BARI - Richiesta di dimissioni al presidente Vendola che non ha colto il merito della questione. E’ stata questa la posizione espressa del capogruppo Pdl Ignazio Zullo che ha ricordato, a titolo di esempio, come il PD in questi giorni stia chiedendo le dimissioni del Ministro Cancellieri “che è stato protagonista di una telefonata inopportuna”. E’ questo, quindi, l’ambito in cui deve essere ricondotta la questione odierna.
Zullo ha parlato di “tristezza della politica”: triste il ridere di Vendola nella telefonata intercettata, triste il chiamare il responsabile ILVA delle relazioni esterne Archinà deridendo un giornalista etichettato come provocatore. D’altronde come di spiega che un presidente come Vendola abituato a fare battaglie politiche contri i giganti, debba poi assoggettarsi a tali telefonate per captare la benevolenza dell’azienda e riuscire a indurla a installare le centraline per la rilevazione dell’inquinamento ?
“Che forza diamo alle nostre leggi ” si è chiesto il capogruppo Pdl, “se poi sente la necessità di chiamare Archinà , di compiacersi con lui, di ridere e deridere un giornalista, di far conoscere ai Riva che non si è “defilato” per poterne ottenere l’osservanza da parte dell’ILVA? “
Vendola ha “deriso la sua coscienza e la istituzione che rappresenta”. Di qui la richiesta di dimissioni al presidente che è stato invitato “a rivedere la sua storia politica e a preservarne la nitidezza di cui si fa vanto!”
“L’aula non né il TAR ne’ il Consiglio di Stato” ha detto il capogruppo PD Giuseppe Romano. All’assemblea legislativa spetta il giudizio politico, quello su lavoro svolto dal 2005 ad oggi e non certo su una intercettazione “contestualizzata in una battaglia politica”, espressione del “corto circuito” presente nel Paese. “Quello che mi ha colpito nella telefonata - ha aggiunto – è lo scatto felino di Archinà ’ , ma cosa c’entra con il lavoro svolto in questi anni che è patrimonio del centro sinistra ?”
Romano ha ricordato i provvedimenti approvati anche con riferimento alla istituzione del Registro tumori e per mettere l’ARPA nelle condizioni di essere operativa. E ha espresso la sua tristezza per la fase che si sta vivendo in cui “la vetrina ha preso il sopravvento sui fatti”. Ma il giudizio storico farà giustizia al riguardo, in particolare con riferimento al presidente Vendola.
Il capogruppo Udc Salvatore Negro ha ribadito la linea garantista del suo schieramento . “L’azione politica di un uomo – ha detto - non puo’ essere giudicata con un frammento di intercettazione, quindi attendiamo l’esito della indagine della magistratura”. Comprendo l’amarezza del Presidente Vendola del quale riconosco l’impegno per i diversi provvedimenti anti diossina e polveri sottili messi in campo, “spesso contratati dall’industria” e non supportati dal Governo nazionale.
Aldo Aloisi (Pdl) ha respinto l’assunto del presidente Vendola di aver trovato nel 2005 un disastro. “C’era una compagine legislativa – ha affermato – che tentava di dare una risposta organica alla questione” e ha respinto la logica manichea che si è creata: da una parte i buoni e dall’altra i cattivi. Vendola ha parlato di “sciacallaggio mediatico”, ma perché non si pone qualche dubbio – ha chiesto Aloisi – quando riguarda anche gli altri ? La telefonata intercettata rappresenta “una scivolata” rispetto alla quale il presidente non ha avuto la sensibilità personale di ammettere di avere sbagliato e “di dire una parola ai pugliesi e al giornalista” che ha offeso.
Zullo ha parlato di “tristezza della politica”: triste il ridere di Vendola nella telefonata intercettata, triste il chiamare il responsabile ILVA delle relazioni esterne Archinà deridendo un giornalista etichettato come provocatore. D’altronde come di spiega che un presidente come Vendola abituato a fare battaglie politiche contri i giganti, debba poi assoggettarsi a tali telefonate per captare la benevolenza dell’azienda e riuscire a indurla a installare le centraline per la rilevazione dell’inquinamento ?
“Che forza diamo alle nostre leggi ” si è chiesto il capogruppo Pdl, “se poi sente la necessità di chiamare Archinà , di compiacersi con lui, di ridere e deridere un giornalista, di far conoscere ai Riva che non si è “defilato” per poterne ottenere l’osservanza da parte dell’ILVA? “
Vendola ha “deriso la sua coscienza e la istituzione che rappresenta”. Di qui la richiesta di dimissioni al presidente che è stato invitato “a rivedere la sua storia politica e a preservarne la nitidezza di cui si fa vanto!”
“L’aula non né il TAR ne’ il Consiglio di Stato” ha detto il capogruppo PD Giuseppe Romano. All’assemblea legislativa spetta il giudizio politico, quello su lavoro svolto dal 2005 ad oggi e non certo su una intercettazione “contestualizzata in una battaglia politica”, espressione del “corto circuito” presente nel Paese. “Quello che mi ha colpito nella telefonata - ha aggiunto – è lo scatto felino di Archinà ’ , ma cosa c’entra con il lavoro svolto in questi anni che è patrimonio del centro sinistra ?”
Romano ha ricordato i provvedimenti approvati anche con riferimento alla istituzione del Registro tumori e per mettere l’ARPA nelle condizioni di essere operativa. E ha espresso la sua tristezza per la fase che si sta vivendo in cui “la vetrina ha preso il sopravvento sui fatti”. Ma il giudizio storico farà giustizia al riguardo, in particolare con riferimento al presidente Vendola.
Il capogruppo Udc Salvatore Negro ha ribadito la linea garantista del suo schieramento . “L’azione politica di un uomo – ha detto - non puo’ essere giudicata con un frammento di intercettazione, quindi attendiamo l’esito della indagine della magistratura”. Comprendo l’amarezza del Presidente Vendola del quale riconosco l’impegno per i diversi provvedimenti anti diossina e polveri sottili messi in campo, “spesso contratati dall’industria” e non supportati dal Governo nazionale.
Aldo Aloisi (Pdl) ha respinto l’assunto del presidente Vendola di aver trovato nel 2005 un disastro. “C’era una compagine legislativa – ha affermato – che tentava di dare una risposta organica alla questione” e ha respinto la logica manichea che si è creata: da una parte i buoni e dall’altra i cattivi. Vendola ha parlato di “sciacallaggio mediatico”, ma perché non si pone qualche dubbio – ha chiesto Aloisi – quando riguarda anche gli altri ? La telefonata intercettata rappresenta “una scivolata” rispetto alla quale il presidente non ha avuto la sensibilità personale di ammettere di avere sbagliato e “di dire una parola ai pugliesi e al giornalista” che ha offeso.
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