di Luca Losito - Non c'è niente da fare, la crisi del Milan pare infinita. Ormai sembra di essere di fronte ad un caso patologico, un paziente che non riesce a rialzarsi neanche quando il Manfredini di turno gli tende la mano lasciando i suoi in 10 per un'ora abbondante. Il pari con il Genoa deprime l'ambiente, forse ancor più di quanto non avesse fatto quello col Chievo. Di questo passo si farà fatica a raggiungere persino metà classifica.
Eppure era cominciato tutto al meglio: splendido lancio di De Jong, controllo perfetto di Kakà in area e destro velenoso a firmare l'1-0 dopo soli 4 minuti. Poi, quasi a ricordare l'annata sventurata, dopo pochi giri di lancette Emanuelson stende ingenuamente Vrsaljko. E' rigore, Gilardino dagli 11 metri non perdona. Il Milan torna nel pallone, rallenta e rischia anche qualcosina in contropiede. La svolta, positiva, sembra arrivare al minuto 37: Manfredini stende Balotelli, rigore ed espulsione per lo stopper ligure. SuperMario però conferma la sua evoluzione, scarabocchiando dal dischetto l'occasione del nuovo sorpasso. Momento nerissimo per il 45 rossonero che giocherà una delle sue peggiori gare dal momento dell'arrivo. Il Milan continua a spingere, ma non riesce a segnare prima del duplice fischio.
La ripresa ha un chiaro spartito: Milan in avanti, Genoa in affanno. Neanche troppo, a dire il vero. I rossoneri spingono, crossano, tirano, ma il più delle volte lo fanno in maniera velleitaria. Si perde il conto dei palloni finiti in curva, come anche quello dei corner battuti senza costrutto alcuno. Le uniche occasioni di rilievo capitano a Matri e Kakà, ma Perin risponde presente. All'ultimo istante, quasi a voler fotografare il momento del Milan, palla-gol clamorosa per Zapata: il colombiano, da 0 metri, calcia a lato. Allegri lascia in campo con un sorriso che sa tanto di rassegnazione alla miseria tecnica in cui è decaduto il Milan.
Finisce così. L'1-1 sorride a Gasperini, imbattuto dal suo arrivo, e inguaia ancor più il Milan a pochi giorni da una sfida vitale. Si giocherà a Glasgow, nella tana del Celtic. Una serata tosta dalla quale il Milan non può uscire con le ossa rotte se vuole preservare l'avventura europea. Tuttavia, per notti come quella di mercoledì servirebbero giocatori di un certo tipo e, ad oggi, in questo Milan, ne contiamo davvero pochi.
Eppure era cominciato tutto al meglio: splendido lancio di De Jong, controllo perfetto di Kakà in area e destro velenoso a firmare l'1-0 dopo soli 4 minuti. Poi, quasi a ricordare l'annata sventurata, dopo pochi giri di lancette Emanuelson stende ingenuamente Vrsaljko. E' rigore, Gilardino dagli 11 metri non perdona. Il Milan torna nel pallone, rallenta e rischia anche qualcosina in contropiede. La svolta, positiva, sembra arrivare al minuto 37: Manfredini stende Balotelli, rigore ed espulsione per lo stopper ligure. SuperMario però conferma la sua evoluzione, scarabocchiando dal dischetto l'occasione del nuovo sorpasso. Momento nerissimo per il 45 rossonero che giocherà una delle sue peggiori gare dal momento dell'arrivo. Il Milan continua a spingere, ma non riesce a segnare prima del duplice fischio.
La ripresa ha un chiaro spartito: Milan in avanti, Genoa in affanno. Neanche troppo, a dire il vero. I rossoneri spingono, crossano, tirano, ma il più delle volte lo fanno in maniera velleitaria. Si perde il conto dei palloni finiti in curva, come anche quello dei corner battuti senza costrutto alcuno. Le uniche occasioni di rilievo capitano a Matri e Kakà, ma Perin risponde presente. All'ultimo istante, quasi a voler fotografare il momento del Milan, palla-gol clamorosa per Zapata: il colombiano, da 0 metri, calcia a lato. Allegri lascia in campo con un sorriso che sa tanto di rassegnazione alla miseria tecnica in cui è decaduto il Milan.
Finisce così. L'1-1 sorride a Gasperini, imbattuto dal suo arrivo, e inguaia ancor più il Milan a pochi giorni da una sfida vitale. Si giocherà a Glasgow, nella tana del Celtic. Una serata tosta dalla quale il Milan non può uscire con le ossa rotte se vuole preservare l'avventura europea. Tuttavia, per notti come quella di mercoledì servirebbero giocatori di un certo tipo e, ad oggi, in questo Milan, ne contiamo davvero pochi.
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