramma sulle riforme, celebrando il referendum in 12 mesi'', ha detto il premier alla Camera, spiegando che ''avendo proposto un impianto di riforma costituzionale equilibrato, funzionante e che non deve far paura a nessuno perchè non stravolge i principi costituzionali''. ''Siamo ancora dentro la crisi, pesantemente e i dati sulla disoccupazione giovanile sono lì a ricordarcelo'', ha spiegato il premier. Nella legge di stabilità "il cuore di tutto sarà la riduzione delle tasse sul lavoro" e del "cuneo fiscale" ed in particolare "la riduzione delle tasse per dare finalmente sollievo ai lavoratori" per rendere più pesante la busta paga. Lo afferma il premier Enrico Letta, a Montecitorio.

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Letta ha ottenuto fiducia dal Senato. Il Senato ha confermato la fiducia al governo Letta con 235 sì e 70 no. Nelle file del Pdl ha votato no alla fiducia Vincenzo D'Anna. Non hanno, invece, risposto alla chiama alcuni "falchi": tra questi Sandro Bondi, Augusto Minzolini, Rocco Crimi, Manuela Repetti, Alessandra Mussolini e Francesco Nitto Palma.

Anche la Camera in serata ha confermato la fiducia al governo Letta con 435 sì e 162 no. La votazione arriva dopo il precedente voto positivo raccolto dal governo al Senato.

La vignetta di Pier Francesco Uva
CAV SI ARRENDE AI NUMERI - Silvio Berlusconi si arrende ai numeri e alla fine è costretto in extremis e 'obtorto collo' a votare la fiducia al governo Letta che incassa quasi il pieno di voti, se se si escludono gli assenti e qualche senatore che ha annunciato il suo no. Nel Pdl non c'è solo una fronda, ma una spaccatura profonda che lo avrebbe portato a certificare una sconfitta politica fino a qualche giorno fa inimmaginabile. E che potrebbe decretare il definitivo passaggio del testimone nel centrodestra a favore di Angelino Alfano. Tutto avviene a palazzo Madama, nelle concitate ore che precedono il voto e in una girandola di colpi di scena e sterzate improvvise del Cavaliere. Per la verità, che qualcosa sia cambiato lo si capisce quando, all'arrivo a palazzo Madama, l'ex premier mette le mani avanti: "Fiducia? Vediamo, ascoltiamo Letta".

"Votiamo la fiducia a Letta". Lo ha annunciato Silvio Berlusconi. ''Mettendo insieme le aspettative e il fatto che l'Italia ha bisogno di un governo che produca riforme istituzionali e strutturali abbiamo deciso non senza interno travaglio per il voto di fiducia'', ha detto nel suo intervento al dibattito sulla fiducia al governo Letta al Senato.

E' breaking news per la Bbc l'annuncio di Silvio Berlusconi di votare la fiducia. La notizia apre la home page del sito Internet della tv britannica che titola : L'ex primo ministro Silvio Berlusconi fa marcia indietro''.

Segnali incoraggianti per la fiducia al governo Letta. Sono 23 i sostenitori della risoluzione della maggioranza per sostenere il governo Letta. Le firme - a quanto si apprende - sono quelle di senatori del Pdl e del gruppo Gal (Giustizia e libertà). Non è escluso - sempre secondo quanto si apprende - che potrebbero aggiungersi altri senatori. La risoluzione per chiedere il voto di fiducia per il governo è firmata da 23 senatori del Pdl e Gal.

Con la mozione di fiducia al Governo, il premier Letta ha raggiunto il quorum teorico al Senato. Infatti il presidente del Consiglio parte da una base di 137 voti (escluso quello del presidente del Senato che per tradizione non vota), ai quali si aggiungono i 5 dei senatori a vita ed i 4 annunciati dai fuoriusciti M5S. In questo modo il governo supera abbondantemente la fatidica 'quota 161' necessaria a Palazzo Madama assestandosi intorno a quota 170.

Tra i 'dissidenti' del Pdl che hanno firmato la risoluzione da votare per la fiducia al governo ci sono anche il capogruppo del Pdl in Giunta per le Immunità del Senato Nico D'Ascola e l'ex relatore del caso Berlusconi Andrea Augello.
Berlusconi, Alfano e Letta

LETTA NEL SUO DISCORSO, NON VOGLIAMO NUOVE TASSE - "Non vogliamo nuove tasse" e "vogliamo mettere il contenimento della spesa pubblica al centro della Legge di stabilità per il 2014". Lo ha detto Enrico Letta al Senato. "Questi 5 mesi di governo - ha aggiunto rivolgendosi indirettamente a Berlusconi - hanno già determinato un primo significativo sollievo fiscale. A chi polemizza, faccio presente che grazie al governo sono state pagate meno tasse per 3 miliardi. Anche questi sono fatti, non rinvii''.

Secondo Letta se si tornasse al voto con il Porcellum ''ci troveremmo di nuovo con le larghe intese perché non si produrrebbe una chiara maggioranza''.

''Oggi in poco tempo possiamo riformare la politica: i provvedimenti sono all'esame del Parlamento, se rapidamente discussi faremo una svolta con la pubblica opinione. Il tempo di attesa è scaduto''. Così il premier Enrico Letta nel discorso al Senato.

Per il premier è inoltre possibile in "12 mesi" chiudere il percorso di riforma della carta costituzionale''.

PDL, VERSO FORMAZIONE GRUPPO 'NUOVA ITALIA' - Fervono i contatti tra le cosiddette colombe del Pdl per dar vita a dei gruppi autonomi e sostenere il governo Letta in dissenso da Silvio Berlusconi. Al di là delle adesioni, chi si sta occupando di organizzare la scissione, avrebbe già pronto il nome 'Nuova Italia' con cui battezzare il nuovo soggetto politico. IL FUORIONDA CHOC - Un fuorionda dell'ex premier Silvio Berlusconi a Piazzapulita fa scoppiare un nuovo caso politico. Al telefono il Cavaliere parla di un intervento del Colle sulla sentenza Lodo Mondadori. Delirante diffamazione, la definisce il Quirinale. "Pura fantascienza", dice la Cassazione. Clima sempre più teso intanto nel Pdl, con le colombe che minacciano l'uscita e valutano il sì ad un eventuale Letta-bis. 

SCHULZ, ENORMI TURBOLENZE SE LETTA CADE - "Una caduta del governo creerebbe enormi turbolenze politiche e sui mercati finanziari" non solo in Italia ma in tutta Europa. Lo dice Martin Schulz in un'intervista esclusiva all'ANSA. "Faccio un appello ai colleghi del Parlamento: riflettano bene, abbiamo tutti insieme una responsabilità verso l'Europa". E' uno dei messaggi lanciati dal presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo "Letta ed il suo governo - ha aggiunto - hanno avuto grande successo per riconquistare la fiducia verso l'Italia, soprattutto sui mercati finanziari. Non bisogna giocarsi, a causa di interessi molto particolari, quello che il governo ha riconquistato". Osservando che in Europa e in Italia è in corso "un modesto raddrizzamento economico che può portare più lavoro soprattutto ai giovani", il presidente del Parlamento Europeo aggiunge: "Ogni elemento che possa frenare questo processo è assolutamente superfluo. Dunque tutti quelli che domani voteranno per un governo stabile sosterranno il processo di rilancio in Europa".

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