BARI - Dal Pd regionale ci si aspettava uno scatto d'orgoglio; è arrivato invece uno scatto di nervi.
Prima lo sospettavamo, dopo la sua nota ne siamo certi: Sergio Blasi si sente uno di quei caporali che sbraita in caserma per accogliere le reclute, uno di quei militari che quando sente la parola "discussione" mette mano alla pistola, uno che accoglie chi non marcia al passo dell'oca con un misto di saccenteria e nonnismo. Non stupisce, quindi, la scarsa fortuna che la sua direzione politica ha avuto in un Partito che si dice Democratico. Ma nel mio caso ha sbagliato persona: io non credo che il centrosinistra sia una caserma; non penso che fra politici (e partiti) alleati viga la regola della subordinazione e del silenzio ai danni dei cittadini; non ritengo che discutere gli atti gestionali, quando vanno contro gli indirizzi regionali, metta in pericolo la coalizione. Se mai la rafforza: siamo alleati per rendere un servizio alle nostre comunità,, non per gestire il potere. O per lo meno è così che io intendo il mio impegno politico, da homo novus quale mi vanto di essere: d'altronde gli homines novi salvarono Roma dall'arroganza del notabilato.
Il punto, però, non è chi sia più “figo” tra il caporale Blasi e la recluta Galati. Le sfide da caserma appassionano gli addetti ai lavori ma disgustano i cittadini, che invece sono interessati a ben altro: le sorti del "Santa Caterina Novella". Su questo tema pregherei il caporale Blasi di esercitarsi; siamo tutti curiosi di sapere qual è il suo pensiero e anche qual è stata finora la sua azione. Si può svicolare all'infinito, ma il tema è: può il direttore generale della Asl approvare due delibere in palese contrasto con le politiche regionali, che assegnano posti letto e autonomia ai reparti galatinesi di Chirurgia e Pediatria? Possono, quelle delibere, contravvenire a una missiva dell'assessore regionale alla Salute che espressamente impediva riorganizzazioni come quelle approvate la settimana scorsa? Su questo tema, centrale per la salute non solo di Galatina ma di un ben più vasto circondario, il caporale Blasi non sbraita, ma tace. Eppure si tratta di difendere gli indirizzi politici della Regione Puglia e le direttive dell'assessore (Democratico) alla Salute.
L'attivismo di questa recluta e di Sel ha invece prodotto un dibattito che ha rimesso l'ospedale di Galatina al posto che gli spetta: al centro del Salento. Non è per caso questo che innervosisce l'ex sindaco di Melpignano? Non è per caso il fatto che una struttura sanitaria forte a Galatina metta i bastoni fra le ruote al progetto di un nuovo ospedale che dovrebbe nascere proprio a Melpignano, cancellando le strutture pre-esistenti?
Ecco, questi sono i temi sui quali vorremmo veder marciare il caporale Blasi. Nella stessa direzione verso la quale sembra finalmente procedere il suo sindaco, Mimino Montagna, che infatti nelle scorse ore ha convocato l'assemblea dei sindaci del distretto sanitario con l'obiettivo di far tornare sui suoi passi il direttore della Asl. Segno evidente che questa inutile polemica tanto inutile non era. Lo capisca anche il consigliere Blasi, abbandoni i toni da caserma e non imbarazzi il governo regionale con uscite propagandistiche come quella sulla Colacem: a smentire Blasi e a dar atto al sottoscritto degli emendamenti che hanno escluso l'incenerimento di rifiuti a Galatina è stato lo stesso assessore all'Ecologia Lorenzo Nicastro, durante la seduta del Consiglio regionale che nelle scorse ore ha approvato il Piano regionale dei rifiuti. Se il passaggio è sfuggito a Sergio Blasi, sara' mia cura inviargli i verbali, appena pronti.
Ecco, questa è la politica che, da homo novus, cerco di praticare: servizio concreto alle comunità locali e non alle lobby, sanitarie o cementifere che siano. Quindi torniamo a parlare dell'ospedale di Galatina, argomento accuratamente eluso da Sergio Blasi: ai cittadini interessa questo tema, più che la bega da caserma nella quale il segretario regionale del Partito Democratico cerca di tirarmi. Invano.
