BARI - Zullo (Pdl)
Quando parliamo di TAP dobbiamo farlo con la responsabilità di chi rappresenta gli interessi collettivi di un’intera regione.
Abbiamo l’obbligo di alzare lo sguardo anche al di sopra dell’interesse localistico, che pure è importante, non lo nego ma questo interesse localistico è sempre da inquadrare in una prospettiva più ampia che comunque guardi all’intero interesse regionale e nazionale. Il TAP è, quindi, un’opera di rilevanza strategica comunitaria e nazionale.
Le politiche energetiche comunitarie assegnano a TAP il ruolo importante di contribuire ad assicurare la sicurezza e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico. Questo progetto è stato dichiarato dalla Commissione europea come un progetto di interesse comune.
La strategia energetica nazionale menziona TAP come opera strategica per raggiungere gli obiettivi di risparmio della bolletta energetica – questo è un dato molto importante, che non dobbiamo dimenticare – nel nostro Paese, perché sappiamo quanto il costo della bolletta energetica incida sul ménage di una famiglia o sulla competitività di un’impresa.
È un’opera strategica anche per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. È ovvio che, se i partner europei pagano l’energia a costi inferiori rispetto a quelli che paghiamo noi, sul piano della competitività noi retrocediamo sul mercato globale, ma anche per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e la robustezza del sistema anche di fronte a picchi di domanda.
Galati (Sel)
La questione del TAP e ancor più la relazione dell’assessore mi ricordano una bella espressione: “i beni comuni non ci appartengono, i beni comuni, in realtà, siamo noi”. A maggior ragione questo vale per il paesaggio. La stessa etimologia della parola francese combina il termine “paese” con il termine “immagine”. Il paesaggio è quello che siamo noi; è la nostra storia, la nostra formazione e sono anche le nostre future generazioni che ovviamente faranno i conti anche con le nostre scelte, con le scelte che andiamo a compiere. Essendo così pregnante un tema del genere con la comunità locale è evidente che la partecipazione della comunità, che è importante in ogni scelta, qui diventa strategica; diventa quindi necessaria una partecipazione. Quindi, tanto più è significativa e apprezzabile l’iniziativa della Regione Puglia e dell’assessore Minervini.
I progetti che si sono susseguiti da parte di TAP riguardo a questo argomento non brillano per sforzo partecipativo nei confronti delle comunità, nei confronti delle Istituzioni che poi sono chiamate a prendere delle decisioni così importanti, in particolare sul tema delle localizzazioni.
Con questo non voglio assolutamente porre la questione del tipo “non fatelo a San Foca ma in quella zona del nord-brindisino”, ma pongo un problema di metodo.
Mi auguro che la sorveglianza dell’assessore Minervini in particolare e del Governo regionale in generale valga a evitare che le possibili omissioni si trasformino in assoluta slealtà nel confronto e che non traspaia, da una parte, un popolo di scatenati contrari al progresso e dediti alle caverne e, dall’altra, un’iniziativa gloriosa per lo sviluppo dell’umanità.
Gianfreda (Da)
Esprimo qualche perplessità sugli obiettivi che avrà questo processo di partecipazione. Il problema del TAP ha tre step. Il primo è la dichiarazione di strategicità dell’opera, che naturalmente non compete alla Regione Puglia, ma al Governo nazionale. La seconda considerazione è quella dell’attracco di questa opera strategica. Come si sa, c’è una percentuale di rischio commisurata alla lunghezza di questa interconnessione: più lunga è, maggiore è la percentuale di rischio in generale, anche con riferimento alla sismicità del territorio in cui va ad attraccare.
Il terzo elemento di valutazione è invece di ciò che avviene a terra, una volta attraccata l’interconnessione, per il trasporto dal punto di attracco, appunto dalla centrale di depressurizzazione, alla centrale di Mesagne, di cui non si fa cenno nella progettazione, perché quel tratto, da terra a terra, è di competenza della SNAM. Sono questi i tre elementi su cui dobbiamo eventualmente discutere.
