(GUARDA VIDEO) - I militari della Guardia di Finanza di Taranto hanno iniziato a notificare in Puglia e in altre zone d'Italia l'avviso di chiusura delle indagini preliminari ad oltre 50 indagati dell'inchiesta per disastro ambientale a carico dell'Ilva. Il provvedimento riguarda dirigenti, funzionari e politici.
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VENDOLA INDAGATO -Vi è anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, tra gli indagati dell'inchiesta per disastro ambientale a carico dell'Ilva. Secondo quanto indicato negli atti dell'accusa nei mesi scorsi Vendola avrebbe tentato di ''far fuori'' il dg di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, figura 'sgradita' all'azienda.
Ma le tegole per l'azienda non finiscono qui. Quindici operai dell'Ilva questa mattina sono stati portati infatti in infermeria dopo aver avvertito sintomi di intossicazione per aver inalato fumi che si sono sprigionati dalla Siviera di emergenza della Colata a caldo dell'Acciaieria 1, probabilmente a causa di un incendio. Lo rende noto il coordinatore provinciale di Taranto dell'Usb (Unione sindacale di base) Francesco Rizzo.
I CAPIGRUPPO DELLA MAGGIORANZA, TOTALE ESTRANEITA' - 'Esprimiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura, il cui compito è quello di accertare la verità . A questo servono le indagini che, ne siamo certi, dimostreranno presto la totale estraneità degli esponenti del governo regionale e dei rappresentanti della maggioranza coinvolti negli accertamenti dei giudici sul caso Ilva''. Lo sottolineano i capigruppo della maggioranza nel Consiglio regionale della Puglia, Pino Romano (Pd), Michele Losappio (Sel), Angelo Disabato (Puglia per Vendola), Donato Pellegrino (Gruppo Misto) e Aurelio Gianfreda (Democratici autonomi). I presidenti dei Gruppi consiliari, sottolineano ''l'impegno del governo regionale sulla questione dello stabilimento siderurgico, teso esclusivamente a salvaguardare la salute dei cittadini e la tutela del lavoro''.
''Per questo - concludono - siamo sicuri che il presidente Vendola e le altre persone della maggioranza interessate dalle indagini, dimostreranno di essere al di sopra di ogni sospetto''.
VENDOLA, HO OPERATO PER IL BENE DI TARANTO - “Non vi sembri paradossale il fatto che, pure nel momento di grande turbamento, io continui a considerare di straordinaria importanza l’indagine della Procura di Taranto sull’inquinamento dell’Ilva in quella città ”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina in conferenza stampa dopo aver ricevuto da parte della Procura di Taranto, un avviso di conclusione delle indagini, con valore di informazione di garanzia, in merito alla vicenda Ilva.
“L’indagine della magistratura di Taranto – ha spiegato Vendola – l’ho considerata sin dall’inizio un momento storico, che ha provato a sancire un principio che in realtà è scritto negli articoli della nostra Costituzione, ma che è stato sistematicamente ignorato: il principio della responsabilità sociale dell’impresa. Responsabilità sociale che significa anche responsabilità nei confronti degli esercizi fondamentali, da parte dei cittadini, come il diritto alla salute e il diritto alla vita”.
Vendola si è detto, tuttavia, “molto turbato, soprattutto per una ragione: io ho l’orgoglio di aver guidato un’Amministrazione regionale che ha provato a scoperchiare la pentola, che è andata a mettere il naso laddove nessuno mai aveva messo il naso. È un fatto storico che la mia Amministrazione nel 2006 abbia raddoppiato gli organici dell’Arpa a Taranto, che abbia investito quasi mezzo milione di euro per acquistare quello spettrometro che consentiva le indagini sulle diossine. È un fatto storico che dal 1965 sino al 2006 non erano mai stati fatti monitoraggi in nessuno dei duecento camini dell’Ilva; come è un fatto storico che quando, nella primavera del 2008, abbiamo avuto i dati del monitoraggio, nell’autunno dello stesso anno abbiamo fatto, unici in Italia, la Legge antidiossina. È un fatto storico che, in solitudine e con il contrasto di rilevanti poteri del Paese, abbiamo dovuto tenere la schiena dritta di fronte ad un interlocutore che è un duro protagonista di un certo capitalismo, come Emilio Riva. È un fatto storico che, mentre il Governo nazionale, con il Decreto del 15 agosto 2010, spostava di due anni il tempo previsto per l’applicazione dei limiti emissivi del benzopirene, noi facemmo una Legge Regionale con cui imponemmo limiti che erano immediatamente applicativi delle Direttive comunitarie in materia. Ed è sempre un fatto storico che la lezione che traemmo da questa battaglia ci portò a varare una norma rivoluzionaria che è quella sulla valutazione di danno sanitario”.
