BARI - Ancora nessun segnale di ripresa. La disoccupazione in Italia nel mese di ottobre si attesta, come nel mese precedente, al 12,5%, ovvero ai massimi livelli dal 1977. In termini assoluti, il numero dei senza lavoro è di quasi 3,2 milioni (+287mila rispetto al 2012). Ma il responso si aggrava sia con i cosiddetti “sfiduciati” (coloro che non cercano più lavoro perché pensano di non trovarlo), pari a 1,9 milioni secondo le stime Istat, sia con la disoccupazione giovanile che balza nel Belpaese al 41,2%, cresciuta dello 0,7% su settembre scorso e, addirittura, 4,8 punti percentuali negli ultimi dodici mesi. Quattro giovani su dieci sono senza lavoro: un tunnel dal quale si fa fatica ad uscire da oramai troppo tempo.
Nel Mezzogiorno il clima si fa ancora più rovente, da emergenza sociale. In Puglia, nel terzo trimestre 2013, il tasso di disoccupazione è balzato al 19,2%, cresciuto in maniera preoccupante (+ 5,4%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (13,8%). Parallelamente, gli indici delle persone in cerca attivamente di lavoro sono palesemente cresciuti: 68mila unità in più in un anno. In termini assoluti, in Puglia sono in 270mila alla ricerca di un’occupazione.
In Puglia, la crisi colpisce soprattutto i giovani: molto preoccupante è il costante fenomeno della fuga di talenti all’estero. Se in Italia il tasso di disoccupazione giovanile tocca punte del 41,2% (+4,8% sul 2012), in Puglia si stima attualmente quasi il 50%, con il picco di oltre il 55% della componente femminile.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari sottolinea come sia “inammissibile lo stato di inerzia delle istituzioni a fronte di una situazione di così forte allarme. Affinché si possa capire il grido di disperazione è necessario andare tra la gente. Pertanto lo Stato in tutte le sue articolazioni è obbligato a svolgere vere e concrete politiche del lavoro che abbiano come obiettivo una stabile occupazione, in quanto non bisogna dimenticare, oltre ai giovani, anche i lavoratori che vivono il dramma del precariato, sinonimo di incertezza nel futuro”.
“In questo quadro – prosegue il Segretario Generale della UIL regionale – per risolvere il dramma dei giovani si deve tornare ad investire in istruzione e ricerca, altrimenti il rischio della perdita di 2-3 generazioni diventerà realtà . Inoltre, diventa decisivo il viatico del taglio davvero significativo delle tasse sul lavoro quale strumento per far ripartire i consumi, puntare alla crescita e rilanciare l’occupazione. Solo con tali premesse si può rovesciare la triste situazione in cui è piombato il nostro Paese”.
Nel Mezzogiorno il clima si fa ancora più rovente, da emergenza sociale. In Puglia, nel terzo trimestre 2013, il tasso di disoccupazione è balzato al 19,2%, cresciuto in maniera preoccupante (+ 5,4%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (13,8%). Parallelamente, gli indici delle persone in cerca attivamente di lavoro sono palesemente cresciuti: 68mila unità in più in un anno. In termini assoluti, in Puglia sono in 270mila alla ricerca di un’occupazione.
In Puglia, la crisi colpisce soprattutto i giovani: molto preoccupante è il costante fenomeno della fuga di talenti all’estero. Se in Italia il tasso di disoccupazione giovanile tocca punte del 41,2% (+4,8% sul 2012), in Puglia si stima attualmente quasi il 50%, con il picco di oltre il 55% della componente femminile.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari sottolinea come sia “inammissibile lo stato di inerzia delle istituzioni a fronte di una situazione di così forte allarme. Affinché si possa capire il grido di disperazione è necessario andare tra la gente. Pertanto lo Stato in tutte le sue articolazioni è obbligato a svolgere vere e concrete politiche del lavoro che abbiano come obiettivo una stabile occupazione, in quanto non bisogna dimenticare, oltre ai giovani, anche i lavoratori che vivono il dramma del precariato, sinonimo di incertezza nel futuro”.
“In questo quadro – prosegue il Segretario Generale della UIL regionale – per risolvere il dramma dei giovani si deve tornare ad investire in istruzione e ricerca, altrimenti il rischio della perdita di 2-3 generazioni diventerà realtà . Inoltre, diventa decisivo il viatico del taglio davvero significativo delle tasse sul lavoro quale strumento per far ripartire i consumi, puntare alla crescita e rilanciare l’occupazione. Solo con tali premesse si può rovesciare la triste situazione in cui è piombato il nostro Paese”.