di Alex Nardelli - Enzo Iacchetti, intervistato dal Giornale di Puglia, racconta dei suoi sogni da bambino, quando con volontà e passione ha cominciato a coltivare il suo sogno di voler salire su un palco, fin quando dopo le prime apparizioni nelle tv private degli anni ’80, il Maurizio Costanzo Show lo lancia nel mondo della tv.
Da lì inizia l’escalation del popolare comico, che quasi incredulo comincia a condurre Striscia la Notizia, per lui uno dei pochi programmi da salvare in tv. Parallelamente coltiva la passione per il teatro, che lo vede attualmente impegnato assieme a Marco Columbro nella commedia “Il Vizietto”, la storia di una coppia di omosessuali che cresce un figlio.
Nel futuro di Iacchetti, da sempre passato come uno che esprimeva liberamente il suo pensiero, ci sarà nuovamente Striscia la Notizia a gennaio, e poi ad aprile, a Roma, uno spettacolo in omaggio a Giorgio Gaber.
D) Da bambino avresti mai immaginato che saresti arrivato in tv? Cosa volevi fare da grande?
R) Io questo volevo fare, infatti sono un uomo felice, realizzato. Il mio sogno era questo, ho sempre fatto questo fin dai 9 anni, da quando sono salito per la prima volta su un palco e ho acquistato il dono della parola, perché prima non parlavo. Quindi ho capito che era una terapia e da li non sono più sceso. Ho iniziato a studiare musica ed altro da solo, perché i miei genitori erano poveri e non potevano farmi fare scuole. La mia scuola è la strada, la volontà e la passione che ho sempre avuto.
D) A quando risale la tua prima apparizione televisiva?
R) Io ho provato tanti anni prima di riuscire ad azzeccarne una. Ho cominciato nei primi anni ’80 nelle tv private locali. Ma è nella puntata del Maurizio Costanzo Show del 31 ottobre del 1990 che è cambiata veramente la mia vita.
D) Che cos’è per te Striscia la Notizia?
R) Uno dei pochi programmi che io farei in televisione se fossi una persona razionale e intelligente. Grazie al cielo mi è capitato di essere li già da 20 anni, e quindi anche quest’anno il 7 di gennaio sarò li. Tutto il resto, a parte qualche altra cosa come “Le Iene”, “Rai Storia” e qualche film su “Rai 4”, sarebbe da buttare.
D) Un aggettivo per descrivere Ezio Greggio?
R) Insostituibile.
D) Un momento di Striscia che ricordi con più simpatia?
R) La prima puntata, perché pensavo fosse uno scherzo e quindi fino all’ultimo chiamai mia madre per dirle “ma mi hai visto o non mi hai visto”, e lei mi disse “si ti ho visto”. Perché Striscia si registra in un bunker a 50 metri sottoterra e io ero ovattato in quella situazione. Non riuscivo a capire se era “Scherzi a Parte” o era un violento scherzo di Antonio Ricci. Finchè non sono uscito da lì, ho chiamato a casa e mia mamma mi ha detto “Si ti ho visto eri bellissimo”. Allora ho capito che la carriera cresceva, perché dopo 4 anni di Costanzo, Striscia è stato il passo più grande a livello di televisione.
D) Il lavorare presso Mediaset, azienda vicina a Silvio Berlusconi, ha mai influito sul tuo pensiero politico ed elettorale?
R) No, io sono sempre passato come uno che diceva il suo pensiero, e devo dire la verità non ho mai espresso grandi simpatie, ne da una parte ne dall’altra, perché sono sempre stato molto scettico e contro ogni tipo di potere, per cui anche quando ho espresso giudizi antieditoriali, nessuno mi ha mai imposto il silenzio oppure la censura, e devo dire la verità questo è stato l’unico motivo per cui non sono andato in Rai e non ho mai tradito l’azienda che mi ha sempre dato da lavorare. Perché nonostante tante volte io la pensassi diversamente o mi esprimessi in modo contrario alle direttive, nessuno mi ha mai tolto la mia libertà ne di parola ne di pensiero.
D) Secondo te, cosa servirebbe attualmente all’Italia per risollevarsi da questo attuale periodo cupo?
R) (Ride) Un padreterno. Purtroppo quello attuale sta invecchiando, ha un po’ di cataratta e non ci può più aiutare (ride). Ci servirebbe un padreterno perché credo che sia una situazione ormai abbastanza devastata.
