TRANI (BT) - Circa 600 animali, fra cani, maiali, tacchini, galline e anatre sono stati trovati fra rifiuti, deiezioni e carcasse. Denutriti, malati e in condizioni di sporcizia estrema.
Il canile lager Dog’s hotel di Trani sotto sequestro. La custodia affidata a LNDC e UGDA. Lo riporta in una nota la Lega Nazionale Difesa del Cane.
Il canile lager Dog’s hotel di Trani è stato messo sotto sequestro dopo l’ispezione dell’Unità Operativa per la tutela degli animali, lotta a randagismo e maltrattamenti del Ministero della Salute e dei NAS di Bari. La custodia della struttura e degli animali è stata affidata a Lega Nazionale per la Difesa del Cane, UGDA (Comitato Ufficio Garante degli Animali) e al dirigente competente del Comune di Trani.
Il cancello dell’inferno in terra in cui erano richiusi, si è finalmente aperto per gli animali, oltre seicento tra cani, suini, e volatili, “detenuti” al canile privato Dog’s hotel di Trani, convenzionato con un numero rilevante di Comuni pugliesi. La tragica situazione in cui questi esseri innocenti sopravvivevano a stento tra sofferenze continue è venuta alla luce grazie al sopralluogo ispettivo della task force del Ministero della Salute, su inchiesta cui hanno dato impulso LNDC e UGDA. L’operazione - coordinata dalla dottoressa Rosalba Matassa, Responsabile dell'UO del ministero della Salute, con la collaborazione dei Nas di Bari- ha portato alla scoperta di molteplici orrori. Tra cui destano particolare indignazione episodi di sbranamento. Su molti esemplari sono infatti state riscontrate lesioni gravi da morsi, presumibilmente dovute ad aggressioni motivate da aspre battaglie per il cibo. Alcuni giacevano feriti: il muso, il dorso, le zampe portati via da morsi o dalla rogna.
Come si legge nel verbale della task force del Ministero della Salute, la maggior parte degli animali (tranne quelli di recente ingresso) “imprigionati” al Dog’s hotel sono denutriti, affetti da patologie mai curate, infestati da parassiti. Ma oltre a cibo e cure non veniva nemmeno data loro acqua sufficiente a placare la sete. “Ci siamo trovate di fronte a uno scenario da incubo. Cani scheletrici, tra i quali mamme incinte, che arrancavano in uno strato di fango alto parecchi centimetri, cuccioli di nemmeno un giorno gettati morti nei sacchi della spazzatura assieme alle deiezioni, a ossa di cani e di suini e a rifiuti di tutti i tipi ”– raccontano ancora sconvolte Emma Melica, consigliere nazionale LNDC per la Puglia, e Nunzia Rebecca Forte referente UGDA, alle quali è stata affidata la custodia giudiziale degli animali e della struttura .
Ma non è tutto. Maschi interi e femmine non sterilizzate messi negli stessi recinti, cani non registrati né microchippati in condizioni igienico sanitarie da brivido. Ulteriori responsabilità quindi si sono evidenziate a carico dell’ASL che, nonostante le continue segnalazioni da parte delle associazioni, per anni ha autorizzato questa struttura.
Al posto del benessere psico-fisico e al rispetto delle caratteristiche etologiche richieste dalla legge 281, dunque, agli “ospiti” del Dog’s hotel venivano offerti fame mai soddisfatta, sete, lesioni, sporcizia, sofferenze gravi e protratte nel tempo. Gli animali venivano ammassati in appezzamenti di terreno fangoso e sporco circondati da reticolati rabberciati alla meglio, coperti in parte da tettoie in eternit o di lamiera non coibentata. Nel verbale del sequestro preventivo redatto dal Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute si rileva che le irregolarità oggettive e la pericolosità strutturale del “rifugio” e la condotta del gestore di fatto, Riccardo Malcangi, sono “tali da potersi considerare fattispecie dei reati di cui agli articoli 727 e 544 ter del Codice Penale, ossia di maltrattamento degli animali in custodia”.
“La Lega del Cane - sottolinea Piera Rosati, presidente LNDC- si sta già attivando per spostare gli animali più indifesi in strutture idonee dell’associazione. I volontari stanno svolgendo un lavoro titanico: ben cinquecento cani da sfamare, curare e rieducare in modo che tornino ad avere fiducia e non terrore degli esseri umani, facendosi carico di risanare ciò che è stato provocato da anni di inadempienze di un “sistema” che “stava bene” a molti e che nessuno aveva interesse a far emergere”.
“Per ben due notti qualcuno si è introdotto all’interno del Dog’s hotel, ha aperto volontariamente la gabbie in modo tale che i cani si aggredissero a morte fra loro. Un fatto gravissimo per il quale le associazioni hanno già sporto denuncia – dichiara Paola Suà, presidente UGDA – E’ vergognoso che tutto ricada sulle spalle dei volontari che pagano tre volte il costo di queste situazioni: una prima volta come cittadini contribuenti, una seconda sborsando di tasca loro per gli aiuti e una terza per le sofferenze interiori di fronte a queste situazioni strazianti”.
