Forconi bollenti e note dolenti

di Giandomenico Basile - Pompose urla dal web imperversano nelle coscienze dei disillusi italiani e, da qualche tempo, in Sicilia, un manipolo di contadini, sta affilando i forconi. Hanno promesso sontuose proteste nella capitale, lo stop della produzione ed il blocco dei trasporti merci. Quest’ultimo aspetto pare decisamente il più preoccupante, dato che un paio di anni fa la cosa gli riuscì molto bene. Lasciarono i nostri supermercati con gli scaffali vuoti ed i distributori in secco. Il tutto mentre grossi trattori con le fila serrate bloccavano i caselli autostradali.

I manifestanti con i forconi in testa promettono di scagliarsi contro l’austerity di Bruxelles, esprimendosi loro malgrado con voci contraddittorie chiedendo un ritorno allo statalismo. Il tutto impastato con  populismo ed antipolitica.

Rispetto a due anni fa le premesse a questo giro non sono diverse, solo che i forconi sembrano decisamente più arroventati. E’ stato minacciato il blocco ad oltranza, in un periodo prenatalizio, dove le tredicesime in saccoccia danno una ventata di ossigeno all’asmatico tessuto economico del Paese.

A conti fatti, quindi, un blocco del genere risulterebbe una bella sciabolata, sulla crisi di consumi che attanaglia l’Italia, ormai piombata nella tanto angosciante stagnazione deflattiva (l’ISTAT conferma).

Tuttavia, sembra realmente un movimento di estrazione popolare formato da piccoli imprenditori ed allargatosi alle sigle sindacali di base dove il grosso della voce la fanno gli agricoltori ed autotrasportatori. Il movimento pare abbia preso ispirazione  dalla rivolta Bretone dei ‘’berretti rossi  francesi’’, da sempre gran maestri nell’arte della ribellione.

In ogni caso, il luogo di origine della protesta non può essere sottovalutato: tutto ciò che parte dalla Sicilia e si allarga alla penisola non va mai preso alla leggera, nell’isola dell’Etna si è scritta mezza pagina di storia Italiana, dallo sbarco dei mille alla venuta degli Yankees, decretando la vita e la morte dei Savoia.

Sicuramente, una grossa mano agli attivisti la stanno dando i social network, gli eventi di piazza Taksim, etc. sono esempi della potenza di questi mezzi e del ruolo che hanno nell’organizzare eventi di vastissima portata.

Non ci sono notizie chiare sui numeri e l’entità del movimento/manifestazione, le pagine facebook si aggirano sulle 100.000 adesioni, in crescita. Nei prossimi giorni sicuramente si diraderà la nebulosa di incertezza sulla questione e si avranno a disposizione molte notizie.

Noi, nel dubbio, rimpingueremo la dispensa con un attenzione particolare ai prodotti ittici, dato che, proteste o no, il Natale dalle nostre parti ha degli imperativi che devono essere onorati.

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