BARI - "Oggi ci troviamo di fronte al disvelamento di una sgrammaticatura, forse ad un eccesso di confidenza risalente al 2010 ma non certo di fronte ad una prova di connivenza tra Vendola e Ilva". Lo afferma Gaetano Cataldo, coordinatore regionale pugliese di Sinistra, Ecologia e Liberta', a proposito della intercettazione della telefonata pubblicata oggi della conversazione tra il presidente della Regione Puglia e l'ex responsabile delle relazioni istituzionali dell'Ilva Girolamo Archina'.
"Dal 2005 a oggi la questione Ilva divampa - aggiunge Cataldo - ma e' certo che nei confronti di Riva non c'e' mai stata alcuna sudditanza da parte della Regione Puglia e del suo Presidente. Perche' non viene analizzato il contesto storico della telefonata del 2010 divulgata oggi? Qualcuno ricorda che proprio in quei mesi l'Ilva minacciava licenziamenti, a seguito delle iniziative del governo regionale sul benzo(a)pirene?", si chiede Cataldo.
"Si spiega cosi' il tono conciliante della telefonata di Nichi. Tutta questa storia, la storia di Sel e dei suoi militanti nei territori si riassume piuttosto nelle iniziative politica, a tutela del diritto al lavoro e del diritto alla salute: le leggi contro la diossina, i furani, il benzo(a)pirene, la legge sul danno sanitario, le imposizioni per la copertura dei nastri e per l'istallazione degli impianti ad urea per l'abbattimento della diossina sono prove contrarie, evidenze di un rapporto tutt'altro che dimesso, con una grande azienda. Nichi Vendola non e' complice", spiega Cataldo. "E' fautore di una discontinuita' nella storia di Taranto e della Puglia. Certamente avrebbe potuto non fare nulla. Si sarebbe risparmiato le telefonate con Archina'. Ma sarebbe stato un politico mediocre. Invece ha fatto il suo dovere. Ed e' per questo - conclude Cataldo - che una risata, magari inopportuna, non ci seppellira"'.
"Dal 2005 a oggi la questione Ilva divampa - aggiunge Cataldo - ma e' certo che nei confronti di Riva non c'e' mai stata alcuna sudditanza da parte della Regione Puglia e del suo Presidente. Perche' non viene analizzato il contesto storico della telefonata del 2010 divulgata oggi? Qualcuno ricorda che proprio in quei mesi l'Ilva minacciava licenziamenti, a seguito delle iniziative del governo regionale sul benzo(a)pirene?", si chiede Cataldo.
"Si spiega cosi' il tono conciliante della telefonata di Nichi. Tutta questa storia, la storia di Sel e dei suoi militanti nei territori si riassume piuttosto nelle iniziative politica, a tutela del diritto al lavoro e del diritto alla salute: le leggi contro la diossina, i furani, il benzo(a)pirene, la legge sul danno sanitario, le imposizioni per la copertura dei nastri e per l'istallazione degli impianti ad urea per l'abbattimento della diossina sono prove contrarie, evidenze di un rapporto tutt'altro che dimesso, con una grande azienda. Nichi Vendola non e' complice", spiega Cataldo. "E' fautore di una discontinuita' nella storia di Taranto e della Puglia. Certamente avrebbe potuto non fare nulla. Si sarebbe risparmiato le telefonate con Archina'. Ma sarebbe stato un politico mediocre. Invece ha fatto il suo dovere. Ed e' per questo - conclude Cataldo - che una risata, magari inopportuna, non ci seppellira"'.
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