di Nicola Ricchitelli - Quelle luci spente nel terzo set. «Non è un alibi, però quelle luci che si sono spente casualmente, non ci hanno aiutato», e un europeo - finale persa a parte - comunque rende orgoglioso il nostro ct Mauro Berruto: «Direi molto orgoglio e poco rammarico. Il rammarico rimane chiaramente perché quando si centra una finale, è chiaro che si cerca poi di vincerla…».
D: Mister, dopo la finale di domenica, c’è più orgoglio o rammarico per la finale persa?
R:« Direi molto orgoglio e poco rammarico. Il rammarico rimane chiaramente perché quando si centra una finale, è chiaro che si cerca poi di vincerla, andando in campo cercando di fare tutto quello che è nelle proprie possibilità, però bisogna essere consapevoli che abbiamo giocato contro una squadra molto forte e che ha giocato molto bene. Tra l’altro, nelle poche occasioni che ci hanno concesso siamo stati anche molto bravi a sfruttarle a nostro favore, e qui mi riferisco al terzo set, peccato per quella che si stava rivelando una rimonta che poteva rivelarsi decisiva. È chiaro che non è un alibi, però quelle luci che si sono spente casualmente, non ci hanno aiutato, in un momento in cui l’inerzia della partita girava a nostro favore. Però l’orgoglio per questi ragazzi è tantissimo, perché credo che abbiamo giocato un torneo molto importante, che ci ha dato un risultato molto bello, e che soprattutto ci ha dato belle prospettive per il futuro, alla fine di un’estate dove le cose belle sono state parecchie, e gli obiettivi quasi tutti centrati. Ora bisogna mettersi a lavoro per centrare gli obbiettivi che ci vedranno impegnati nel prossimo triennio».
D: Il suo pronostico alla vigilia dell’inizio dell’europeo?
R: «La pensavo un po’ come la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori, e che quindi la Russia sarebbe stata la favorita, e lo ha dimostrato vincendo con merito, questo ci tengo a ribadirlo; a seguire vi era un gruppetto di 4-5 squadre, tra cui Italia, Serbia, Bulgaria, Germania, Francia e tante altre che avevano legittime ambizioni di arrivare a medaglia. Ci siamo arrivati noi, e ovviamente questo mi fa molto piacere».
D: E per quanto riguarda la nostra nazionale, si aspettava il podio?
R: «E' chiaro che non era per niente scontato questo risultato, è stato un percorso difficile, ulteriormente complicato a causa di alcuni problemi di natura fisica che ci hanno messo di fronte alla necessità di inventarci alcune soluzioni, che si sono rivelate poi molto importanti e che ci hanno proiettati verso quello che poi potrebbe essere il nostro futuro, mi riferisco chiaramente a Vettori e a tutti gli altri esordienti».
D: A proposito di Vettori, sorpreso della nomina a miglior schiacciatore del torneo?
R:« No, io credo che se lo sia meritato, poiché è stato continuo, ha dimostrato di essere veramente pronto e maturo, e di avere una consapevolezza di fare prestazioni di alto livello in maniera regolare, e queste sono buone notizie per lui e per noi e per il campionato italiano».
D: C’è qualcosa che non gli è piaciuto sia dal punto di vista tecnico e del carattere da parte dei suoi ragazzi?
R: «No, io penso che nel corso del torneo abbiamo dimostrato una grande qualità caratteriale, facendo fronte a tutte le problematiche che si sono presentate di volta in volta, e una grande disponibilità a interpretare tutta la situazione, questa sia da parte di chi ha giocato, e sia da parte di chi non ha giocato e questo mi rende orgoglioso e felice. Dal punto di vista tecnico sappiamo bene le cose sulle quali dobbiamo migliorarci e sappiamo e che se vogliamo ridurre le distanze in Europa fra noi e la Russia, e nel mondo con il Brasile, abbiamo degli obbiettivi molto precisi che vanno raggiunti, e che non abbiamo paura di metterci lì a lavorarci».
D: Quali le prospettive in vista del prossimo mondiale e dei giochi olimpici di Rio 2016?