La relazione dell’assessore seppure interessante presenta una serie di criticità. Ho la sensazione che questo processo di ascolto serva solo a calmierare i comitati, il Comune di Melendugno e le zone vicine, della serie: la scelta è fatta, vediamo di migliorare il progetto.
La Regione Puglia non può avere una posizione passiva, deve avere una posizione attiva, nel senso di pretendere valutazioni differenziate rispetto al punto di attracco, alla validità complessiva dell’opera, con dei ritorni che la Regione deve pretendere da un’opera che è diventata strategica per il Governo e che probabilmente può non esserlo per la Regione stessa in generale e per la localizzazione dell’attracco in particolare.
Prima di discutere della strategicità sarebbe stata necessaria una consultazione preventiva e non successiva quando il progetto ormai è arrivato alla valutazione di VIA da parte della Regione con il punto d’attracco a Melendugno. Non può essere quella la soluzione e la Regione non può essere passiva rispetto ad una decisione che avrà impatto sulle generazioni future, da qui a cinquant’anni perlomeno.
Caroppo (LPpdt)
È la prima volta che nella mia pur breve esperienza da consigliere regionale mi trovo realmente in difficoltà e provo a discutere sulle idee e non tanto sul principio; di conseguenza mi ritrovo a mettere anche in discussione uno dei miei principi fondamentali, quello cioè dell’importanza per il nostro Paese e la nostra Regione, di colmare il gap principalmente legato alle carenze infrastrutturali.
Sulla strategicità dell’opera, che non mettiamo in discussione, oggi il timore è che – posso anche passare come demagogo – la realizzazione di questa infrastruttura non creerà reali benefici per i cittadini e le imprese.
La richiesta che vi rivolgo è di coinvolgere tutti nel dibattito, soprattutto se dobbiamo parlare di tutto e principalmente di una diversa localizzazione, perché è facile mettere a fuoco i limiti, di questo progetto. Bisogna valutare tutte le possibilità, anche quella di ridiscutere il tracciato e la possibilità che se ne individui uno meno di impatto per la nostra regione.
Allora, se siamo corretti con noi stessi tutti insieme, evitiamo di commettere questi giochi di carattere più nominale che altro, e forse riusciremo a trovare una soluzione al problema.
Lanzilotta (Pdl)
Credo che il Consiglio regionale debba utilizzare questa circostanza per far sentire la sua voce su questo tema. L’approdo energetico è un elemento fondamentale per la strategicità economica e produttiva di un Paese esattamente come il contenimento del costo energetico a uso familiare. Guardando alla questione TAP da europeisti convinti, perché se questa questione la guardiamo in scala europeista, la scelta di TAP rispetto a Nabucco West è sicuramente più convincente economicamente e ha tempi di realizzazione più certi, quindi ha il vantaggio di avere, all'interno della dimensione europea, un Paese baricentrico del Mediterraneo, cioè l'Italia. Quindi, la nostra posizione geografica ha fatto rendere conveniente la scelta.
Personalmente ritengo che la Regione debba fare uno sforzo in più presso il Governo nazionale, per confermare l’importanza che la Puglia ospiti questo approdo. Devo ospitarlo la Puglia, non un Comune, un territorio. La Puglia deve dire dove è meglio che arrivi questo approdo.
Se vi è un impegno a rendere meno burocratico l’approccio a certi progetti, non ci sentiremo dire dai tecnici della TAP, come dissero a luglio in Commissione, che sono stati necessari tre anni per individuare una soluzione; e adesso non chiedeteci di tornare indietro.
Se le istituzioni, Regione e Ministero, attengono che vi è la disponibilità di rivedere in tempi certi, credo che la Puglia possa dare un contributo maggiore di quello che sta facendo oggi.
