“Generare culture non violente”: 70 movimenti, 50 eventi, un solo no contro la violenza sulle donne e la discriminazione

di Luigi Laguaragnella - Il forte impegno dell’assessorato al Welfare del Comune di Bari, il sostegno del Garante Regionale dei Diritti dei Minori e l’attivo coinvolgimento di circa 70 associazioni e movimenti del territorio cittadino da lunedì prossimo daranno vita a “Generare culture non violente”, la manifestazione organizzata in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne dal 18 al 25 novembre. Grazie ad un efficace e vivace lavoro di condivisione il terzo settore cittadino, con il coinvolgimento anche di medici e dell’Università di Bari, sono stati creati circa 50 eventi tra reading, laboratori, campagne di sensibilizzazione, rappresentazioni teatrali e flash mob per diffondere il messaggio dell’uguaglianza e del rispetto di ogni sesso per prevenire ogni forma di discriminazione, anche contro le donne che in realtà oggi è ancora molto frequente a partire dagli ambiti familiari. C’è il coinvolgimento delle scuole perché l’intento di questo grande evento è di combattere la violenza sulle donne con ogni forma di espressione culturale creando spazi di dibattito e di condivisione con l’ausilio della multimedialità.

 Il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, da piazza Umberto partirà un corteo a cui si chiede di partecipare con tonalità rosse; ma durante la settimana sono numerose le possibilità di partecipare ed esprimere il proprio no contro la violenza e la discriminazione. Il 18 al Policlinico sarà inaugurata la Stanza Rosa “Anna Costanzo” per accogliere le vittime di violenze: tra i vari laboratori di sensibilizzazione che partiranno dai luoghi come Cap e Centri d’ascolto cittadini, ci sarà uno anche alla Taverna del Maltese il giorno 19. Verranno raccontate storie come “Manca poco alla felicità” il 21 novembre o sempre in questo giorno il reading presso la biblioteca dei ragazzi dal titolo “Dalla parte delle bambine”. Ci saranno laboratori di danza che coinvolgeranno anche il mondo maschile. L’intento dell’iniziativa è coinvolgere tutti gli ambiti sociali. Il 23 novembre con il flash mob “Leggiamo la violenza” in via Sparano verranno letti articoli di giornale sul tema e alla libreria Laterza ci sarà la presentazione del libro “L’ho uccisa perché l’amavo… falso”. Altro libro sarà presentato il 25: “Chiamarlo amore non si può”. 23 autrici raccontano la violenza sulle donne. E poi ci sarà spazio alla rappresentazione teatrale  “Il silenzio delle sirene” presso il Circolo Unione e nella sala consiliare delle Provincia “ Finchè morte non ci separi”. Non si può dimenticare la proiezione del corto “LegAMI” e “Ammore” il 25 novembre nell’Officina degli esordi. Tantissimi appuntamenti che puntano all’incontro delle generazioni, soprattutto gli adolescenti. E’ fondamentale divulgare i valori, come quello contro la violenza sulle donne, la quale è una da cui partono poi altri numerosi problemi sociali, attraverso il veicolo della cultura e dell’aggregazione. Eventi del genere possono aiutare a far conoscere tantissimi casi che con la condivisione possono essere risolti.

Altre installazioni multimediali e flash mob arricchiranno la settimana per dire no alla violenza contro le donne. Si tratta di un vero esempio di collaborazione, di condivisione e di progetto per un ideale che unito il terzo settore che è sempre molto attivo nei meandri più oscuri della città. Vale la pena valorizzare e partecipare.E’ consigliabile consultare il sito del Comune di Bari e chiedere informazioni al Centro di Ascolto per le famiglie Japigia che coordina la programmazione. E poi non dimenticarsi di vestirsi di rosso.

2 Commenti

  1. Strano, voi cattolici parlate di violenza sulle donne....ma il vostro libro magico non giustifica tali oscenità? (cito solo qualche pezzo, ma ne è pieno, soprattutto il levitico):

    Ogni donna impudica sarà calpestata come sterco nella via. (siracide 9,10)
    «Se un uomo trova una fanciulla vergine che non sia fidanzata, l'afferra e pecca con lei * e sono colti in flagrante, l'uomo che ha peccato con lei darà al padre della fanciulla cinquanta sicli d'argento; essa sarà sua moglie, per il fatto che egli l'ha disonorata, e non potrà ripudiarla per tutto il tempo della sua vita.» (AT Deuteronomio 22, 28)
    1 Il Signore aggiunse a Mosè: «Riferisci agli Israeliti: 2 Quando una donna sarà rimasta incinta e darà alla luce un maschio, sarà immonda per sette giorni; sarà immonda come nel tempo delle sue regole. 3 L'ottavo giorno si circonciderà il bambino. 4 Poi essa resterà ancora trentatré giorni a purificarsi dal suo sangue; non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà nel santuario, finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione. 5 Ma, se partorisce una femmina sarà immonda due settimane come al tempo delle sue regole; resterà sessantasei giorni a purificarsi del suo sangue. (Levitico 121-8)
    Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva;
    e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole
    di trasgressione. Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia. (Timoteo 1, 12 San Paolo)

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    1. Ovviamente mi riferisco alla chiara posizione del giornalista, ovviamente cattolico (mi sono imbattuto anche in altri suoi articoli)

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