BARI - Riceviamo e pubblichiamo la lettera di alcuni lavoratori dell'Auchan Italia. Diversi collaboratori hanno mandato la seguente lettera alla direzione francese per denunciare le difficoltà e le pressioni lavorative che stanno subendo, nonostante il gruppo Auchan mostri risultati positivi e nuove aperture in tutto il mondo.
Gentile Auchan,
chi vi scrive sono le vostre fondamenta: le vostre cassiere, i vostri macellai, i vostri magazzinieri, i vostri addetti vendita, i vostri pescivendoli, i vostri addetti sicurezza. Chi vi scrive siamo noi, le prime persone con le quali i vostri clienti entrano in contatto quotidianamente, con le quali stringono relazioni di fiducia basate su un servizio di qualità duraturo nel tempo.
Noi siamo il volto e il sorriso reale che Auchan può mostrare al mondo. Noi siamo la realizzazione in carne ed ossa della filosofia Auchan, basata sulla condivisione e sulla fiducia. Senza di noi, Auchan non è più Auchan.
Vi scriviamo dall'Italia per dirvi che negli ultimi due anni, complice la crisi, i nostri sforzi per far si che Auchan continui ad essere quello che è sempre stata, sono stati ogni giorno più incessanti. Eppure ogni giorno lavorare diventa sempre più difficile. La diminuzione del personale, l'utilizzo di lavoratori non qualificati e provenienti dall'esterno, la grande mancanza di una gestione intelligente della flessibilità, l'apertura giornaliera sette giorni su sette, le difficoltà organizzative, la continua pressione a cui siamo sottoposti, ci impediscono di svolgere il nostro lavoro bene come l'abbiamo fatto per tanti anni.
Cosa sta succedendo? Perchè la nostra dirigenza ogni giorno ci dice che le cose non vanno più bene e che dobbiamo essere disposti a nuovi sacrifici? In molti ipermercati italiani si sta usando il contratto di solidarietà, poichè si minaccia di licenziare tutto quel personale che non serve più. Lavoriamo di meno, per meno soldi per impedire che molti nostri colleghi non abbiano più un lavoro.
In tanti altri ipermercati si chiede che i benefici di un contratto integrativo conquistato e , soprattutto, concordato con l’azienda, che completa e integra i redditi dei lavoratori, che permette di sostenere la quotidianità con le nostre famiglie, siano cessati: niente più pausa, niente più straordinari pagati per festività e per giorni feriali, niente più orari di lavoro prestabiliti. Ogni giorno ci sentiamo sempre più fuori luogo, come se fossimo inutili, come se fossimo un peso, come se fossimo di troppo.
Ma che immagine può mostrare un'azienda ove la maggior parte del personale è scontento, responsabili inclusi? Che serietà può mostrare un'azienda che ha convinto la maggior parte del personale a prestare, a investire parte del proprio stipendio in azionariato interno, se ora è costretta a disinvestire proprio su tutto quel personale che l'ha sorretta fino a oggi? Che futuro può desiderare un'azienda della grande distribuzione se il proprio personale sarà il primo ad andare a far la spesa presso meno dispendiosi discount, poichè non si potrà permettere di comprare ove lavora? Che credibilità può avere un'azienda capace di vantare risultati positivi in tutto il mondo, posseduta da una delle famiglie francesi tra le più ricche d'Europa, che alle prime difficoltà corre ai ripari e chiede sacrifici impensabili ai propri dipendenti, minacciando licenziamenti?
Noi non vogliamo sentirci traditi. Noi crediamo in Auchan, ma crediamo anche che la dirigenza debba impegnarsi maggiormente, trovando soluzioni vere e solide che guardino di più al commercio e al risparmio su altri fronti e che il peso non gravi esclusivamente sui lavoratori. Noi crediamo ancora in Auchan, e lo diciamo anche da clienti, ma crediamo che ce la debba mettere tutta, trovando soluzioni vere e solide e motivandoci mostrandocele quotidianamente. Non possiamo credere che l'unica soluzione per vincere la crisi sia fare la guerra al proprio personale.
Chiediamo alla Direzione Italiana di impegnarsi maggiormente affinché trovi soluzioni intelligenti, lungimiranti e in grado di garantire un futuro ad Auchan e a tutti noi.
Grazie per l'attenzione.