Congedo (Pdl)
Apprezzo la riflessione sulla carenza di infrastrutture in questo Paese e soprattutto della necessità di un disegno di infrastrutture di carattere strategico. Allo stesso modo, condivido quanto detto circa il fatto che spesso le diffidenze verso qualsiasi iniziativa sul territorio dipendono da una scarsa capacità di comunicare le strategie, l’importanza delle infrastrutture e di coinvolgere le comunità e i loro rappresentati.
Riguardo alla strategicità dell’opera io credo che occorra prendere per buona la decisione di carattere nazionale ed europeo. Quest’opera viene indicata come strategica per quanto riguarda la riduzione dei costi dell’approvvigionamento, per quanto riguarda la differenziazione dell’approvvigionamento anche in termini di indipendenza del nostro Paese da altri e che quindi abbia inevitabilmente riflessi positivi sulla nostra politica energetica e anche sulla politica energetica della UE.
Il percorso che l’Amministrazione regionale ha avviato mi trova un po’ scettico sui tempi. Comunque è un percorso sicuramente positivo perché darà la possibilità alle comunità di avere il giusto coinvolgimento, di comprendere gli scetticismi di chi quelle comunità le rappresenta a cominciare dai sindaci e avrà ancora più efficacia se i risultati, gli esiti del percorso saranno realmente funzionali al percorso decisionale.
Personalmente la mia posizione è quella di ritenere comunque l’opera strategicamente importante per il nostro territorio, ma si deve contemperare non solamente le esigenze di carattere tecnico ma anche quelle di carattere ambientale, e paesaggistiche oltre che tenere conto delle vocazioni territoriali. Una vocazione come quella di un territorio che investe sul turismo ha una sua strategicità non solamente locale e provinciale, ma anche di carattere regionale e nazionale.
Blasi (Pd)
Sono soddisfatto dalla relazione dell’assessore anche perché è stato posto, mi sembra in maniera molto evidente, un punto decisivo, vale a dire che alla fine di questo processo, ossia entro la fine dell’anno, avremo una discussione che darà conto del percorso svolto.
Nel merito sono assolutamente contrario alla localizzazione in quel territorio di questa infrastruttura, ovvero quello proposto dal soggetto proponente, in quanto c’è un tema che non è stato considerato nei criteri di valutazione che è quello della vocazione di un territorio, che è assolutamente prioritario rispetto a qualunque altro dal mio punto di vista.
Desidero che la politica riacquisti il suo primato. Qui è stata richiamata la classe dirigente. Non c’è nessun problema di sindrome di NIMBY e di scaricare su un altro territorio. Non è un problema di conflitto tra territori: se ci infiliamo in questa storia, davvero verremmo meno alla nostra funzione di classe dirigente, che è quello di rivendicare il primato della politica, perso in tutti questi anni. Mentre il mercato, la finanza governano, i politici vanno in televisione a farsi intervistare, e non contano nulla. Questo tema, di questa importante infrastruttura, penso che possa riabilitare la classe politica nel senso che finalmente agli occhi dei cittadini si può dimostrare che la politica ha il primato di definire indirizzi, le regole, e non di subirle dal mercato, dalla finanza, dagli interessi, per quanto legittimi privati, ma che sono subalterni all’interesse generale. Altrimenti, avviene esattamente il contrario, vincono le lobby, i cinici, gli scaltri.
Io rivendico questo ruolo alla politica, e spero che alla fine di questo percorso potremo anche entrare nel merito della discussione per quanto riguarda il progetto TAP e non, invece, evaderlo.
Scianaro (Pdl)
Sono assolutamente favorevole alla realizzazione del gasdotto, perché rappresenta sicuramente un’opportunità strategica per il territorio pugliese e perché si tratta di un intervento di interesse comunitario. Sono certo che la scelta del sito sia stata valutata attentamente e che non abbia vincoli.
Certo, spero che con questo intervento si vada verso la tanto auspicata riconversione della centrale di Cerano.