D) Attualmente, tu e Marco Columbro siete in giro per l’Italia con lo spettacolo il Vizietto. Di cosa parla questa commedia?
R) La commedia oramai famosissima, diventata famosa dal film di Tognazzi negli anni ’80. E’ una coppia di omosessuali che cresce un figlio, figlio vero del maschio della coppia, che ha avuto con una ballerina 27 anni prima. Il bambino cresce con 2 omosessuali, diventa grande, si sposa con una ragazza. Si sviluppa questa storia di una coppia di fatto che cresce un figlio. Se vogliamo che sia un messaggio, possiamo fare finta che sia un messaggio, per me non è nulla di eclatante. E’una commedia che fa molto ridere, con dei momenti emozionanti. E’una grande storia d’amore che per me può avvenire, sia con gli uomini, sia con le donne, sia tra uomo e donna, l’importante è che ci sia affetto, rispetto e sentimento. Il Vizietto non ve lo racconto perché dovete venirlo a vedere, ma è veramente una commedia comica. In altri paesi del mondo non c’è più il problema delle coppie di fatto, per cui è rimasta una commedia comica. Da noi che questo problema c’è, si va via dal teatro anche con un piccolo pensiero su questo problema, e questo mi piace, perché fare teatro vuol dire anche lasciar detto qualcosa, non solo fare i comici o gli attori. Bisogna anche essere bravi a scegliere delle commedie di gusto.
D) Che cos’è per te il teatro?
R) Per me è una cosa terapeutica. Chi non ha mai fatto teatro non può capire quanto vale l’applauso alla fine della rappresentazione. E’ una cosa che non ha un valore economico, è quasi un ringraziamento nei tuoi confronti per quello che hai fatto, non ha prezzo. L’applauso del teatro, il respiro del pubblico è diverso da tutti gli altri meccanismi di cinema, televisione.
D) Nel tuo futuro cosa ci sarà oltre all’attuale rappresentazione?
R) Ripartirò il 7 gennaio con Striscia, farò 3 mesi come sempre con Ezio (Greggio ndr). Poi, in aprile sarò a Roma con uno spettacolo in omaggio a Giorgio Gaber e poi vedremo quello che succederà .
CONTACTS:
https://www.facebook.com/pages/Enzo-Iacchetti/112260835453175
Da lì inizia l’escalation del popolare comico, che quasi incredulo comincia a condurre Striscia la Notizia, per lui uno dei pochi programmi da salvare in tv. Parallelamente coltiva la passione per il teatro, che lo vede attualmente impegnato assieme a Marco Columbro nella commedia “Il Vizietto”, la storia di una coppia di omosessuali che cresce un figlio.
Nel futuro di Iacchetti, da sempre passato come uno che esprimeva liberamente il suo pensiero, ci sarà nuovamente Striscia la Notizia a gennaio, e poi ad aprile, a Roma, uno spettacolo in omaggio a Giorgio Gaber.
D) Da bambino avresti mai immaginato che saresti arrivato in tv? Cosa volevi fare da grande?
R) Io questo volevo fare, infatti sono un uomo felice, realizzato. Il mio sogno era questo, ho sempre fatto questo fin dai 9 anni, da quando sono salito per la prima volta su un palco e ho acquistato il dono della parola, perché prima non parlavo. Quindi ho capito che era una terapia e da li non sono più sceso. Ho iniziato a studiare musica ed altro da solo, perché i miei genitori erano poveri e non potevano farmi fare scuole. La mia scuola è la strada, la volontà e la passione che ho sempre avuto.
D) A quando risale la tua prima apparizione televisiva?
R) Io ho provato tanti anni prima di riuscire ad azzeccarne una. Ho cominciato nei primi anni ’80 nelle tv private locali. Ma è nella puntata del Maurizio Costanzo Show del 31 ottobre del 1990 che è cambiata veramente la mia vita.
D) Che cos’è per te Striscia la Notizia?
R) Uno dei pochi programmi che io farei in televisione se fossi una persona razionale e intelligente. Grazie al cielo mi è capitato di essere li già da 20 anni, e quindi anche quest’anno il 7 di gennaio sarò li. Tutto il resto, a parte qualche altra cosa come “Le Iene”, “Rai Storia” e qualche film su “Rai 4”, sarebbe da buttare.
