BARI - “Un Mezzogiorno da cataclisma, penalizzato e tartassato, dimenticato dai governi, che non lo hanno affatto ignorato, invece, quando andava spremuto per ricavare gettito fiscale”. Per il presidente del Consiglio regionale della Puglia Onofrio Introna, il nuovissimo, devastante rapporto Svimez diffuso oggi è “un documento impietoso di un ritardo incolpevole, una ‘cartolina’ del Sud in macerie che grida vendetta”. Più tasse e meno spesa pubblica rispetto al Nord, desertificazione industriale, occupati sotto i 6 mln come solo nel 1977: “ha ragione il ministro Trigilia a commentare con sgomento questi dati, ma il responsabile della coesione territoriale e il premier Enrico Letta siano coerenti con le loro dichiarazioni, trasformando il ritorno del Mezzogiorno al centro dell'agenda politica in una serie di misure concrete nella legge di stabilità che ha avviato il suo percorso.
Governo nazionale e Parlamento – aggiunge Introna - prendano atto dell’urgenza di correggere rotta a una lunga deriva padanocentrica, che ha retrocesso il Meridione sotto ogni aspetto, come il rapporto ha messo duramente in evidenza . E il conto lo stanno pagando i nostri lavoratori, le nostre famiglie, gli anziani e soprattutto le ragazze e i ragazzi del Sud, costretti ad emigrare come i loro nonni, a svendere altrove il loro impegno, a garantire ad altri il valore aggiunto della loro preparazione”.
Lo Svimez certifica che dal 2007 al 2011 nelle regioni meridionali è cresciuta la pressione fiscale, specie in conseguenza dei piani di rientro sanitario, mentre è crollata la spesa pubblica. Quindi, al contrario di quello che si crede, è il Settentrione a consumare maggiori risorse statali. Il Pil non cresce (al Centro-Nord fa segnare invece un +0,9%), l’industria meridionale arretra a valori del 2007, la disoccupazione tocca indicatori da Anni ‘90 e il tasso di occupazione in età 15-64 è del 43,8% (63,8% nel resto d’Italia): nemmeno un occupato intero (in termini statistici) ogni due persone. Cifre da Terzo Mondo.
“Quando il ministro Carlo Trigilia dice che ‘non ci può essere ripresa in Italia se non si risolve il nodo storico di un tema che sembra scomparso’, ci dobbiamo attendere una maggiore sensibilità e soprattutto percorsi virtuosi per rilanciare l’economia meridionale”, continua Introna. “In questa nuova attenzione per il Mezzogiorno, il Governo potrà trovare alleate le Regioni del Sud e in particolare la Puglia e gli enti locali, che non faranno mancare il loro convinto contributo alla sfida per rilanciare il Paese”.
Governo nazionale e Parlamento – aggiunge Introna - prendano atto dell’urgenza di correggere rotta a una lunga deriva padanocentrica, che ha retrocesso il Meridione sotto ogni aspetto, come il rapporto ha messo duramente in evidenza . E il conto lo stanno pagando i nostri lavoratori, le nostre famiglie, gli anziani e soprattutto le ragazze e i ragazzi del Sud, costretti ad emigrare come i loro nonni, a svendere altrove il loro impegno, a garantire ad altri il valore aggiunto della loro preparazione”.
Lo Svimez certifica che dal 2007 al 2011 nelle regioni meridionali è cresciuta la pressione fiscale, specie in conseguenza dei piani di rientro sanitario, mentre è crollata la spesa pubblica. Quindi, al contrario di quello che si crede, è il Settentrione a consumare maggiori risorse statali. Il Pil non cresce (al Centro-Nord fa segnare invece un +0,9%), l’industria meridionale arretra a valori del 2007, la disoccupazione tocca indicatori da Anni ‘90 e il tasso di occupazione in età 15-64 è del 43,8% (63,8% nel resto d’Italia): nemmeno un occupato intero (in termini statistici) ogni due persone. Cifre da Terzo Mondo.
“Quando il ministro Carlo Trigilia dice che ‘non ci può essere ripresa in Italia se non si risolve il nodo storico di un tema che sembra scomparso’, ci dobbiamo attendere una maggiore sensibilità e soprattutto percorsi virtuosi per rilanciare l’economia meridionale”, continua Introna. “In questa nuova attenzione per il Mezzogiorno, il Governo potrà trovare alleate le Regioni del Sud e in particolare la Puglia e gli enti locali, che non faranno mancare il loro convinto contributo alla sfida per rilanciare il Paese”.
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