Ritengo di gran lunga superiori i vantaggi che si produrrebbero, perché si ridurrebbe il monopolio delle multinazionali, con conseguente riduzione dei prezzi, e si permetterebbe di andare nella direzione di un’autonomia dal punto di vista energetico, con benefici sul piano economico e ambientale.
Auspico dunque che tutti i rappresentanti delle forze politiche qui presenti avanzino, attraverso i loro Presidenti, degli elementi propositivi che vadano nella direzione del raggiungimento dell’obiettivo nel più breve tempo possibile.
Curto (Udc)
Per assumere un ruolo da protagonista la Regione Puglia non può trattare questa materia così come la sta trattando. L’assessore Minervini sicuramente avrà fatto una brillante relazione, com’è nel suo stile, ma c’è bisogno di conoscere tecnicamente e dettagliatamente i contenuti di questo progetto; bisogna conoscere in maniera specifica e non generica quale sarà l’impatto ambientale sul nostro territorio e bisognerà pure conoscere in maniera molto precisa e dettagliata quali potranno essere i ritorni sul territorio.
Non sono pregiudizialmente a favore di quest’opera, ma non sono neanche pregiudizialmente contro questa opera. Lo dico assumendomi la responsabilità politica di ricordare che Brindisi ha già perso una grande occasione, quella di non aver realizzato quel rigassificatore, che avrebbe potuto determinare le condizioni e i presupposti per il recupero anche economico dello sviluppo di un’area che in questo momento è nella disperazione più nera.
Si faccia e si tenga un Consiglio monotematico su questo argomento, ma si faccia attenzione agli esterni che a mio avviso dovrebbero partecipare al Consiglio monotematico sull’argomento TAP.
Solamente su questa via, attrezzandoci anche come Regione Puglia a contrastare eventualmente le posizioni che gli intervenuti probabilmente andranno ad assumere, credo che come Regione Puglia solamente in quel momento potremo esprimere una posizione definitiva e soprattutto una posizione sostenibile. Sarebbe un momento di buona politica e io dico anche di grande credibilità politica.
Amati (Pd)
In questi mesi ho guardato e approfondito tutta la legislazione in questa materia e mi sono accorto che il nostro ruolo è solo di consultazione. Mentre noi discutiamo, fra qualche giorno probabilmente il Parlamento nazionale ratificherà l’accordo per sottoscrivere che l’opera è strategica per il Paese.
Ascoltando il dibattito sino a questo momento, a larga maggioranza credo di aver sentito che siamo tutti quanti convinti che l’opera sia strategica, che serva all’Italia, ed alla nostra regione, quindi in qualche modo riconosciamo l’intelligenza di un provvedimento che mira a realizzare questa grande opera.
Ma dopo aver detto tutto questo, chiedo a tutti i colleghi: dovunque dovesse essere la localizzazione, questa circostanza non potrà ribaltate il giudizio di strategicità dell’opera? Sarebbe auspicabile, ma credo che non sarà così.
Va bene il processo di ascolto delle comunità ma chiederei molto sommessamente a tutti, e non solo ai consiglieri regionali, ma anche alle comunità che esprimono il loro punto di vista e alle associazioni: alla fine di questo procedimento ci sarà una decisione e non ci sarà nessuna possibilità per alcuno di revocare il giudizio della strategicità dell’opera solo perché non è piaciuta la soluzione sulla localizzazione. E molto spesso le soluzioni sulla localizzazione sono contrastate dal richiamo all’organo più bizzarro dell’uomo, dal cuore. Nessuno di noi vorrebbe trasformare il suo habitat e mentre dibattiamo tra il bene e il male, tra queste categorie, noi interpelliamo l’organo più bizzarro, il cuore, dimenticando che un attimo prima abbiamo sostenuto con lo stesso fervore le necessità strategiche.
Negro (Udc)
Come salentini dobbiamo avere a cuore le sorti del tratto di costa fra i più belli d’Italia. Condividiamo la tensione del Comune di Melendugno e di tutto l’hinterland per far sì che aumenti l’appeal nei confronti del turismo.
