di Alfredo De Giuseppe. TRICASE (LE) - Poi ci sono delle estati che non finiscono mai. Iniziano ad aprile, magari il giorno di Pasquetta e a fine ottobre ancora si va al mare. In quelle stagioni, a Tricase Porto c’è sempre qualcuno, il giorno di Ognissanti, che fa il bagno. Il microclima di Tricase non è stato studiato a fondo e le differenze fra il bassopiano di Scorrano-Maglie e la dorsale Marina Serra-Montesardo saranno attentamente valutate quando l’Unione dei Comuni del Capo di Leuca avrà il suo satellite. (Presidente il Sindaco di Tricase perché è il Comune più importante).
Ma a novembre, come appuntamento immancabile, arriva l’autunno e il suo vento di scirocco. Allora arriva la Grande Mareggiata di Novembre. C’è gente che ha interi album di foto sulle Grandi Mareggiate di Novembre. Ogni anno arriva la tempesta di scirocco grecale, il mare si ingrossa fino a superare il muraglione, le barchette del porto prendono acqua e rischiano di affondare.
E tu puoi vedere una lenta colonna di auto che dal paese scorre lentamente verso il Porto, per godere del mare in tempesta. A ben vedere i curiosi, questi tifosi della GMN sono sempre gli stessi da decenni: a novembre non ci sono turisti e non ci sono casalinghe.
Quando arrivi all’altezza del “Quadrano” ti puoi fermare ed osservare la potenza della natura, però sei in sosta vietata e ti devi spostare. Allora continui lentamente verso i bar di Tricase Porto che nelle realtà sono dei grandi schermi sulla GMN.
Mentre prendi un caffè vuoi sapere se il mare ingrosserà ancora: puntualmente ti sei perso il momento culminante della GMN che c’è già stato, o di notte e l’hanno visto in pochissimi compreso colui che ti sta parlando, o qualche ora prima appena il vento sembrava volersi scatenare. Ed è così, per brevi contrattempi, che non riesci mai a vedere l’onda che è arrivata sulla strada o quella che ha superato le barriere del porto ed ha raggiunto i vetri del bar “Bolina”.
Queste gesta leggendarie della GMN saranno prima o poi pubblicate in esclusiva dal fotografo professionista che colleziona in segreto immagini della Tricase che fu.
Eppure, nonostante non sarai mai il privilegiato che ha visto finalmente la tregenda, puoi stare intere ore a guardare quello spettacolo senza mai stancarti. Puoi contare le onde altissime e quelle di riflusso, vedere l’immondizia che si accumula dentro il porticciolo, osservare il pericoloso ondeggiare delle barche attraccate e soprattutto farti prendere da quel moto perpetuo, l’onda che sembra devastare e la risacca che riposiziona.
E allora ti osservi la GMN seduto al bar, senza parlare, seguendo le onde e i suoi pensieri, ora di morte ora di vita, ora un attimo di tregua felice ora di stanchezza estenuante, ora di vivacità ora di spossatezza, poi fragrante e poi ripugnante, ora di paura e infine di coraggio. Infine di coraggio…
Ma a novembre, come appuntamento immancabile, arriva l’autunno e il suo vento di scirocco. Allora arriva la Grande Mareggiata di Novembre. C’è gente che ha interi album di foto sulle Grandi Mareggiate di Novembre. Ogni anno arriva la tempesta di scirocco grecale, il mare si ingrossa fino a superare il muraglione, le barchette del porto prendono acqua e rischiano di affondare.
E tu puoi vedere una lenta colonna di auto che dal paese scorre lentamente verso il Porto, per godere del mare in tempesta. A ben vedere i curiosi, questi tifosi della GMN sono sempre gli stessi da decenni: a novembre non ci sono turisti e non ci sono casalinghe.
Quando arrivi all’altezza del “Quadrano” ti puoi fermare ed osservare la potenza della natura, però sei in sosta vietata e ti devi spostare. Allora continui lentamente verso i bar di Tricase Porto che nelle realtà sono dei grandi schermi sulla GMN.
Mentre prendi un caffè vuoi sapere se il mare ingrosserà ancora: puntualmente ti sei perso il momento culminante della GMN che c’è già stato, o di notte e l’hanno visto in pochissimi compreso colui che ti sta parlando, o qualche ora prima appena il vento sembrava volersi scatenare. Ed è così, per brevi contrattempi, che non riesci mai a vedere l’onda che è arrivata sulla strada o quella che ha superato le barriere del porto ed ha raggiunto i vetri del bar “Bolina”.
Queste gesta leggendarie della GMN saranno prima o poi pubblicate in esclusiva dal fotografo professionista che colleziona in segreto immagini della Tricase che fu.
Eppure, nonostante non sarai mai il privilegiato che ha visto finalmente la tregenda, puoi stare intere ore a guardare quello spettacolo senza mai stancarti. Puoi contare le onde altissime e quelle di riflusso, vedere l’immondizia che si accumula dentro il porticciolo, osservare il pericoloso ondeggiare delle barche attraccate e soprattutto farti prendere da quel moto perpetuo, l’onda che sembra devastare e la risacca che riposiziona.
E allora ti osservi la GMN seduto al bar, senza parlare, seguendo le onde e i suoi pensieri, ora di morte ora di vita, ora un attimo di tregua felice ora di stanchezza estenuante, ora di vivacità ora di spossatezza, poi fragrante e poi ripugnante, ora di paura e infine di coraggio. Infine di coraggio…