BARI - "Apprendo dalle news oinline del Consiglio regionale, che il consigliere democratico Fabiano Amati ha scritto, insieme con il capogruppo del Pdl, Ignazio Zullo, una lettera al presidente Vendola e all'assessore Nicastro, sottoponendo il tema 'lentezze burocratiche nei procedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale'. Una questione reale, ma che non è di certo attribuibile a responsbailità della struttura che se ne occupa. Come ben sanno sia Amati sia Zullo, ad appesantire e rallentare la mole di lavoro dell'assessorato, ci sono il blocco delle assunzioni e le questioni legate ai limiti che il Patto di stabilità impone a tutte le pubbliche amministrazioni". Lo sottolinea il capogruppo del Pd alla Regione Puglia, Pino Romano.
"Detto questo - aggiunge - sono sorpreso e confuso dall'atteggiamento del collega di gruppo Fabiano Amati, che non condivido nè sotto il profilo politico nè dal punto di vista personale. Quando ha deciso di scrivere la lettera a Vendola e Nicastro, avrebbe potuto chiedere al suo capogruppo di cofirmarla, ammesso sempre che io l'avessi condivisa. Pur tuttavia, comprendo che spesso le esigenze della visibilità mediatica prevalgono e quindi capisco che una riflessione a firma Romano-Amati non avrebbe avuto la stessa eco desiderata sugli organi di informazione, come quella di una lettera con il capo dell'opposizione".
"Infine - conclude Romano - la mia esperienza politica mi suggerisce di non meravigliarmi più di tanto, poiché colloco tali iniziative nell'epoca delle grandi intese all'italiana, mentre rimango sempre più dell'avviso che occorre recuperare il rapporto con gli elettori, un traguardo che si conquista con la spina dorsale dritta, merito programamtico e linearità di comportamenti".
"Detto questo - aggiunge - sono sorpreso e confuso dall'atteggiamento del collega di gruppo Fabiano Amati, che non condivido nè sotto il profilo politico nè dal punto di vista personale. Quando ha deciso di scrivere la lettera a Vendola e Nicastro, avrebbe potuto chiedere al suo capogruppo di cofirmarla, ammesso sempre che io l'avessi condivisa. Pur tuttavia, comprendo che spesso le esigenze della visibilità mediatica prevalgono e quindi capisco che una riflessione a firma Romano-Amati non avrebbe avuto la stessa eco desiderata sugli organi di informazione, come quella di una lettera con il capo dell'opposizione".
"Infine - conclude Romano - la mia esperienza politica mi suggerisce di non meravigliarmi più di tanto, poiché colloco tali iniziative nell'epoca delle grandi intese all'italiana, mentre rimango sempre più dell'avviso che occorre recuperare il rapporto con gli elettori, un traguardo che si conquista con la spina dorsale dritta, merito programamtico e linearità di comportamenti".
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