Sottolineiamo anche noi il pericolo di questa costruzione faraonica e non tanto per quanto riguarda la tubazione. Anche su questo dobbiamo essere seri: la tubazione interrata non può rappresentare un pericolo per l’ambiente e il paesaggio.
Certo, qualcuno dice che potrebbe essere pericolosa per la sicurezza in caso di attacchi bellici, ma se è per questo abbiamo Cerano che da solo ha un suo valore. Se dovesse essere attaccato Cerano, basterebbe per far saltare tutto il Salento. Quindi, non possiamo preoccuparci di questo aspetto; anzi, agiremo sempre affinché la pace continui a esistere nei nostri territori.
Sotto l’aspetto ambientale e paesaggistico, credo che l’assessore Barbanente possa condividere il fatto che una tubazione interrata non determini danni al paesaggio.
L’unico elemento nocivo è la centrale di trattamento per la rigassificazione. Quell’aspetto deve essere studiato. L’unica cosa che ritengo si possa chiedere seriamente è una Via nazionale approfondita e seria sui danni che si potrebbero portare all’ambiente e al territorio.
Penso che anche il Comune di Melendugno e tutti i melendugnesi siano coscienti che questo Consiglio regionale non abbia alcun potere reale di determinare la strategicità dell’opera e quindi la sua realizzazione.
Aloisi (Pdl)
Ho su questo tema un atteggiamento estremamente laico e voglio dire che questo dibattito, per quanto importante e approfondito, ha manifestato di più le posizioni politiche piuttosto che condividere il ragionamento che l’assessore ha fatto con grande lucidità, inserendo anche i momenti di criticità.
Credo che lo sforzo fatto dall’assessore sia da raccogliere. Non dico come la penso, non lo dico oggi perché è inappropriato, è inopportuno, altrimenti falsiamo la decisione. Non serve avere atteggiamenti in difesa di questo o quel territorio al solo scopo di acquisire qualche consenso. Noi dobbiamo seriamente partecipare con le nostre capacità, siamo nella condizione, dopo aver rivisto oserei dire tutto il processo evolutivo rispetto all’opera.
Io credo che sia possibile ed è possibile nella misura in cui seriamente riusciremo a sganciarsi dai ragionamenti di appartenenza, dalle prese di posizione per capire di che cosa stiamo discutendo e come coinvolgere gli organismi che in definitiva poi assumeranno una scelta.
Io accolgo l’opera favorevolmente, anche perché altre posizioni sarebbero solo demagogiche e servirebbero solo ad evidenziare problemi di appartenenza politica. È uno sforzo che per quanto mi riguarda asseconderemo in maniera forte, servirà quanto meno a tutti noi ad arricchirci rispetto ad un ragionamento.
L’arricchimento di informazioni, il dibattito ci aiuta a ragionare e a determinare una scelta anche solo in termini politici che sia quanto più condivisa anche dalla comunità pugliese.
Quando parliamo di TAP dobbiamo farlo con la responsabilità di chi rappresenta gli interessi collettivi di un’intera regione.
Abbiamo l’obbligo di alzare lo sguardo anche al di sopra dell’interesse localistico, che pure è importante, non lo nego ma questo interesse localistico è sempre da inquadrare in una prospettiva più ampia che comunque guardi all’intero interesse regionale e nazionale. Il TAP è, quindi, un’opera di rilevanza strategica comunitaria e nazionale.
Le politiche energetiche comunitarie assegnano a TAP il ruolo importante di contribuire ad assicurare la sicurezza e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico. Questo progetto è stato dichiarato dalla Commissione europea come un progetto di interesse comune.
La strategia energetica nazionale menziona TAP come opera strategica per raggiungere gli obiettivi di risparmio della bolletta energetica – questo è un dato molto importante, che non dobbiamo dimenticare – nel nostro Paese, perché sappiamo quanto il costo della bolletta energetica incida sul ménage di una famiglia o sulla competitività di un’impresa.
