di Vito Ferri - Si è svolta presso l’Hotel Excelsior di Bari la cerimonia di premiazione dei partecipanti al concorso di poesie in vernacoli pugliesi, organizzata dall’Unione Italiana Lavoratori Pensionati (UIL), in collaborazione con l’A.D.A. (Associazione di volontariato per i diritti degli anziani).
Sono ormai otto anni che la UIL organizza l’evento dedicato alla poesia nei vari dialetti della Puglia e l’iniziativa, oltre a conservare tutta la sua freschezza, vede ogni anno in crescita sia la partecipazione ed il consenso dei pensionati, che la qualità delle composizioni.
Per l’occasione è stata presentata l’VIII edizione 2012-2013 dell’Antologia “Il mio cuore, la mia terra, la mia vita” (Levante Editori), che raccoglie tutte le poesie presentate nei vari dialetti con relativa traduzione a fronte e che ogni anno aumentano sempre di più.
Rocco Matarozzo, segretario generale Uil Pensionati di Bari e di Puglia, che firma l’introduzione scrive che «Ãˆ un onore e un piacere scrivere, ogni anno, l’introduzione all’antologia di poesie. Ed ogni anno sembra sempre più difficile. Poi, appena si inizia, tutto si risolve come per magia, perché appunto, “magicamente” scopri che di poeti ce ne sono dei nuovi e soprattutto che le cose che dicono tutti sono diverse e piene di contenuti. Ciò che più colpisce è che di anno in anno le menti si affinano e quanti hanno iniziato per gioco oggi si affiancano, quasi alla pari, ai poeti di elevata caratura».
Il segretario generale della UIL pensionati, Romano Bellissima, scrive nella prefazione che «Ãˆ importante ribadire con ogni mezzo, anche con un concorso di poesie in vernacolo, il valore della memori e del vissuto delle persone anziane, da sempre portatrici di ideali di condivisione e comunità , di capacità di fare sacrifici per il bene comune, di sobrietà nei consumi e negli stili di vita».
Numerosi gli autori meritevoli di essere premiati e ricordati, ma come sempre vi sono perle che vanno esaltate per la grande forza poetica. Il primo premio è stato assegnato a Lucia Delle Grottaglie di Mesagne per la poesia “L’urtumu arvulu ti aulja” (L’ultimo albero di ulivo); i premi per la Sezione Bari sono stati assegnati a Michele Caldarulo per “Caccà ” (Balbuziente); A Vincenzo D’Acquaviva per “U GnùrÉ™chÉ™ ’nguèrpÉ™” (Il groppo in corpo); ad Agostino Galati per “Sorriso”. Per la Sezione Bat sono stati premiati: Felice Dimonte, Sante Valentino; per Brindisi, Apollonia Angiulli; per Foggia, Mario Iannacci; per Lecce, Rosanna Gabellone; per Taranto Antonio Spada. Premi speciali sono stati assegnati a Concetta Conte ed Angela Tragni.
Numerose le menzioni speciali tra le quali figurano i nomi di Michele Lucatuorto per la poesia “Tembòrale” (Temporale); Vittorio Polito per la poesia “U Tréne de la vite” (Il treno della vita); Santa Vetturi per “Serafine” (Serafina) e Giuseppe Zaccaro per “U trène de la tèrra noste” (Il treno della nostra terra).
Altrettanti numerosi i diplomi di partecipazione consegnati a Vita Corallo per “U Eure” (L’Euro); a Vito Antonio Corsini per “ U munne de josce… ce cose sta seccète!” (Il mondo di oggi… cosa sta succedendo) e “La Pasque de Resurrezzione” (La Pasqua di Resurrezione); a Vincenzo D’Acquaviva per “Uagnangéddare” (Ragazzini); a Tonino Fonzeca per “Luprà ne” (Leporano); a Giuseppe Gioia per “La serène” (La sirena) e “Museche” (Musica); a Michele Lucatuorto per “U’ attòre còmeche” (L’attore comico); a Vittorio Polito per “U giornaliste de iòsce” (Il giornalista di oggi); a Santa Vetturi per “U paravìjse vere” (Il paradiso vero); a Nicola Vitale per Vot’Andònie vot’Andònie” (Vota Antonio).
Fuori concorso le poesie di Antonella Agape “La notte”; di Antonio Salvatore Landolfo “Caru amore mia” e “La nuvoletta” e, infine, di Enzo Migliardi “U sindacà te de la UIL penzionate” (Il sindacato della UIL pensionati).
Il nostro collaboratore Vittorio Polito, si è aggiudicata la coppa con la menzione speciale per la poesia “U Tréne de la vite” (Il treno della vita), che di seguito riportiamo.
Sono ormai otto anni che la UIL organizza l’evento dedicato alla poesia nei vari dialetti della Puglia e l’iniziativa, oltre a conservare tutta la sua freschezza, vede ogni anno in crescita sia la partecipazione ed il consenso dei pensionati, che la qualità delle composizioni.
Per l’occasione è stata presentata l’VIII edizione 2012-2013 dell’Antologia “Il mio cuore, la mia terra, la mia vita” (Levante Editori), che raccoglie tutte le poesie presentate nei vari dialetti con relativa traduzione a fronte e che ogni anno aumentano sempre di più.
Rocco Matarozzo, segretario generale Uil Pensionati di Bari e di Puglia, che firma l’introduzione scrive che «Ãˆ un onore e un piacere scrivere, ogni anno, l’introduzione all’antologia di poesie. Ed ogni anno sembra sempre più difficile. Poi, appena si inizia, tutto si risolve come per magia, perché appunto, “magicamente” scopri che di poeti ce ne sono dei nuovi e soprattutto che le cose che dicono tutti sono diverse e piene di contenuti. Ciò che più colpisce è che di anno in anno le menti si affinano e quanti hanno iniziato per gioco oggi si affiancano, quasi alla pari, ai poeti di elevata caratura».