A riferirlo in una nota il consigliere Antonio Galati (Sel).
Prima lo sospettavamo, dopo la sua nota ne siamo certi: Sergio Blasi si sente uno di quei caporali che sbraita in caserma per accogliere le reclute, uno di quei militari che quando sente la parola "discussione" mette mano alla pistola, uno che accoglie chi non marcia al passo dell'oca con un misto di saccenteria e nonnismo. Non stupisce, quindi, la scarsa fortuna che la sua direzione politica ha avuto in un Partito che si dice Democratico. Ma nel mio caso ha sbagliato persona: io non credo che il centrosinistra sia una caserma; non penso che fra politici (e partiti) alleati viga la regola della subordinazione e del silenzio ai danni dei cittadini; non ritengo che discutere gli atti gestionali, quando vanno contro gli indirizzi regionali, metta in pericolo la coalizione. Se mai la rafforza: siamo alleati per rendere un servizio alle nostre comunità,, non per gestire il potere. O per lo meno è così che io intendo il mio impegno politico, da homo novus quale mi vanto di essere: d'altronde gli homines novi salvarono Roma dall'arroganza del notabilato.
Il punto, però, non è chi sia più “figo” tra il caporale Blasi e la recluta Galati. Le sfide da caserma appassionano gli addetti ai lavori ma disgustano i cittadini, che invece sono interessati a ben altro: le sorti del "Santa Caterina Novella". Su questo tema pregherei il caporale Blasi di esercitarsi; siamo tutti curiosi di sapere qual è il suo pensiero e anche qual è stata finora la sua azione. Si può svicolare all'infinito, ma il tema è: può il direttore generale della Asl approvare due delibere in palese contrasto con le politiche regionali, che assegnano posti letto e autonomia ai reparti galatinesi di Chirurgia e Pediatria? Possono, quelle delibere, contravvenire a una missiva dell'assessore regionale alla Salute che espressamente impediva riorganizzazioni come quelle approvate la settimana scorsa? Su questo tema, centrale per la salute non solo di Galatina ma di un ben più vasto circondario, il caporale Blasi non sbraita, ma tace. Eppure si tratta di difendere gli indirizzi politici della Regione Puglia e le direttive dell'assessore (Democratico) alla Salute.
L'attivismo di questa recluta e di Sel ha invece prodotto un dibattito che ha rimesso l'ospedale di Galatina al posto che gli spetta: al centro del Salento. Non è per caso questo che innervosisce l'ex sindaco di Melpignano? Non è per caso il fatto che una struttura sanitaria forte a Galatina metta i bastoni fra le ruote al progetto di un nuovo ospedale che dovrebbe nascere proprio a Melpignano, cancellando le strutture pre-esistenti?
Ecco, questi sono i temi sui quali vorremmo veder marciare il caporale Blasi. Nella stessa direzione verso la quale sembra finalmente procedere il suo sindaco, Mimino Montagna, che infatti nelle scorse ore ha convocato l'assemblea dei sindaci del distretto sanitario con l'obiettivo di far tornare sui suoi passi il direttore della Asl. Segno evidente che questa inutile polemica tanto inutile non era. Lo capisca anche il consigliere Blasi, abbandoni i toni da caserma e non imbarazzi il governo regionale con uscite propagandistiche come quella sulla Colacem: a smentire Blasi e a dar atto al sottoscritto degli emendamenti che hanno escluso l'incenerimento di rifiuti a Galatina è stato lo stesso assessore all'Ecologia Lorenzo Nicastro, durante la seduta del Consiglio regionale che nelle scorse ore ha approvato il Piano regionale dei rifiuti. Se il passaggio è sfuggito a Sergio Blasi, sara' mia cura inviargli i verbali, appena pronti.
Ecco, questa è la politica che, da homo novus, cerco di praticare: servizio concreto alle comunità locali e non alle lobby, sanitarie o cementifere che siano. Quindi torniamo a parlare dell'ospedale di Galatina, argomento accuratamente eluso da Sergio Blasi: ai cittadini interessa questo tema, più che la bega da caserma nella quale il segretario regionale del Partito Democratico cerca di tirarmi. Invano.
A riferirlo in una nota il consigliere Antonio Galati (Sel).
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