È un’opera strategica anche per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. È ovvio che, se i partner europei pagano l’energia a costi inferiori rispetto a quelli che paghiamo noi, sul piano della competitività noi retrocediamo sul mercato globale, ma anche per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e la robustezza del sistema anche di fronte a picchi di domanda.
Galati (Sel)
La questione del TAP e ancor più la relazione dell’assessore mi ricordano una bella espressione: “i beni comuni non ci appartengono, i beni comuni, in realtà, siamo noi”. A maggior ragione questo vale per il paesaggio. La stessa etimologia della parola francese combina il termine “paese” con il termine “immagine”. Il paesaggio è quello che siamo noi; è la nostra storia, la nostra formazione e sono anche le nostre future generazioni che ovviamente faranno i conti anche con le nostre scelte, con le scelte che andiamo a compiere. Essendo così pregnante un tema del genere con la comunità locale è evidente che la partecipazione della comunità, che è importante in ogni scelta, qui diventa strategica; diventa quindi necessaria una partecipazione. Quindi, tanto più è significativa e apprezzabile l’iniziativa della Regione Puglia e dell’assessore Minervini.
I progetti che si sono susseguiti da parte di TAP riguardo a questo argomento non brillano per sforzo partecipativo nei confronti delle comunità, nei confronti delle Istituzioni che poi sono chiamate a prendere delle decisioni così importanti, in particolare sul tema delle localizzazioni.
Con questo non voglio assolutamente porre la questione del tipo “non fatelo a San Foca ma in quella zona del nord-brindisino”, ma pongo un problema di metodo.
Mi auguro che la sorveglianza dell’assessore Minervini in particolare e del Governo regionale in generale valga a evitare che le possibili omissioni si trasformino in assoluta slealtà nel confronto e che non traspaia, da una parte, un popolo di scatenati contrari al progresso e dediti alle caverne e, dall’altra, un’iniziativa gloriosa per lo sviluppo dell’umanità.
Gianfreda (Da)
Esprimo qualche perplessità sugli obiettivi che avrà questo processo di partecipazione. Il problema del TAP ha tre step. Il primo è la dichiarazione di strategicità dell’opera, che naturalmente non compete alla Regione Puglia, ma al Governo nazionale. La seconda considerazione è quella dell’attracco di questa opera strategica. Come si sa, c’è una percentuale di rischio commisurata alla lunghezza di questa interconnessione: più lunga è, maggiore è la percentuale di rischio in generale, anche con riferimento alla sismicità del territorio in cui va ad attraccare.
Il terzo elemento di valutazione è invece di ciò che avviene a terra, una volta attraccata l’interconnessione, per il trasporto dal punto di attracco, appunto dalla centrale di depressurizzazione, alla centrale di Mesagne, di cui non si fa cenno nella progettazione, perché quel tratto, da terra a terra, è di competenza della SNAM. Sono questi i tre elementi su cui dobbiamo eventualmente discutere.
La relazione dell’assessore seppure interessante presenta una serie di criticità. Ho la sensazione che questo processo di ascolto serva solo a calmierare i comitati, il Comune di Melendugno e le zone vicine, della serie: la scelta è fatta, vediamo di migliorare il progetto.
La Regione Puglia non può avere una posizione passiva, deve avere una posizione attiva, nel senso di pretendere valutazioni differenziate rispetto al punto di attracco, alla validità complessiva dell’opera, con dei ritorni che la Regione deve pretendere da un’opera che è diventata strategica per il Governo e che probabilmente può non esserlo per la Regione stessa in generale e per la localizzazione dell’attracco in particolare.