R: «Bhè, intanto festeggiamo una qualificazione diretta al mondiale, che era tutt’altro che scontata, e che sarebbe dovuta capitare a campionato in corso a gennaio, con un sacco di rischi e incognite che ringraziando il cielo ci risparmiamo per merito nostro. Ovviamente credo che la strada sia stata tracciata in questo europeo, quindi continuiamo su questa strada, che ci ha visto arrivare sul podio nelle ultime tre manifestazioni. Il mondiale sarà la manifestazione di cartello della prossima stagione, e l’obiettivo non cambia. Per quanto riguarda Rio, credo semplicemente che abbiamo accelerato un percorso con questi risultati che era stato tracciato dal giorno successivo la fine dei giochi olimpici di Londra, dove si programmavano tutta una serie di cambiamenti e rinnovamenti, quindi proseguiamo sulla strada tracciata».
D: In definitiva, mister, cosa manca quindi alla nostra nazionale per salire sul gradino più alto del podio?
R: «Le dò una ricetta molto precisa. Mancano altre venti gare dell’intensità e dell’importanza di quelle giocate domenica. Per crescere, bisogna che noi giochiamo quelle partite lì. Bisogna giocarne tante e il più possibile in tutte le manifestazioni a cui parteciperemo da qui a Rio. E credo che la Russia ci dimostri questo. Il cambio di mentalità che si è poi tramutato in un cambio di qualità tecnica che ha sorpreso un po’ tutti, siamo tutti stupiti come i russi abbiano difeso, ci aspettavamo tutti una squadra fortissima in attacco e a muro, però poi ci hanno fatto vedere che sanno fare anche la difesa, surclassandoci. Questo tipo di cambi qui, nella testa scattano quando hai ottenuto dei grandi successi e hai giocato tante di queste partite, così decisive e così importanti come quelle giocate domenica».
D: Mister, domenica aldilà della finale in veste da ct, ha vissuto il derby in veste di tifoso granata…
R: «L'ho vissuta in maniera un po’ diversa, non ho avuto modo di vederla, poiché non cera un collegamento che mi permettesse di seguire la squadra granata, sia a livello di cavo che di satellite, ma ho letto e quindi visto a posteriori che ci sono state delle luci che si sono spente anche li… :)».
D: Mister, dopo la finale di domenica, c’è più orgoglio o rammarico per la finale persa?
R:« Direi molto orgoglio e poco rammarico. Il rammarico rimane chiaramente perché quando si centra una finale, è chiaro che si cerca poi di vincerla, andando in campo cercando di fare tutto quello che è nelle proprie possibilità, però bisogna essere consapevoli che abbiamo giocato contro una squadra molto forte e che ha giocato molto bene. Tra l’altro, nelle poche occasioni che ci hanno concesso siamo stati anche molto bravi a sfruttarle a nostro favore, e qui mi riferisco al terzo set, peccato per quella che si stava rivelando una rimonta che poteva rivelarsi decisiva. È chiaro che non è un alibi, però quelle luci che si sono spente casualmente, non ci hanno aiutato, in un momento in cui l’inerzia della partita girava a nostro favore. Però l’orgoglio per questi ragazzi è tantissimo, perché credo che abbiamo giocato un torneo molto importante, che ci ha dato un risultato molto bello, e che soprattutto ci ha dato belle prospettive per il futuro, alla fine di un’estate dove le cose belle sono state parecchie, e gli obiettivi quasi tutti centrati. Ora bisogna mettersi a lavoro per centrare gli obbiettivi che ci vedranno impegnati nel prossimo triennio».
D: Il suo pronostico alla vigilia dell’inizio dell’europeo?
R: «La pensavo un po’ come la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori, e che quindi la Russia sarebbe stata la favorita, e lo ha dimostrato vincendo con merito, questo ci tengo a ribadirlo; a seguire vi era un gruppetto di 4-5 squadre, tra cui Italia, Serbia, Bulgaria, Germania, Francia e tante altre che avevano legittime ambizioni di arrivare a medaglia. Ci siamo arrivati noi, e ovviamente questo mi fa molto piacere».
