SPINAZZOLA - “Luce al Borgo”… la kermesse tutta Spinazzolese. Un salto nel passato che racconta storie
di tempi lontani, nel borgo che fu la casa natale di Antonio Pignatelli, Papa Innocenzo XII.
Un’idea ambiziosa di un gruppo di amici Spinazzolesi, affascinati dal gusto del passato, quel passato che fu dei loro padri e dei loro nonni, con tanta voglia di ri-animare personaggi e fatti che furono. Le storie degli anziani, l’approfondimento dei documenti, l’arte e i mestieri di un tempo, la ricerca di oggetti che sono stati conservati o lasciati abbandonati sotto la grigia polvere, simboli di un’epoca ormai dimenticata, ma che riaffiorano con veemenza. Gli attori: bambini, giovani, adulti, anziani abbigliati con i vestiti dell’epoca, raccontano la vita di un tempo, la vita del borgo, le vicissitudini, le tradizioni, le credenze, i giochi.
La coreografia: lo scorcio del borgo, allestito con vasi, arnesi, fontane, strumenti di lavoro e vari oggetti tipici della civiltà contadina di Spinazzola che tornano ai loro originari utilizzi. Le musiche, le serenate, le ballate, i testi che raccontano la storia di Spinazzola e aneddoti diventati proverbi sempre attuali… il vernacolo Spinazzolese, mai dimenticato e fortemente recuperato dai giovani, questi ultimi, motore pulsante di questa rappresentazione. Ma c’è anche la XV sagra del fungo cardoncello, che si rinnova ogni anno, all’insegna della valorizzazione della cucina tradizionale Spinazzolese. Percorrendo le caratteristiche strade del centro storico, vi sarà una sorprendente successione di odori e di buoni sapori, frutto delle tante tipicità legate alla tradizione popolare.
Castagne arrostite, pasta fatta in casa, funghi, salsiccia a punta di coltello, cotognate, confetture e dolci tradizionali contribuiranno a creare l’atmosfera che fu e che oggi prepotentemente viene ricreata da una popolazione unita, attiva e desiderosa di riscoprire la propria storia. Così cantava Francesco De Gregori “… La storia siamo noi, nessuno si senta offeso,….. Quelli che hanno letto milioni di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare, ed è per questo che la storia dà i brividi, perché nessuno la può fermare…”.
Un’idea ambiziosa di un gruppo di amici Spinazzolesi, affascinati dal gusto del passato, quel passato che fu dei loro padri e dei loro nonni, con tanta voglia di ri-animare personaggi e fatti che furono. Le storie degli anziani, l’approfondimento dei documenti, l’arte e i mestieri di un tempo, la ricerca di oggetti che sono stati conservati o lasciati abbandonati sotto la grigia polvere, simboli di un’epoca ormai dimenticata, ma che riaffiorano con veemenza. Gli attori: bambini, giovani, adulti, anziani abbigliati con i vestiti dell’epoca, raccontano la vita di un tempo, la vita del borgo, le vicissitudini, le tradizioni, le credenze, i giochi.
La coreografia: lo scorcio del borgo, allestito con vasi, arnesi, fontane, strumenti di lavoro e vari oggetti tipici della civiltà contadina di Spinazzola che tornano ai loro originari utilizzi. Le musiche, le serenate, le ballate, i testi che raccontano la storia di Spinazzola e aneddoti diventati proverbi sempre attuali… il vernacolo Spinazzolese, mai dimenticato e fortemente recuperato dai giovani, questi ultimi, motore pulsante di questa rappresentazione. Ma c’è anche la XV sagra del fungo cardoncello, che si rinnova ogni anno, all’insegna della valorizzazione della cucina tradizionale Spinazzolese. Percorrendo le caratteristiche strade del centro storico, vi sarà una sorprendente successione di odori e di buoni sapori, frutto delle tante tipicità legate alla tradizione popolare.
Castagne arrostite, pasta fatta in casa, funghi, salsiccia a punta di coltello, cotognate, confetture e dolci tradizionali contribuiranno a creare l’atmosfera che fu e che oggi prepotentemente viene ricreata da una popolazione unita, attiva e desiderosa di riscoprire la propria storia. Così cantava Francesco De Gregori “… La storia siamo noi, nessuno si senta offeso,….. Quelli che hanno letto milioni di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare, ed è per questo che la storia dà i brividi, perché nessuno la può fermare…”.
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