Prima di discutere della strategicità sarebbe stata necessaria una consultazione preventiva e non successiva quando il progetto ormai è arrivato alla valutazione di VIA da parte della Regione con il punto d’attracco a Melendugno. Non può essere quella la soluzione e la Regione non può essere passiva rispetto ad una decisione che avrà impatto sulle generazioni future, da qui a cinquant’anni perlomeno.
Caroppo (LPpdt)
È la prima volta che nella mia pur breve esperienza da consigliere regionale mi trovo realmente in difficoltà e provo a discutere sulle idee e non tanto sul principio; di conseguenza mi ritrovo a mettere anche in discussione uno dei miei principi fondamentali, quello cioè dell’importanza per il nostro Paese e la nostra Regione, di colmare il gap principalmente legato alle carenze infrastrutturali.
Sulla strategicità dell’opera, che non mettiamo in discussione, oggi il timore è che – posso anche passare come demagogo – la realizzazione di questa infrastruttura non creerà reali benefici per i cittadini e le imprese.
La richiesta che vi rivolgo è di coinvolgere tutti nel dibattito, soprattutto se dobbiamo parlare di tutto e principalmente di una diversa localizzazione, perché è facile mettere a fuoco i limiti, di questo progetto. Bisogna valutare tutte le possibilità, anche quella di ridiscutere il tracciato e la possibilità che se ne individui uno meno di impatto per la nostra regione.
Allora, se siamo corretti con noi stessi tutti insieme, evitiamo di commettere questi giochi di carattere più nominale che altro, e forse riusciremo a trovare una soluzione al problema.
Lanzilotta (Pdl)
Credo che il Consiglio regionale debba utilizzare questa circostanza per far sentire la sua voce su questo tema. L’approdo energetico è un elemento fondamentale per la strategicità economica e produttiva di un Paese esattamente come il contenimento del costo energetico a uso familiare. Guardando alla questione TAP da europeisti convinti, perché se questa questione la guardiamo in scala europeista, la scelta di TAP rispetto a Nabucco West è sicuramente più convincente economicamente e ha tempi di realizzazione più certi, quindi ha il vantaggio di avere, all'interno della dimensione europea, un Paese baricentrico del Mediterraneo, cioè l'Italia. Quindi, la nostra posizione geografica ha fatto rendere conveniente la scelta.
Personalmente ritengo che la Regione debba fare uno sforzo in più presso il Governo nazionale, per confermare l’importanza che la Puglia ospiti questo approdo. Devo ospitarlo la Puglia, non un Comune, un territorio. La Puglia deve dire dove è meglio che arrivi questo approdo.
Se vi è un impegno a rendere meno burocratico l’approccio a certi progetti, non ci sentiremo dire dai tecnici della TAP, come dissero a luglio in Commissione, che sono stati necessari tre anni per individuare una soluzione; e adesso non chiedeteci di tornare indietro.
Se le istituzioni, Regione e Ministero, attengono che vi è la disponibilità di rivedere in tempi certi, credo che la Puglia possa dare un contributo maggiore di quello che sta facendo oggi.
Congedo (Pdl)
Apprezzo la riflessione sulla carenza di infrastrutture in questo Paese e soprattutto della necessità di un disegno di infrastrutture di carattere strategico. Allo stesso modo, condivido quanto detto circa il fatto che spesso le diffidenze verso qualsiasi iniziativa sul territorio dipendono da una scarsa capacità di comunicare le strategie, l’importanza delle infrastrutture e di coinvolgere le comunità e i loro rappresentati.
Riguardo alla strategicità dell’opera io credo che occorra prendere per buona la decisione di carattere nazionale ed europeo. Quest’opera viene indicata come strategica per quanto riguarda la riduzione dei costi dell’approvvigionamento, per quanto riguarda la differenziazione dell’approvvigionamento anche in termini di indipendenza del nostro Paese da altri e che quindi abbia inevitabilmente riflessi positivi sulla nostra politica energetica e anche sulla politica energetica della UE.