Questi i fatti storici secondo il Presidente della Regione Puglia che “dimostrano che chi ha lavorato per questa Amministrazione lo ha fatto senza nessuna soggezione nei confronti di Riva. Vi è stato un solo punto di contrasto vero tra me e una parte della città di Taranto e dell’opinione pubblica, anche nazionale: la chiusura dell’Ilva. Non credo di essermi sbagliato su questo punto e mi sono sempre battuto contro l’idea della chiusura della fabbrica, ma per la riqualificazione ambientale dell’Ilva. Non ho mai voluto fare un passo indietro nei confronti di quella che mi pareva la sfida fondamentale. Per questo oggi, di fronte a un teorema accusatorio, che è ragione di dolore per il sottoscritto, non intendo minimamente perdere quella serenità che mi deriva dall’aver operato in piena coscienza, con amore per la città di Taranto”.
“Sono convinto – ha concluso Vendola – per la stima che nutro nei confronti della magistratura del capoluogo ionico, che non sarà difficile per noi e per me poter dimostrare che nel contrasto con ogni fenomeno di illegalità , la mia Amministrazione si è comportata senza ombre. La verità storica verrà presto ripristinata: se avessi operato piegando la mia coscienza sarei in grado di infliggere a me stesso la più dura delle pene”.
BLASI, FIDUCIA IN VENDOLA - Il consigliere e segretario regionale del Pd Sergio Blasi ha rilasciato le seguenti dichiarazioni. “Ho fiducia nella magistratura e nell’importante lavoro che in questi anni sta conducendo a Taranto nella vicenda Ilva. Ho fiducia nel fatto che il presidente Vendola, l’assessore Nicastro e il consigliere Pentassuglia sapranno chiarire tutti i fatti contestati e potranno velocemente recuperare la serenità necessaria per continuare a governare la Puglia.
Ho fiducia anche nel fatto che i funzionari coinvolti nell’inchiesta sapranno dimostrare che il proprio comportamento sia stato improntato per tutelare gli interessi dei cittadini.
In Puglia in questi anni è stata operata una svolta reale sui temi della sostenibilità ambientale delle attività industriali. E’ stato portato a maturazione un sentimento d’amore per il territorio e la sua tutela è diventata allo stesso tempo ragione di sviluppo.
Questa è stata, ed è, la politica della Regione Puglia guidata da Vendola, grazie anche al contributo determinante del Pd. A chi dal centrodestra si dichiara garantista, ma appare pronto allo sciacallaggio su un avviso di conclusione delle indagini, ricordo che quando il centrosinistra ha avuto il coraggio di approvare la prima legge anti-diossina in Italia, loro erano dall’altro lato della barricata. Anche a Roma, dove il ministro Prestigiacomo impugnò la stessa legge”.
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VENDOLA INDAGATO -Vi è anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, tra gli indagati dell'inchiesta per disastro ambientale a carico dell'Ilva. Secondo quanto indicato negli atti dell'accusa nei mesi scorsi Vendola avrebbe tentato di ''far fuori'' il dg di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, figura 'sgradita' all'azienda.
Ma le tegole per l'azienda non finiscono qui. Quindici operai dell'Ilva questa mattina sono stati portati infatti in infermeria dopo aver avvertito sintomi di intossicazione per aver inalato fumi che si sono sprigionati dalla Siviera di emergenza della Colata a caldo dell'Acciaieria 1, probabilmente a causa di un incendio. Lo rende noto il coordinatore provinciale di Taranto dell'Usb (Unione sindacale di base) Francesco Rizzo.
I CAPIGRUPPO DELLA MAGGIORANZA, TOTALE ESTRANEITA' - 'Esprimiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura, il cui compito è quello di accertare la verità . A questo servono le indagini che, ne siamo certi, dimostreranno presto la totale estraneità degli esponenti del governo regionale e dei rappresentanti della maggioranza coinvolti negli accertamenti dei giudici sul caso Ilva''. Lo sottolineano i capigruppo della maggioranza nel Consiglio regionale della Puglia, Pino Romano (Pd), Michele Losappio (Sel), Angelo Disabato (Puglia per Vendola), Donato Pellegrino (Gruppo Misto) e Aurelio Gianfreda (Democratici autonomi). I presidenti dei Gruppi consiliari, sottolineano ''l'impegno del governo regionale sulla questione dello stabilimento siderurgico, teso esclusivamente a salvaguardare la salute dei cittadini e la tutela del lavoro''.
''Per questo - concludono - siamo sicuri che il presidente Vendola e le altre persone della maggioranza interessate dalle indagini, dimostreranno di essere al di sopra di ogni sospetto''.
VENDOLA, HO OPERATO PER IL BENE DI TARANTO - “Non vi sembri paradossale il fatto che, pure nel momento di grande turbamento, io continui a considerare di straordinaria importanza l’indagine della Procura di Taranto sull’inquinamento dell’Ilva in quella città ”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina in conferenza stampa dopo aver ricevuto da parte della Procura di Taranto, un avviso di conclusione delle indagini, con valore di informazione di garanzia, in merito alla vicenda Ilva.
