ROMA - Il giudice civile di Roma ha condannato la Presidenza del Consiglio e risarcire 80 mila euro a Anna Maria Giannone, madre di Jennifer Zacconi, 22 anni, di Olmo di Martellago (Venezia), uccisa al nono mese di gravidanza e sepolta in una buca. La condanna e' dovuta all'inadempimento di una direttiva europea da parte dello Stato.
Per il delitto era stato condannato a 30 anni di reclusione Lucio Niero, che aveva avuto una relazione con la vittima. L'uomo era stato condannato a una provvisionale di 80mila euro alla madre di Jessica e di 85mila euro ad altri suoi congiunti. Anche dall'ammissione di Niero al gratuito patrocinio era, però, emersa la sua impossibilità di liquidare la somma. Da qui la richiesta della madre e del nonno di Jessica, assistiti dagli avvocati Claudio Defilippi e Debora Bosi, di condannare la Presidenza del Consiglio e il Ministero della Giustizia per la mancata attuazione della direttiva europea 80 del 2004 che conferisce ''alle singole vittime di reati intenzionali violenti, alle quali non sia stato possibile conseguire il risarcimento del danno del reo, il diritto a percepire dallo Stato membro di residenza l'indennizzo equo e adeguato''. Il risarcimento è stato concesso alla madre di Jessica, non al nonno, mentre la Presidenza del Consiglio, non il Ministero, è tenuta al risarcimento perché gli spetta ''la responsabilità per l'attuazione degli impegni assunti nell'ambito dell'Unione europea''. (ANSA)
Per il delitto era stato condannato a 30 anni di reclusione Lucio Niero, che aveva avuto una relazione con la vittima. L'uomo era stato condannato a una provvisionale di 80mila euro alla madre di Jessica e di 85mila euro ad altri suoi congiunti. Anche dall'ammissione di Niero al gratuito patrocinio era, però, emersa la sua impossibilità di liquidare la somma. Da qui la richiesta della madre e del nonno di Jessica, assistiti dagli avvocati Claudio Defilippi e Debora Bosi, di condannare la Presidenza del Consiglio e il Ministero della Giustizia per la mancata attuazione della direttiva europea 80 del 2004 che conferisce ''alle singole vittime di reati intenzionali violenti, alle quali non sia stato possibile conseguire il risarcimento del danno del reo, il diritto a percepire dallo Stato membro di residenza l'indennizzo equo e adeguato''. Il risarcimento è stato concesso alla madre di Jessica, non al nonno, mentre la Presidenza del Consiglio, non il Ministero, è tenuta al risarcimento perché gli spetta ''la responsabilità per l'attuazione degli impegni assunti nell'ambito dell'Unione europea''. (ANSA)
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