Ilva: in inchiesta Procura anche due infortuni mortali sul lavoro
TARANTO - Ci sono anche due infortuni mortali, avvenuti in azienda negli ultimi anni, quelli degli operai Claudio Marsella e Francesco Zaccaria, nell'inchiesta sull'Ilva nell'ambito della quale oggi la Procura della Repubblica di Taranto ha fatto notificare dalla Guardia di Finanza 53 avvisi di conclusione delle indagini valevoli come informazioni di garanzia.
Marsella, locomotorista, mori' schiacciato tra un respingente e un carro nel reparto Movimento ferroviario il 30 ottobre del 2012. Secondo la Procura l'infortunio fu determinato "da colpa generica consistita in imprudenza, negligenza e imperizia, nonche' per inosservanza di specifiche disposizioni per la prevenzione degli infortuni sul lavoro". L'accusa nei confronti dell'ex direttore dello stabilimento Adolfo Buffo, del capo area logistica operativa Antonio Colucci e del capo reparto Cosimo Giovinazzi e' di cooperazione in omicidio colposo.
Francesco Zaccaria si trovava nella cabina di una gru che stava operando nei pressi del molo e che fu investita da un tornado il 28 novembre 2012. La gru che, come scrivono i magistrati, "versava in pessimo stato di conservazione", venne trascinata "sino all'impatto contro il fine-corsa lato mare". Poi la cabina si sgancio' e cadde in acqua da un'altezza di 60 metri provocando la morte dell'operaio. Il corpo di quest'ultimo venne ritrovato in mare due giorni dopo sepolto dal fango. Anche in questo caso viene evidenziato che l'infortunio fu causato da "colpa generica consistita in imprudenza, negligenza e imperizia, nonche' per inosservanza di specifiche disposizioni per la prevenzione degli infortuni sul lavoro". In occasione del tornado ci furono altri due operai feriti in modo serio nella stessa area. L'accusa, per Buffo e Colucci, Giuseppe Di Noi e Giovanni Raffaelli, e' di omicidio colposo, e per tutti questi, escluso Raffaelli, anche di lesioni colpose.
Marsella, locomotorista, mori' schiacciato tra un respingente e un carro nel reparto Movimento ferroviario il 30 ottobre del 2012. Secondo la Procura l'infortunio fu determinato "da colpa generica consistita in imprudenza, negligenza e imperizia, nonche' per inosservanza di specifiche disposizioni per la prevenzione degli infortuni sul lavoro". L'accusa nei confronti dell'ex direttore dello stabilimento Adolfo Buffo, del capo area logistica operativa Antonio Colucci e del capo reparto Cosimo Giovinazzi e' di cooperazione in omicidio colposo.
Francesco Zaccaria si trovava nella cabina di una gru che stava operando nei pressi del molo e che fu investita da un tornado il 28 novembre 2012. La gru che, come scrivono i magistrati, "versava in pessimo stato di conservazione", venne trascinata "sino all'impatto contro il fine-corsa lato mare". Poi la cabina si sgancio' e cadde in acqua da un'altezza di 60 metri provocando la morte dell'operaio. Il corpo di quest'ultimo venne ritrovato in mare due giorni dopo sepolto dal fango. Anche in questo caso viene evidenziato che l'infortunio fu causato da "colpa generica consistita in imprudenza, negligenza e imperizia, nonche' per inosservanza di specifiche disposizioni per la prevenzione degli infortuni sul lavoro". In occasione del tornado ci furono altri due operai feriti in modo serio nella stessa area. L'accusa, per Buffo e Colucci, Giuseppe Di Noi e Giovanni Raffaelli, e' di omicidio colposo, e per tutti questi, escluso Raffaelli, anche di lesioni colpose.
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