“L’indagine della magistratura di Taranto – ha spiegato Vendola – l’ho considerata sin dall’inizio un momento storico, che ha provato a sancire un principio che in realtà è scritto negli articoli della nostra Costituzione, ma che è stato sistematicamente ignorato: il principio della responsabilità sociale dell’impresa. Responsabilità sociale che significa anche responsabilità nei confronti degli esercizi fondamentali, da parte dei cittadini, come il diritto alla salute e il diritto alla vita”.
Vendola si è detto, tuttavia, “molto turbato, soprattutto per una ragione: io ho l’orgoglio di aver guidato un’Amministrazione regionale che ha provato a scoperchiare la pentola, che è andata a mettere il naso laddove nessuno mai aveva messo il naso. È un fatto storico che la mia Amministrazione nel 2006 abbia raddoppiato gli organici dell’Arpa a Taranto, che abbia investito quasi mezzo milione di euro per acquistare quello spettrometro che consentiva le indagini sulle diossine. È un fatto storico che dal 1965 sino al 2006 non erano mai stati fatti monitoraggi in nessuno dei duecento camini dell’Ilva; come è un fatto storico che quando, nella primavera del 2008, abbiamo avuto i dati del monitoraggio, nell’autunno dello stesso anno abbiamo fatto, unici in Italia, la Legge antidiossina. È un fatto storico che, in solitudine e con il contrasto di rilevanti poteri del Paese, abbiamo dovuto tenere la schiena dritta di fronte ad un interlocutore che è un duro protagonista di un certo capitalismo, come Emilio Riva. È un fatto storico che, mentre il Governo nazionale, con il Decreto del 15 agosto 2010, spostava di due anni il tempo previsto per l’applicazione dei limiti emissivi del benzopirene, noi facemmo una Legge Regionale con cui imponemmo limiti che erano immediatamente applicativi delle Direttive comunitarie in materia. Ed è sempre un fatto storico che la lezione che traemmo da questa battaglia ci portò a varare una norma rivoluzionaria che è quella sulla valutazione di danno sanitario”.
Questi i fatti storici secondo il Presidente della Regione Puglia che “dimostrano che chi ha lavorato per questa Amministrazione lo ha fatto senza nessuna soggezione nei confronti di Riva. Vi è stato un solo punto di contrasto vero tra me e una parte della città di Taranto e dell’opinione pubblica, anche nazionale: la chiusura dell’Ilva. Non credo di essermi sbagliato su questo punto e mi sono sempre battuto contro l’idea della chiusura della fabbrica, ma per la riqualificazione ambientale dell’Ilva. Non ho mai voluto fare un passo indietro nei confronti di quella che mi pareva la sfida fondamentale. Per questo oggi, di fronte a un teorema accusatorio, che è ragione di dolore per il sottoscritto, non intendo minimamente perdere quella serenità che mi deriva dall’aver operato in piena coscienza, con amore per la città di Taranto”.
“Sono convinto – ha concluso Vendola – per la stima che nutro nei confronti della magistratura del capoluogo ionico, che non sarà difficile per noi e per me poter dimostrare che nel contrasto con ogni fenomeno di illegalità , la mia Amministrazione si è comportata senza ombre. La verità storica verrà presto ripristinata: se avessi operato piegando la mia coscienza sarei in grado di infliggere a me stesso la più dura delle pene”.
BLASI, FIDUCIA IN VENDOLA - Il consigliere e segretario regionale del Pd Sergio Blasi ha rilasciato le seguenti dichiarazioni. “Ho fiducia nella magistratura e nell’importante lavoro che in questi anni sta conducendo a Taranto nella vicenda Ilva. Ho fiducia nel fatto che il presidente Vendola, l’assessore Nicastro e il consigliere Pentassuglia sapranno chiarire tutti i fatti contestati e potranno velocemente recuperare la serenità necessaria per continuare a governare la Puglia.
Ho fiducia anche nel fatto che i funzionari coinvolti nell’inchiesta sapranno dimostrare che il proprio comportamento sia stato improntato per tutelare gli interessi dei cittadini.
In Puglia in questi anni è stata operata una svolta reale sui temi della sostenibilità ambientale delle attività industriali. E’ stato portato a maturazione un sentimento d’amore per il territorio e la sua tutela è diventata allo stesso tempo ragione di sviluppo.
Questa è stata, ed è, la politica della Regione Puglia guidata da Vendola, grazie anche al contributo determinante del Pd. A chi dal centrodestra si dichiara garantista, ma appare pronto allo sciacallaggio su un avviso di conclusione delle indagini, ricordo che quando il centrosinistra ha avuto il coraggio di approvare la prima legge anti-diossina in Italia, loro erano dall’altro lato della barricata. Anche a Roma, dove il ministro Prestigiacomo impugnò la stessa legge”.