di Luca Losito. Milan al punto di non ritorno. L'ennesima prova incolore dei rossoneri ricaccia la squadra nel ciclone della critica. Lo 0 a 0 del Bentegodi, con un Chievo ultimo e derelitto, rischia di essere il capolinea per Massimiliano Allegri. Ai piani alti, evidentemente, serve un capro espiatorio e la decisione dovrebbe arrivare proprio dal Presidente Berlusconi.
La cronaca della gara è stucchevole, soprattutto per quanto riguarda le battute iniziali. Il primo tempo dei rossoneri è abominevole. Il 4-4-1-1, riproposto dopo la gara col Barcellona, non punge e, anzi, vede i clivensi rendersi più pericolosi in ripartenza. Abbiati risponde presente, gli altri 10 in campo invece sembrano appollaiati altrove. La manovra è lenta, impacciata, farraginosa. L'unica occasione capita a Poli, che calcia fuori da buona posizione. Troppo poco, soprattutto considerando il valore dell'avversario affrontato. Il primo tempo, per quanto triste può sembrare, è tutto qui.
L'intervallo scuote i rossoneri. Il Milan prende coraggio, coraggio offensivo. Vero che è il Chievo al 7' st a gettare al vento con Rigoni, in contropiede, una clamorosa palla-gol, ma il ritmo rossonero si alza e il possesso palla si traduce in tre occasioni-gol: ci provano Muntari, Emanuelson e Mexes, da lontano,e Puggioni mostra doti da superman. Il senso della partita è cambiato. Ci sono più spazi e, diciamo, anche idee. L'ingresso di Robinho per Muntari offre al Milan una logica spinta in più (ma perché non prima, Allegri?). I guai attorno a Puggioni crescono, un contropiede di Paloschi (29' st) finisce in gol, e un filo di fuorigioco cancella tutto. Ma è del Milan la palla-gol super al 34', Robinho in slalom batte a rete, il palo respinge, Kakà riprende e manda alto a porta sguarnita. Segno inconfutabile dello 0-0 finale.
Di fatti, finisce proprio così, tra i nervosismi di due squadre in piena crisi, con le espulsioni di Pellissier e Montolivo. Non sembra esserci fine all'Odissea rossonera, neanche l'esonero di Allegri pare possa ricucire tutte le falle di una rosa mal assortita. Ora ci sarà la sosta, utile per rifiatare e soprattutto riordinare le poche e confuse idee. Poi, coi rientri di Balotelli, De Sciglio ed El Shaarawy potrebbe arrivare quel briciolo di entusiasmo che questa squadra stenta trasmettere, persino contro l'ultima della classe.
La cronaca della gara è stucchevole, soprattutto per quanto riguarda le battute iniziali. Il primo tempo dei rossoneri è abominevole. Il 4-4-1-1, riproposto dopo la gara col Barcellona, non punge e, anzi, vede i clivensi rendersi più pericolosi in ripartenza. Abbiati risponde presente, gli altri 10 in campo invece sembrano appollaiati altrove. La manovra è lenta, impacciata, farraginosa. L'unica occasione capita a Poli, che calcia fuori da buona posizione. Troppo poco, soprattutto considerando il valore dell'avversario affrontato. Il primo tempo, per quanto triste può sembrare, è tutto qui.
L'intervallo scuote i rossoneri. Il Milan prende coraggio, coraggio offensivo. Vero che è il Chievo al 7' st a gettare al vento con Rigoni, in contropiede, una clamorosa palla-gol, ma il ritmo rossonero si alza e il possesso palla si traduce in tre occasioni-gol: ci provano Muntari, Emanuelson e Mexes, da lontano,e Puggioni mostra doti da superman. Il senso della partita è cambiato. Ci sono più spazi e, diciamo, anche idee. L'ingresso di Robinho per Muntari offre al Milan una logica spinta in più (ma perché non prima, Allegri?). I guai attorno a Puggioni crescono, un contropiede di Paloschi (29' st) finisce in gol, e un filo di fuorigioco cancella tutto. Ma è del Milan la palla-gol super al 34', Robinho in slalom batte a rete, il palo respinge, Kakà riprende e manda alto a porta sguarnita. Segno inconfutabile dello 0-0 finale.
Di fatti, finisce proprio così, tra i nervosismi di due squadre in piena crisi, con le espulsioni di Pellissier e Montolivo. Non sembra esserci fine all'Odissea rossonera, neanche l'esonero di Allegri pare possa ricucire tutte le falle di una rosa mal assortita. Ora ci sarà la sosta, utile per rifiatare e soprattutto riordinare le poche e confuse idee. Poi, coi rientri di Balotelli, De Sciglio ed El Shaarawy potrebbe arrivare quel briciolo di entusiasmo che questa squadra stenta trasmettere, persino contro l'ultima della classe.
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