ROMA - "Gli ultimi risvolti delle indagini della procura di Taranto sono un atto di accusa gravissimo nei confronti di un'intera classe politica che negli ultimi anni non ha fatto quello che avrebbe dovuto fare e che invece ha dovuto la magistratura". Lo dichiara il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, nel corso di una conferenza stampa a Taranto nella sede del movimento 'Taranto Respira'.
"Si tratta di quella stessa classe politica che faceva a gara per dire che i livelli d'inquinamento a Taranto si erano ridotti mentre la Procura indagava -aggiunge Bonelli-Dalla conclusione delle indagini emerge con assoluta evidenza la responsabilita' politica e morale per quello che la politica doveva fare e non a fatto a cominciare dall'indagine epidemiologica".
"Indagine che abbiamo chiesto per ben due volte -racconta Bonelli- senza ricevere nessuna risposta e che poi ha fatto la Procura, inchiodando l'Ilva alle sue responsabilita'".
"Sono tante le cose cui fare chiarezza -continua Bonelli- dalla legge regionale anti-diossina bella sulla carta ma mai applicata perchè non c'è mai stato il monitoraggio in continuo alla Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) approvata nel 2011 che consentiva all'Ilva di raddoppiare la produzione fino al decreto sul BenzoApirene che fissava i limiti ad un nanogrammo pre metro cubo nonostante questo limite fosse già prevista da una legge statale del 1999 ma mai presa in considerazione".
"Non entriamo nel merito degli avvisi di garanzia ma se i magistrati dovessero decidere per la richiesta di rinvio a giudizio chi ha incarichi istituzionali dovrebbe trarne immediatamente le conseguenze e dimettersi -conclude Bonelli- Questo e' l'unico modo per restituire un briciolo di fiducia nelle istituzioni ai cittadini di Taranto che da anni vivono con l'incubo dell'inquinamento e dei veleni di cui la politica ha deciso di non occuparsi".
"Si tratta di quella stessa classe politica che faceva a gara per dire che i livelli d'inquinamento a Taranto si erano ridotti mentre la Procura indagava -aggiunge Bonelli-Dalla conclusione delle indagini emerge con assoluta evidenza la responsabilita' politica e morale per quello che la politica doveva fare e non a fatto a cominciare dall'indagine epidemiologica".
"Indagine che abbiamo chiesto per ben due volte -racconta Bonelli- senza ricevere nessuna risposta e che poi ha fatto la Procura, inchiodando l'Ilva alle sue responsabilita'".
"Sono tante le cose cui fare chiarezza -continua Bonelli- dalla legge regionale anti-diossina bella sulla carta ma mai applicata perchè non c'è mai stato il monitoraggio in continuo alla Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) approvata nel 2011 che consentiva all'Ilva di raddoppiare la produzione fino al decreto sul BenzoApirene che fissava i limiti ad un nanogrammo pre metro cubo nonostante questo limite fosse già prevista da una legge statale del 1999 ma mai presa in considerazione".
"Non entriamo nel merito degli avvisi di garanzia ma se i magistrati dovessero decidere per la richiesta di rinvio a giudizio chi ha incarichi istituzionali dovrebbe trarne immediatamente le conseguenze e dimettersi -conclude Bonelli- Questo e' l'unico modo per restituire un briciolo di fiducia nelle istituzioni ai cittadini di Taranto che da anni vivono con l'incubo dell'inquinamento e dei veleni di cui la politica ha deciso di non occuparsi".
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