Priebke, "Vi racconto cosa accadde alle Fosse Ardeatine"

BERLINO - "Per noi fu terribile, fui sollevato dopo aver sparato i due colpi, come la gran parte di noi. Non eravamo affatto dei macellai": sono le parole di Erich Priebke che ha raccontato la sua esperienza alle Fosse Ardeatine, in un'intervista alla Sueddeutsche Zeitung.

 L'ex ufficiale nazista, che ha da poco compiuto 100 anni e vive alle porte di Roma, ha raccontato nuovi dettagli sull'eccidio. "Kappler disse che gli ufficiali dovevano sparare per primi, ma uno non voleva sparare", ha spiegato, "allora Kappler gli disse: ascolta bene, se tu non spari, dobbiamo fucilarti, chiaro? Allora a malincuore anche quello sparo' e Kappler osservo' che era stata ristabilita la disciplina". "A quel punto abbiamo dovuto sparare di nuovo tutti", ha rievocato. Priebke ha spiegato di non sentirsi piu' legato al nazismo "una volta finita, e' finita, sono del tutto libero da convinzioni politiche" ma contrario a qualsiasi forma di dittatura "di destra o di sinistra, poiche' c'e' sempre qualcuno a soffrirne". Quando gli viene chiesto se rimpianga qualcosa nel corso della sua vita centenaria e se avrebbe voluto che le cose fossero andate diversamente, Priebke spiega: "Mah, non avevo scelta. La mia vita e' andata cosi'. Sono convinto che il Signore, se c'e', guida ogni persona cosi' come vive. Nessuno e' mai tornato dall'aldila' e ce lo ha raccontato. Non sappiamo se Dio esiste, non sappiamo se esistono il Cielo e l'inferno".

La Sueddeutsche scrive che sulla porta d'ingresso dell'abitazione di Priebke non c'e' nessun nome, ma la scritta a mano "Vae victis", guai ai vinti, con l'ultimo criminale nazista ancora in vita che parla bene degli agenti che sorvegliano costantemente la sua casa e che lo seguono nelle sue uscite a passeggio. "Sono tutti amici, persone davvero gentili".

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