Gentile Auchan,
chi vi scrive sono le vostre fondamenta: le vostre cassiere, i vostri macellai, i vostri magazzinieri, i vostri addetti vendita, i vostri pescivendoli, i vostri addetti sicurezza. Chi vi scrive siamo noi, le prime persone con le quali i vostri clienti entrano in contatto quotidianamente, con le quali stringono relazioni di fiducia basate su un servizio di qualità duraturo nel tempo.
Noi siamo il volto e il sorriso reale che Auchan può mostrare al mondo. Noi siamo la realizzazione in carne ed ossa della filosofia Auchan, basata sulla condivisione e sulla fiducia. Senza di noi, Auchan non è più Auchan.
Vi scriviamo dall'Italia per dirvi che negli ultimi due anni, complice la crisi, i nostri sforzi per far si che Auchan continui ad essere quello che è sempre stata, sono stati ogni giorno più incessanti. Eppure ogni giorno lavorare diventa sempre più difficile. La diminuzione del personale, l'utilizzo di lavoratori non qualificati e provenienti dall'esterno, la grande mancanza di una gestione intelligente della flessibilità, l'apertura giornaliera sette giorni su sette, le difficoltà organizzative, la continua pressione a cui siamo sottoposti, ci impediscono di svolgere il nostro lavoro bene come l'abbiamo fatto per tanti anni.
Cosa sta succedendo? Perchè la nostra dirigenza ogni giorno ci dice che le cose non vanno più bene e che dobbiamo essere disposti a nuovi sacrifici? In molti ipermercati italiani si sta usando il contratto di solidarietà, poichè si minaccia di licenziare tutto quel personale che non serve più. Lavoriamo di meno, per meno soldi per impedire che molti nostri colleghi non abbiano più un lavoro.
In tanti altri ipermercati si chiede che i benefici di un contratto integrativo conquistato e , soprattutto, concordato con l’azienda, che completa e integra i redditi dei lavoratori, che permette di sostenere la quotidianità con le nostre famiglie, siano cessati: niente più pausa, niente più straordinari pagati per festività e per giorni feriali, niente più orari di lavoro prestabiliti. Ogni giorno ci sentiamo sempre più fuori luogo, come se fossimo inutili, come se fossimo un peso, come se fossimo di troppo.
Ma che immagine può mostrare un'azienda ove la maggior parte del personale è scontento, responsabili inclusi? Che serietà può mostrare un'azienda che ha convinto la maggior parte del personale a prestare, a investire parte del proprio stipendio in azionariato interno, se ora è costretta a disinvestire proprio su tutto quel personale che l'ha sorretta fino a oggi? Che futuro può desiderare un'azienda della grande distribuzione se il proprio personale sarà il primo ad andare a far la spesa presso meno dispendiosi discount, poichè non si potrà permettere di comprare ove lavora? Che credibilità può avere un'azienda capace di vantare risultati positivi in tutto il mondo, posseduta da una delle famiglie francesi tra le più ricche d'Europa, che alle prime difficoltà corre ai ripari e chiede sacrifici impensabili ai propri dipendenti, minacciando licenziamenti?
Noi non vogliamo sentirci traditi. Noi crediamo in Auchan, ma crediamo anche che la dirigenza debba impegnarsi maggiormente, trovando soluzioni vere e solide che guardino di più al commercio e al risparmio su altri fronti e che il peso non gravi esclusivamente sui lavoratori. Noi crediamo ancora in Auchan, e lo diciamo anche da clienti, ma crediamo che ce la debba mettere tutta, trovando soluzioni vere e solide e motivandoci mostrandocele quotidianamente. Non possiamo credere che l'unica soluzione per vincere la crisi sia fare la guerra al proprio personale.
Chiediamo alla Direzione Italiana di impegnarsi maggiormente affinché trovi soluzioni intelligenti, lungimiranti e in grado di garantire un futuro ad Auchan e a tutti noi.
Grazie per l'attenzione.
Condivido pienamente ... anche noi come dipendenti del gruppo IPER siamo nella stessa situazione ....
RispondiEliminaringraziate di avere ancora un posto di lavoro....
RispondiEliminaCaro amico, personalmente credo di aver ringraziato abbastanza.... Evita stupidi sarcasmi poichè la dignità del lavorare non deve mai essere superata dal lavoro schiavista.... E medita prima di parlare...
EliminaLavorate .....caproni...
RispondiEliminala mamma degli stupidi è sempre incinta e i due signori qui sopra ne sono la conferma!
RispondiElimina2015929dongdong
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