di Luca Losito - E' giunto il momento di dirlo, l'era Berlusconi è finita. Con un potere d'acquisto ridotto al pari delle provinciali, d'altronde, non poteva essere altrimenti. Proprio per questo, s'è gridato al miracolo dopo il 3° posto centrato dalla truppa di Allegri a Maggio. Un segnale, un avvertimento, al quale Silvio non ha risposto. I risultati e la rosa attuali son lì a testimoniarlo, mai visto prima d'ora qualcosa di simile dalle parti di Milanello: il trionfo della mediocrità, di tale portata da mandare in tilt anche tecnico e i pochi elementi di spicco rimasti.
Balotelli, Montolivo, De Sciglio ed El Shaarawy, i quattro nazionali, erano lo zoccolo duro sul quale ricostruire un Milan giovane e vincente, e invece, anche loro, annaspano tra gli svarioni di Zapata, le amnesie di Constant, le papere di Abbiati, l'inefficienza di “bomber” Matri e fermiamoci qui che è meglio. La cronaca della gara è un copione già scritto: rossoneri che cercano, invano, la via del gol, e ospiti che passano alla prima distrazione. Ennesimo gol subito su palla inattiva, fatale la fortuita deviazione di Muntari (autore di un fallo ingenuo, ndr) sulla punizione di Vargas. Lo 0-1, pur immeritato, fa emergere i limiti caratteriali di questo piccolo Milan, che praticamente non reagisce al gol subito. Sorvoliamo sulle irritanti simulazioni di Balotelli in area, come detto sopra, non per giustificarlo, anche i migliori hanno perso guizzi e lucidità nel marasma generale.
Nella ripresa ci si aspetta di più, si auspica quanto meno un accenno di reazione e invece accade poco o nulla dalle parti di Neto. Così, al 70', Allegri opta per un assetto più offensivo: fuori Muntari, dentro Saponara. Mossa fatale. I rossoneri si sbilanciano in avanti, senza riuscire a far breccia nella difesa viola, lasciando spazi incredibili: al 78' Joaquin ubriaca Saponara e crossa dall'interno dell'area, Gabriel smanaccia in maniera goffa servendo Borja Valero, l'ottimo centrocampista iberico insacca agevolmente il 2-0. E' il colpo del Ko. Lo stadio esplode di rabbia, Galliani lascia la tribuna e i rossoneri vanno completamente nel pallone. Si rischia il 3-0 in più occasioni, la squadra ormai non c'è più con la testa. La gara, fortunatamente, finisce senza ulteriori gol subiti.
Tornando a quanto detto sopra, questo non è Milan. Di fatto, alla sorridente Fiorentina di ieri, mancavano persino giocatori come Cuadrado, Gomez e Pizarro, gente che in questo Milan sarebbe titolarissima. Beh, se siamo giunti a tal punto, se si deve guardare dal basso verso l'alto anche realtà che hanno sempre rincorso e imitato il clan rossonero, allora, forse, è davvero meglio finirla qui. Vargas e Borja Valero hanno scritto l'epitaffio, ora, Sivlio, prenda atto e passi mano. Facile a dirsi, meno a farsi. Il cambio di presidenza non è uno scherzo, la staffetta Moratti-Tohir è lì a dimostrarlo, ma l'assenza assoluta di investimenti e programmazione non può più essere sopportata dagli encomiabili tifosi rossoneri.
Balotelli, Montolivo, De Sciglio ed El Shaarawy, i quattro nazionali, erano lo zoccolo duro sul quale ricostruire un Milan giovane e vincente, e invece, anche loro, annaspano tra gli svarioni di Zapata, le amnesie di Constant, le papere di Abbiati, l'inefficienza di “bomber” Matri e fermiamoci qui che è meglio. La cronaca della gara è un copione già scritto: rossoneri che cercano, invano, la via del gol, e ospiti che passano alla prima distrazione. Ennesimo gol subito su palla inattiva, fatale la fortuita deviazione di Muntari (autore di un fallo ingenuo, ndr) sulla punizione di Vargas. Lo 0-1, pur immeritato, fa emergere i limiti caratteriali di questo piccolo Milan, che praticamente non reagisce al gol subito. Sorvoliamo sulle irritanti simulazioni di Balotelli in area, come detto sopra, non per giustificarlo, anche i migliori hanno perso guizzi e lucidità nel marasma generale.
Nella ripresa ci si aspetta di più, si auspica quanto meno un accenno di reazione e invece accade poco o nulla dalle parti di Neto. Così, al 70', Allegri opta per un assetto più offensivo: fuori Muntari, dentro Saponara. Mossa fatale. I rossoneri si sbilanciano in avanti, senza riuscire a far breccia nella difesa viola, lasciando spazi incredibili: al 78' Joaquin ubriaca Saponara e crossa dall'interno dell'area, Gabriel smanaccia in maniera goffa servendo Borja Valero, l'ottimo centrocampista iberico insacca agevolmente il 2-0. E' il colpo del Ko. Lo stadio esplode di rabbia, Galliani lascia la tribuna e i rossoneri vanno completamente nel pallone. Si rischia il 3-0 in più occasioni, la squadra ormai non c'è più con la testa. La gara, fortunatamente, finisce senza ulteriori gol subiti.
Tornando a quanto detto sopra, questo non è Milan. Di fatto, alla sorridente Fiorentina di ieri, mancavano persino giocatori come Cuadrado, Gomez e Pizarro, gente che in questo Milan sarebbe titolarissima. Beh, se siamo giunti a tal punto, se si deve guardare dal basso verso l'alto anche realtà che hanno sempre rincorso e imitato il clan rossonero, allora, forse, è davvero meglio finirla qui. Vargas e Borja Valero hanno scritto l'epitaffio, ora, Sivlio, prenda atto e passi mano. Facile a dirsi, meno a farsi. Il cambio di presidenza non è uno scherzo, la staffetta Moratti-Tohir è lì a dimostrarlo, ma l'assenza assoluta di investimenti e programmazione non può più essere sopportata dagli encomiabili tifosi rossoneri.
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