Il segretario generale della UIL pensionati, Romano Bellissima, scrive nella prefazione che «Ãˆ importante ribadire con ogni mezzo, anche con un concorso di poesie in vernacolo, il valore della memori e del vissuto delle persone anziane, da sempre portatrici di ideali di condivisione e comunità , di capacità di fare sacrifici per il bene comune, di sobrietà nei consumi e negli stili di vita».
Numerosi gli autori meritevoli di essere premiati e ricordati, ma come sempre vi sono perle che vanno esaltate per la grande forza poetica. Il primo premio è stato assegnato a Lucia Delle Grottaglie di Mesagne per la poesia “L’urtumu arvulu ti aulja” (L’ultimo albero di ulivo); i premi per la Sezione Bari sono stati assegnati a Michele Caldarulo per “Caccà ” (Balbuziente); A Vincenzo D’Acquaviva per “U GnùrÉ™chÉ™ ’nguèrpÉ™” (Il groppo in corpo); ad Agostino Galati per “Sorriso”. Per la Sezione Bat sono stati premiati: Felice Dimonte, Sante Valentino; per Brindisi, Apollonia Angiulli; per Foggia, Mario Iannacci; per Lecce, Rosanna Gabellone; per Taranto Antonio Spada. Premi speciali sono stati assegnati a Concetta Conte ed Angela Tragni.
Vittorio Polito |
Altrettanti numerosi i diplomi di partecipazione consegnati a Vita Corallo per “U Eure” (L’Euro); a Vito Antonio Corsini per “ U munne de josce… ce cose sta seccète!” (Il mondo di oggi… cosa sta succedendo) e “La Pasque de Resurrezzione” (La Pasqua di Resurrezione); a Vincenzo D’Acquaviva per “Uagnangéddare” (Ragazzini); a Tonino Fonzeca per “Luprà ne” (Leporano); a Giuseppe Gioia per “La serène” (La sirena) e “Museche” (Musica); a Michele Lucatuorto per “U’ attòre còmeche” (L’attore comico); a Vittorio Polito per “U giornaliste de iòsce” (Il giornalista di oggi); a Santa Vetturi per “U paravìjse vere” (Il paradiso vero); a Nicola Vitale per Vot’Andònie vot’Andònie” (Vota Antonio).
Fuori concorso le poesie di Antonella Agape “La notte”; di Antonio Salvatore Landolfo “Caru amore mia” e “La nuvoletta” e, infine, di Enzo Migliardi “U sindacà te de la UIL penzionate” (Il sindacato della UIL pensionati).
Il nostro collaboratore Vittorio Polito, si è aggiudicata la coppa con la menzione speciale per la poesia “U Tréne de la vite” (Il treno della vita), che di seguito riportiamo.
U tréne de la vite di Vittorio Polito Le giùvene de la redazióne, che tand’aggarbà ta seggezióne, m’addemà nnene sèmbe u motìve ca me fásce ièsse attìve attìve cóme crestiáne ca non se stanghe che la capa bià nga bià nghe, ca da la matìne che volondá va sèmbe fescènne dó e dá e cóme fòsse nu uagnongÃdde, chÃne de prÃsce e de cervÃdde, allà sse attùrne chèdda fresckèzze ca de gevendù iè dòlgia brèzze. Care giùvene, ve digghe cu córe ca cusse mbìte iè tradetóre e a respònne m’à gghia arrènne allassà nne u mbègne o Padretérne. Ve pòzzeche dÃsce da crestìáne ca sènghe nguèdde na máne de ngualchedùne ca da lendáne, me vóle béne e cóme a n’attáne me spènge a scì sèmbe chiú nà nze, chiáne chiáne e senz’arrogà nze, e m’appìcce chèdda lúsce ca m’auà nde e me fásce fúsce cóme a nu vagóne carrescià te da nu tréne ca accelerà te mbrìme pìgghie strà te e scènne scènne, scapecerà te, pìgghie na bèlla veloscitá ca a l’andrasà tte m’à va pertá a na stanzióna scanesciùte, chendènde e sterdesciùte. Chèdda stanzióne, ca me piásce, iè chiéna chiéne de prÃsce e pásce e p’arrevá, che tand’affà nne, non avà stene... n’ald’e cÃnd’à nne! |
Il treno della vita I giovani della redazione, con tanta delicata soggezione, mi domandano sempre il motivo che mi rende attivo attivo come persona che non si stanca, con la testa bianca bianca che dal mattino con volontà va sempre correndo qua e là e come fosse ragazzino, pieno d’allegria e intelligenza, sparge attorno quella freschezza che di gioventù è dolce brezza. Cari giovani, vi dico col cuore che questo invito è traditore e a rispondere mi devo arrendere lasciando l’impegno al Padreterno. Vi posso dire da uomo, che sento addosso una mano di qualcuno che da lontano, mi vuol bene e come un padre mi fa andare sempre più avanti, pian piano e senza arroganza, e mi accende quella luce che mi cattura e mi fa correre come un vagone trasportato da un treno che accelerato velocemente prende strada e procedendo, sbizzarrito, prende una bella velocità che d’improvviso mi porterà ad una stazione sconosciuta, contento e stordito. Quella stazione, che mi piace, è piena piena di gioia e di pace e per giungervi, con affanno, non bastano... altri cent’anni! |