D: E per quanto riguarda la nostra nazionale, si aspettava il podio?
R: «E' chiaro che non era per niente scontato questo risultato, è stato un percorso difficile, ulteriormente complicato a causa di alcuni problemi di natura fisica che ci hanno messo di fronte alla necessità di inventarci alcune soluzioni, che si sono rivelate poi molto importanti e che ci hanno proiettati verso quello che poi potrebbe essere il nostro futuro, mi riferisco chiaramente a Vettori e a tutti gli altri esordienti».
Nulla da rimproverarsi: è questo il motto del ct Berruto dopo la finalissima contro la Russia |
R:« No, io credo che se lo sia meritato, poiché è stato continuo, ha dimostrato di essere veramente pronto e maturo, e di avere una consapevolezza di fare prestazioni di alto livello in maniera regolare, e queste sono buone notizie per lui e per noi e per il campionato italiano».
D: C’è qualcosa che non gli è piaciuto sia dal punto di vista tecnico e del carattere da parte dei suoi ragazzi?
R: «No, io penso che nel corso del torneo abbiamo dimostrato una grande qualità caratteriale, facendo fronte a tutte le problematiche che si sono presentate di volta in volta, e una grande disponibilità a interpretare tutta la situazione, questa sia da parte di chi ha giocato, e sia da parte di chi non ha giocato e questo mi rende orgoglioso e felice. Dal punto di vista tecnico sappiamo bene le cose sulle quali dobbiamo migliorarci e sappiamo e che se vogliamo ridurre le distanze in Europa fra noi e la Russia, e nel mondo con il Brasile, abbiamo degli obbiettivi molto precisi che vanno raggiunti, e che non abbiamo paura di metterci lì a lavorarci».
D: Quali le prospettive in vista del prossimo mondiale e dei giochi olimpici di Rio 2016?
R: «Bhè, intanto festeggiamo una qualificazione diretta al mondiale, che era tutt’altro che scontata, e che sarebbe dovuta capitare a campionato in corso a gennaio, con un sacco di rischi e incognite che ringraziando il cielo ci risparmiamo per merito nostro. Ovviamente credo che la strada sia stata tracciata in questo europeo, quindi continuiamo su questa strada, che ci ha visto arrivare sul podio nelle ultime tre manifestazioni. Il mondiale sarà la manifestazione di cartello della prossima stagione, e l’obiettivo non cambia. Per quanto riguarda Rio, credo semplicemente che abbiamo accelerato un percorso con questi risultati che era stato tracciato dal giorno successivo la fine dei giochi olimpici di Londra, dove si programmavano tutta una serie di cambiamenti e rinnovamenti, quindi proseguiamo sulla strada tracciata».
D: In definitiva, mister, cosa manca quindi alla nostra nazionale per salire sul gradino più alto del podio?
R: «Le dò una ricetta molto precisa. Mancano altre venti gare dell’intensità e dell’importanza di quelle giocate domenica. Per crescere, bisogna che noi giochiamo quelle partite lì. Bisogna giocarne tante e il più possibile in tutte le manifestazioni a cui parteciperemo da qui a Rio. E credo che la Russia ci dimostri questo. Il cambio di mentalità che si è poi tramutato in un cambio di qualità tecnica che ha sorpreso un po’ tutti, siamo tutti stupiti come i russi abbiano difeso, ci aspettavamo tutti una squadra fortissima in attacco e a muro, però poi ci hanno fatto vedere che sanno fare anche la difesa, surclassandoci. Questo tipo di cambi qui, nella testa scattano quando hai ottenuto dei grandi successi e hai giocato tante di queste partite, così decisive e così importanti come quelle giocate domenica».
D: Mister, domenica aldilà della finale in veste da ct, ha vissuto il derby in veste di tifoso granata…
R: «L'ho vissuta in maniera un po’ diversa, non ho avuto modo di vederla, poiché non cera un collegamento che mi permettesse di seguire la squadra granata, sia a livello di cavo che di satellite, ma ho letto e quindi visto a posteriori che ci sono state delle luci che si sono spente anche li… :)».