D) Un aggettivo per descrivere Ezio Greggio?
R) Insostituibile.
D) Un momento di Striscia che ricordi con più simpatia?
R) La prima puntata, perché pensavo fosse uno scherzo e quindi fino all’ultimo chiamai mia madre per dirle “ma mi hai visto o non mi hai visto”, e lei mi disse “si ti ho visto”. Perché Striscia si registra in un bunker a 50 metri sottoterra e io ero ovattato in quella situazione. Non riuscivo a capire se era “Scherzi a Parte” o era un violento scherzo di Antonio Ricci. Finchè non sono uscito da lì, ho chiamato a casa e mia mamma mi ha detto “Si ti ho visto eri bellissimo”. Allora ho capito che la carriera cresceva, perché dopo 4 anni di Costanzo, Striscia è stato il passo più grande a livello di televisione.
D) Il lavorare presso Mediaset, azienda vicina a Silvio Berlusconi, ha mai influito sul tuo pensiero politico ed elettorale?
R) No, io sono sempre passato come uno che diceva il suo pensiero, e devo dire la verità non ho mai espresso grandi simpatie, ne da una parte ne dall’altra, perché sono sempre stato molto scettico e contro ogni tipo di potere, per cui anche quando ho espresso giudizi antieditoriali, nessuno mi ha mai imposto il silenzio oppure la censura, e devo dire la verità questo è stato l’unico motivo per cui non sono andato in Rai e non ho mai tradito l’azienda che mi ha sempre dato da lavorare. Perché nonostante tante volte io la pensassi diversamente o mi esprimessi in modo contrario alle direttive, nessuno mi ha mai tolto la mia libertà ne di parola ne di pensiero.
D) Secondo te, cosa servirebbe attualmente all’Italia per risollevarsi da questo attuale periodo cupo?
R) (Ride) Un padreterno. Purtroppo quello attuale sta invecchiando, ha un po’ di cataratta e non ci può più aiutare (ride). Ci servirebbe un padreterno perché credo che sia una situazione ormai abbastanza devastata.
D) Attualmente, tu e Marco Columbro siete in giro per l’Italia con lo spettacolo il Vizietto. Di cosa parla questa commedia?
R) La commedia oramai famosissima, diventata famosa dal film di Tognazzi negli anni ’80. E’ una coppia di omosessuali che cresce un figlio, figlio vero del maschio della coppia, che ha avuto con una ballerina 27 anni prima. Il bambino cresce con 2 omosessuali, diventa grande, si sposa con una ragazza. Si sviluppa questa storia di una coppia di fatto che cresce un figlio. Se vogliamo che sia un messaggio, possiamo fare finta che sia un messaggio, per me non è nulla di eclatante. E’una commedia che fa molto ridere, con dei momenti emozionanti. E’una grande storia d’amore che per me può avvenire, sia con gli uomini, sia con le donne, sia tra uomo e donna, l’importante è che ci sia affetto, rispetto e sentimento. Il Vizietto non ve lo racconto perché dovete venirlo a vedere, ma è veramente una commedia comica. In altri paesi del mondo non c’è più il problema delle coppie di fatto, per cui è rimasta una commedia comica. Da noi che questo problema c’è, si va via dal teatro anche con un piccolo pensiero su questo problema, e questo mi piace, perché fare teatro vuol dire anche lasciar detto qualcosa, non solo fare i comici o gli attori. Bisogna anche essere bravi a scegliere delle commedie di gusto.
D) Che cos’è per te il teatro?
R) Per me è una cosa terapeutica. Chi non ha mai fatto teatro non può capire quanto vale l’applauso alla fine della rappresentazione. E’ una cosa che non ha un valore economico, è quasi un ringraziamento nei tuoi confronti per quello che hai fatto, non ha prezzo. L’applauso del teatro, il respiro del pubblico è diverso da tutti gli altri meccanismi di cinema, televisione.
D) Nel tuo futuro cosa ci sarà oltre all’attuale rappresentazione?
R) Ripartirò il 7 gennaio con Striscia, farò 3 mesi come sempre con Ezio (Greggio ndr). Poi, in aprile sarò a Roma con uno spettacolo in omaggio a Giorgio Gaber e poi vedremo quello che succederà .
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