Il canile lager Dog’s hotel di Trani sotto sequestro. La custodia affidata a LNDC e UGDA. Lo riporta in una nota la Lega Nazionale Difesa del Cane.
Il canile lager Dog’s hotel di Trani è stato messo sotto sequestro dopo l’ispezione dell’Unità Operativa per la tutela degli animali, lotta a randagismo e maltrattamenti del Ministero della Salute e dei NAS di Bari. La custodia della struttura e degli animali è stata affidata a Lega Nazionale per la Difesa del Cane, UGDA (Comitato Ufficio Garante degli Animali) e al dirigente competente del Comune di Trani.
Il cancello dell’inferno in terra in cui erano richiusi, si è finalmente aperto per gli animali, oltre seicento tra cani, suini, e volatili, “detenuti” al canile privato Dog’s hotel di Trani, convenzionato con un numero rilevante di Comuni pugliesi. La tragica situazione in cui questi esseri innocenti sopravvivevano a stento tra sofferenze continue è venuta alla luce grazie al sopralluogo ispettivo della task force del Ministero della Salute, su inchiesta cui hanno dato impulso LNDC e UGDA. L’operazione - coordinata dalla dottoressa Rosalba Matassa, Responsabile dell'UO del ministero della Salute, con la collaborazione dei Nas di Bari- ha portato alla scoperta di molteplici orrori. Tra cui destano particolare indignazione episodi di sbranamento. Su molti esemplari sono infatti state riscontrate lesioni gravi da morsi, presumibilmente dovute ad aggressioni motivate da aspre battaglie per il cibo. Alcuni giacevano feriti: il muso, il dorso, le zampe portati via da morsi o dalla rogna.
Come si legge nel verbale della task force del Ministero della Salute, la maggior parte degli animali (tranne quelli di recente ingresso) “imprigionati” al Dog’s hotel sono denutriti, affetti da patologie mai curate, infestati da parassiti. Ma oltre a cibo e cure non veniva nemmeno data loro acqua sufficiente a placare la sete. “Ci siamo trovate di fronte a uno scenario da incubo. Cani scheletrici, tra i quali mamme incinte, che arrancavano in uno strato di fango alto parecchi centimetri, cuccioli di nemmeno un giorno gettati morti nei sacchi della spazzatura assieme alle deiezioni, a ossa di cani e di suini e a rifiuti di tutti i tipi ”– raccontano ancora sconvolte Emma Melica, consigliere nazionale LNDC per la Puglia, e Nunzia Rebecca Forte referente UGDA, alle quali è stata affidata la custodia giudiziale degli animali e della struttura .
Ma non è tutto. Maschi interi e femmine non sterilizzate messi negli stessi recinti, cani non registrati né microchippati in condizioni igienico sanitarie da brivido. Ulteriori responsabilità quindi si sono evidenziate a carico dell’ASL che, nonostante le continue segnalazioni da parte delle associazioni, per anni ha autorizzato questa struttura.
Al posto del benessere psico-fisico e al rispetto delle caratteristiche etologiche richieste dalla legge 281, dunque, agli “ospiti” del Dog’s hotel venivano offerti fame mai soddisfatta, sete, lesioni, sporcizia, sofferenze gravi e protratte nel tempo. Gli animali venivano ammassati in appezzamenti di terreno fangoso e sporco circondati da reticolati rabberciati alla meglio, coperti in parte da tettoie in eternit o di lamiera non coibentata. Nel verbale del sequestro preventivo redatto dal Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute si rileva che le irregolarità oggettive e la pericolosità strutturale del “rifugio” e la condotta del gestore di fatto, Riccardo Malcangi, sono “tali da potersi considerare fattispecie dei reati di cui agli articoli 727 e 544 ter del Codice Penale, ossia di maltrattamento degli animali in custodia”.
“La Lega del Cane - sottolinea Piera Rosati, presidente LNDC- si sta già attivando per spostare gli animali più indifesi in strutture idonee dell’associazione. I volontari stanno svolgendo un lavoro titanico: ben cinquecento cani da sfamare, curare e rieducare in modo che tornino ad avere fiducia e non terrore degli esseri umani, facendosi carico di risanare ciò che è stato provocato da anni di inadempienze di un “sistema” che “stava bene” a molti e che nessuno aveva interesse a far emergere”.
“Per ben due notti qualcuno si è introdotto all’interno del Dog’s hotel, ha aperto volontariamente la gabbie in modo tale che i cani si aggredissero a morte fra loro. Un fatto gravissimo per il quale le associazioni hanno già sporto denuncia – dichiara Paola Suà, presidente UGDA – E’ vergognoso che tutto ricada sulle spalle dei volontari che pagano tre volte il costo di queste situazioni: una prima volta come cittadini contribuenti, una seconda sborsando di tasca loro per gli aiuti e una terza per le sofferenze interiori di fronte a queste situazioni strazianti”.