“Quei corpi sul molo sono un olocausto”

BARI - “Due bambini di pochi anni, alcuni non ancora nati, ma vivi nelle pance delle loro madri, uomini e donne che avevano investito tutto. Ieri arrivavano dall’Eritrea, sulla spiagge di Scicli, oggi dalla Somalia, al largo dell’isola del Coniglio. L’Eritrea, la Somalia, terre in cui abbiamo avuto e ancora abbiamo interessi economici, politici, terre da cui non siamo lontani. Lì vicino ci sono i villaggi turistici in cui gli italiani amano trascorrere le vacanze, a un passo dalla disperazione, dalla guerra, accanto alla povertà e alla violenza dalle quali quegli uomini e quelle donne con i loro figli ancora in grembo fuggono, anche a costo di morire.
Le immagini della tragedia di questa mattina a Lampedusa sono troppo. Quei corpi stesi sul molo sono un olocausto. Ha ragione il Papa quando dice “vergogna”. Se abbiamo l’alibi del “passato”, della “storia”, allora condanniamo e diciamo “mai più”. Quando invece siamo protagonisti, o assistiamo passivi al male del nostro tempo, del presente, ci sentiamo impotenti. E invece siamo responsabili. Lo siamo come nazione con le nostre leggi, lo siamo come Paese dell’Europa, con la sua legislazione, probabilmente lacunosa e miope nelle sue politiche sull’immigrazione, fenomeno di cui la Ue non ha capito né la portata né la gravità.
Perché quelle persone fuggono dalle loro terre? Questa domanda non si può ignorare, a essa non si può non rispondere.
La democrazia non vuol dire andare a bombardare e portare guerra in un luogo in cui c’è un cattivo governo, dittatoriale, violento e antidemocratico.
La democrazia vuol dire togliere l’ossigeno a simili governi, non fare affari con loro, tagliare i ponti, isolarli e combatterli con gli strumenti della politica e della diplomazia, sostenere le cittadinanze nell’emancipazione, non fare affari con i “cattivi”. Questo è un discorso complesso, ma da qui si deve partire e, intanto, da nuove leggi. La Bossi – Fini ignora la realtà, è una legge insostenibile e inadeguata. E l’Italia e le nostre coste, della Sicilia, della Calabria, della Puglia, sono le coste d’Europa, non solo d’Italia. E’ nel Mare Nostrum, sul quale si affaccia l’Europa, che si sta consumando questa mattanza, e noi siamo spettatori solo dell’epilogo dell’odissea di quelle persone”. A riferirlo in una nota il consigliere regionale Franco Pastore (Gruppo misto - PSI).

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