BARI - Un piano adottato il 2 agosto, in chiusura delle attività consiliari, e pubblicato il 6 agosto, periodo notoriamente caratterizzato dal ritempro delle ferie, avrebbe dovuto condensare come per legge le osservazioni entro il successivo 6 settembre per poi essere approvato definitivamente da parte della Giunta.
Fa piacere rilevare come la lettera aperta ai sindaci insieme all’appello rivolto all’assessore Barbanente e al presidente Vendola abbia avviato in Consiglio e nella nostra Regione un dibattito ed un confronto tecnico-politico sul Piano, sui suoi punti di forza che non disconosciamo e sui suoi punti di debolezza che, da fedeli interpreti del sentire collettivo, abbiamo evidenziato.
Un primo obbiettivo l’abbiamo raggiunto: squarciare il velo dell’oscuro, che sicuramente non era e non è nella mente e nella volontà della maggioranza vendo liana, ma che in tanti percepivano non perché in mala fede ma perché non resi partecipi nel procedimento e, ricordi Vendola, quando l’azione amministrativa si racchiude nel chiuso di una stanza in agosto l’idea che si dà alla collettività è quella di un gruppo predatorio che ha perso il senso dell’interesse collettivo.
Il secondo obbiettivo è a portata di mano: la presa di coscienza della Puglia e dei pugliesi che ci troviamo di fronte ad un’impostazione ideologica del Piano.
Una modalità pianificatoria condivisa dalle coscienze di una parte della popolazione pugliese (forse anche minoritaria)e imposta alla totalità della popolazione pugliese che coltiva invece, sensibilità culturali ed ideologiche diverse. Tutto senza un confronto democratico sul metodo e sul merito.
Il terzo obbiettivo lo dobbiamo ancora conseguire con quella parte della Puglia e dei pugliesi che vive di fattività, di concretezza, di rischio d’impresa e di responsabilità istituzionale: è l’equilibrio che dobbiamo ricercare tra la tutela e la valorizzazione del paesaggio, valore di rango costituzionale, con il diritto al lavoro, alla libera intrapresa, alla proprietà, tutti valori di pari rango costituzionale.
Non ci interessa il furore ideologico, ma l’equilibrio di coloro che sanno comprendere che il meglio non è nella forza del potere che Vendola esercita ma nella fermezza del perseverare nella strategia della riflessione che il gruppo Pdl ha messo in campo in questa Regione perché non possiamo più vivere di favole e slogan che alludono ad una Puglia migliore che non vediamo ancora.
A riferirlo in una nota il capogruppo del Pdl, Ignazio Zullo.
Fa piacere rilevare come la lettera aperta ai sindaci insieme all’appello rivolto all’assessore Barbanente e al presidente Vendola abbia avviato in Consiglio e nella nostra Regione un dibattito ed un confronto tecnico-politico sul Piano, sui suoi punti di forza che non disconosciamo e sui suoi punti di debolezza che, da fedeli interpreti del sentire collettivo, abbiamo evidenziato.
Un primo obbiettivo l’abbiamo raggiunto: squarciare il velo dell’oscuro, che sicuramente non era e non è nella mente e nella volontà della maggioranza vendo liana, ma che in tanti percepivano non perché in mala fede ma perché non resi partecipi nel procedimento e, ricordi Vendola, quando l’azione amministrativa si racchiude nel chiuso di una stanza in agosto l’idea che si dà alla collettività è quella di un gruppo predatorio che ha perso il senso dell’interesse collettivo.
Il secondo obbiettivo è a portata di mano: la presa di coscienza della Puglia e dei pugliesi che ci troviamo di fronte ad un’impostazione ideologica del Piano.
Una modalità pianificatoria condivisa dalle coscienze di una parte della popolazione pugliese (forse anche minoritaria)e imposta alla totalità della popolazione pugliese che coltiva invece, sensibilità culturali ed ideologiche diverse. Tutto senza un confronto democratico sul metodo e sul merito.
Il terzo obbiettivo lo dobbiamo ancora conseguire con quella parte della Puglia e dei pugliesi che vive di fattività, di concretezza, di rischio d’impresa e di responsabilità istituzionale: è l’equilibrio che dobbiamo ricercare tra la tutela e la valorizzazione del paesaggio, valore di rango costituzionale, con il diritto al lavoro, alla libera intrapresa, alla proprietà, tutti valori di pari rango costituzionale.
Non ci interessa il furore ideologico, ma l’equilibrio di coloro che sanno comprendere che il meglio non è nella forza del potere che Vendola esercita ma nella fermezza del perseverare nella strategia della riflessione che il gruppo Pdl ha messo in campo in questa Regione perché non possiamo più vivere di favole e slogan che alludono ad una Puglia migliore che non vediamo ancora.
A riferirlo in una nota il capogruppo del Pdl, Ignazio Zullo.
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