Puglia: diminuiscono i consumi di energia elettrica ma se ne produce sempre di più

BARI – L’83,5 per cento dell’energia prodotta in Puglia risulta in eccedenza. Dagli impianti idroelettrici, termoelettrici, eolici e fotovoltaici, installati su tutto il territorio regionale, sono stati prodotti ben 37.611,9 gigawatt (un gigawatt corrisponde ad un milione di chilowatt), ma il fabbisogno dei pugliesi si è fermato a 20.501 gigawatt. Il bilancio del 2012 è di 17.110,9 gigawatt in più rispetto a quelli consumati. A rilevarlo è il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia che ha elaborato i dati Terna, gestore della rete di trasmissione nazionale. In particolare, l’industria pugliese ha «bruciato» 8.827,7 gigawatt, l’agricoltura ne ha «assorbiti» 570,2, il terziario 4.613,3 e il settore domestico 4.415,5, per un totale di 18.426,7 gigawatt (nel 2011 era di 18.546). Bisogna aggiungere, poi, quelli delle Ferrovie dello Stato per la trazione dei propri mezzi (190 gigawatt), oltre alle perdite di trasmissione e distribuzione in rete, stimate in 1.955,3 gigawatt.

Il fabbisogno dei pugliesi è, dunque, di 20.501 gigawatt. Analizzando i singoli comparti, i consumi dell’industria sono diminuiti del 5 per cento (da 9.288,1 gigawatt a 8.827,7), mentre crescono quelli dell’agricoltura del 4,5 per cento (da 545,8 a 570,2), del terziario del 2,4 per cento (da 4.622 a 4.732,3) e dell’ambito domestico dell’1,6 per cento (da 4.346,3 a 4.415,5). Questi aumenti, però, non sono sufficienti a compensare, in termini assoluti, l’arretramento del manifatturiero (inglobato nel macro comparto dell’industria) che esprime valori più grandi. Questo il quadro per ciascun settore in Puglia: siderurgico (-1,4 per cento), metalli non ferrosi (-24,1), chimico (-0,5), materiali da costruzione (-17,4), costruzioni (-14), cartaria (-2,5), alimentare (-4,5), tessile, abbigliamento e calzaturiero (-17,7), meccanica (-8,5), mezzi di trasporto (-3,8), lavorazione della plastica e della gomma (-5,2), legno e mobilio (-17,1), energia ed acqua (-16,8), raffinerie e cokerie (-22,9), elettricità e gas (-67). Solo l’estrazione dei combustibili non arresta. Anzi, cresce del 4,3 per cento.

«I consumi di energia elettrica – commenta Francesco Sgherza, Presidente di Confartigianato Imprese Puglia – sono diminuiti a causa di un arretramento complessivo dell’economia. I dati elaborati dal nostro Centro Studi Regionale vanno letti alla luce dell’effetto combinato di due fattori: la recessione, con la relativa contrazione degli ordini e delle commesse e il costante aumento dei prezzi dell’energia, che amplifica ulteriormente gli effetti della crisi. Come Confartigianato – prosegue il Presidente – ci stiamo impegnando a fondo affinché il conto energetico dei nostri associati possa essere sempre più sostenibile. In questa direzione va l’adesione ad un Consorzio nazionale per l’acquisto di energia sul mercato libero che consente non soltanto agli imprenditori aderenti, ma anche alle loro famiglie, di usufruire di vantaggiosi sconti sulla bolletta energetica».

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