Intervista a Corrado Nuzzo (e Maria Di Biase): “Una regista francese ci ha scelti per una nuova commedia”


A cura di Daniele Martini.

Intervista al comico Corrado Nuzzo (e Maria Di Biase).

D. Com'è nato il duo tra te e Maria e com'è la vostra esperienza a "Quelli che il calcio"?

R. Il fatto di unirci è stato un percorso iniziato tanti anni fa che portiamo avanti, fortunatamente, con grande divertimento. Abbiamo fatto 10 anni di lavoro insieme e siamo quest'anno, per la prima volta, a "Quelli che il calcio". E' una cosa incredibile perché ritorniamo, dopo averla fatta già con la Gialappa's, ad una trasmissione in diretta che dà tutta l'adrenalina del caso.

D. Per quel che riguarda il calcio, di quale squadra sei tifoso?

R. Io sono tifoso dell'Inter e anche Maria lo è. Devo dire, però, che non sono un grandissimo tifoso. Seguo un po' il calcio in generale. Ma la mia famiglia tifa per l'Inter ed io, quindi, seguo la tradizione.

D.  Sei nato a Tricase nel leccese. Quanto ti manca la Puglia? Vieni spesso qui?

R. Io torno in Puglia durante l’estate e poi, quando posso, faccio un salto a trovare tutti i miei parenti. E’ anche una delle zone che io e Maria abbiamo come riferimento per la parte creativa e quindi, quando possiamo, ci rifugiamo nel Salento a creare nuovi personaggi. Quelli che abbiamo proposto a "Quelli che il calcio" li abbiamo creati a fine agosto in riva al mare.

D. Hai fatto tanto teatro con Maria Di Biase. Qual e’ lo spettacolo, fino ad ora, che più ti è rimasto nel cuore?

R. L'ultimo, che porteremo anche quest'anno in giro per la Puglia, si chiama "Paradossi e parastinchi". Ci rappresenta di più perché è uno spettacolo maturo, dove riusciamo a dare il meglio di noi, perché una coppia comica si crea con il tempo. Noi, appunto, abbiamo lavorato insieme tanto in teatro, abbiamo fatto una commedia con Gioele Dix che era "Sogno di una notte di mezza estate" che voglio segnalare perché è stato un bel momento. Ho lavorato tanto con Natalino Balasso. Però, tutta l'esperienza che abbiamo fatto io e Maria negli anni, l'abbiamo fatta confluire in questo spettacolo che è "Paradossi e parastinchi", e questo ci rappresenta molto con la regia di Massimo Navone.
Un'altra cosa a cui teniamo, è un'anticipazione: una regista francese ci ha scelti per una commedia a due, una commedia francese che amiamo moltissimo, che metteremo in piedi a maggio, subito dopo l'esperienza televisiva di "Quelli che il calcio".

D. Nell’ambito televisivo hai lavorato molto con la Gialappa's con "Mai dire martedì". Un tuo ricordo personale di questa esperienza lavorativa

R. Quelli della Gialappa's sono i nostri padri, televisivamente parlando, perché sono stati i primi che hanno creato la coppia, che ci hanno scelto ed hanno creduto in noi. Poi abbiamo fatto sei trasmissioni con loro riuscendo a creare tantissimi personaggi. Con la troupe siamo andati anche in Salento con la partecipazione straordinaria di mia nonna. Ci siamo molto divertiti con loro, ci hanno dato modo di fare un tipo di televisione dove la creatività ti mette in primo piano.
Poi siamo passati a Zelig ed, anche lì, un'esperienza grandiosa. Lì ci confrontavamo con il live, con la diretta, con 2500 persone che si trovavano in sala. E' stata una grande palestra con Gino e Michele e Giancarlo Bozzo che ci hanno seguiti in tutto quello che abbiamo fatto.
Ed, infine, "Quelli che il calcio": una nuova esperienza soprattutto perché è il pubblico del pomeriggio. Ogni volta che cambiamo palcoscenico cerchiamo di creare delle cose ad hoc per quel tipo di contenitore.

D. Che consiglio dai a un giovane che vorrebbe intraprendere la carriera nel mondo dello spettacolo?

R. Bisogna partire dal teatro, partire dai fondamenti e cercare di fare quanta più esperienza teatrale, e poi abbinarla a qualunque altro tipo di esperienza di linguaggio come la radio. Noi  tutte le settimane siamo a RadioDue con il grande Enrico Vaime. Bisogna inoltre studiare tanto e cercare di fare qualsiasi tipo di esperienza, dal musical al teatro di strada, dal cabaret alle commedie, fino ad arrivare al cinema ed al teatro. Costruire, poi, piano piano, un proprio linguaggio e cercare di declinarlo nelle altre forme dello spettacolo.

D. Un saluto ai lettori del Giornale di Puglia

R. Un saluto da parte di Corrado Nuzzo e Maria Di Biase e ci vediamo a "Quelli che il calcio".
  

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