Il percorso che l’Amministrazione regionale ha avviato mi trova un po’ scettico sui tempi. Comunque è un percorso sicuramente positivo perché darà la possibilità alle comunità di avere il giusto coinvolgimento, di comprendere gli scetticismi di chi quelle comunità le rappresenta a cominciare dai sindaci e avrà ancora più efficacia se i risultati, gli esiti del percorso saranno realmente funzionali al percorso decisionale.
Personalmente la mia posizione è quella di ritenere comunque l’opera strategicamente importante per il nostro territorio, ma si deve contemperare non solamente le esigenze di carattere tecnico ma anche quelle di carattere ambientale, e paesaggistiche oltre che tenere conto delle vocazioni territoriali. Una vocazione come quella di un territorio che investe sul turismo ha una sua strategicità non solamente locale e provinciale, ma anche di carattere regionale e nazionale.
Blasi (Pd)
Sono soddisfatto dalla relazione dell’assessore anche perché è stato posto, mi sembra in maniera molto evidente, un punto decisivo, vale a dire che alla fine di questo processo, ossia entro la fine dell’anno, avremo una discussione che darà conto del percorso svolto.
Nel merito sono assolutamente contrario alla localizzazione in quel territorio di questa infrastruttura, ovvero quello proposto dal soggetto proponente, in quanto c’è un tema che non è stato considerato nei criteri di valutazione che è quello della vocazione di un territorio, che è assolutamente prioritario rispetto a qualunque altro dal mio punto di vista.
Desidero che la politica riacquisti il suo primato. Qui è stata richiamata la classe dirigente. Non c’è nessun problema di sindrome di NIMBY e di scaricare su un altro territorio. Non è un problema di conflitto tra territori: se ci infiliamo in questa storia, davvero verremmo meno alla nostra funzione di classe dirigente, che è quello di rivendicare il primato della politica, perso in tutti questi anni. Mentre il mercato, la finanza governano, i politici vanno in televisione a farsi intervistare, e non contano nulla. Questo tema, di questa importante infrastruttura, penso che possa riabilitare la classe politica nel senso che finalmente agli occhi dei cittadini si può dimostrare che la politica ha il primato di definire indirizzi, le regole, e non di subirle dal mercato, dalla finanza, dagli interessi, per quanto legittimi privati, ma che sono subalterni all’interesse generale. Altrimenti, avviene esattamente il contrario, vincono le lobby, i cinici, gli scaltri.
Io rivendico questo ruolo alla politica, e spero che alla fine di questo percorso potremo anche entrare nel merito della discussione per quanto riguarda il progetto TAP e non, invece, evaderlo.
Scianaro (Pdl)
Sono assolutamente favorevole alla realizzazione del gasdotto, perché rappresenta sicuramente un’opportunità strategica per il territorio pugliese e perché si tratta di un intervento di interesse comunitario. Sono certo che la scelta del sito sia stata valutata attentamente e che non abbia vincoli.
Certo, spero che con questo intervento si vada verso la tanto auspicata riconversione della centrale di Cerano.
Ritengo di gran lunga superiori i vantaggi che si produrrebbero, perché si ridurrebbe il monopolio delle multinazionali, con conseguente riduzione dei prezzi, e si permetterebbe di andare nella direzione di un’autonomia dal punto di vista energetico, con benefici sul piano economico e ambientale.
Auspico dunque che tutti i rappresentanti delle forze politiche qui presenti avanzino, attraverso i loro Presidenti, degli elementi propositivi che vadano nella direzione del raggiungimento dell’obiettivo nel più breve tempo possibile.
Curto (Udc)
Per assumere un ruolo da protagonista la Regione Puglia non può trattare questa materia così come la sta trattando. L’assessore Minervini sicuramente avrà fatto una brillante relazione, com’è nel suo stile, ma c’è bisogno di conoscere tecnicamente e dettagliatamente i contenuti di questo progetto; bisogna conoscere in maniera specifica e non generica quale sarà l’impatto ambientale sul nostro territorio e bisognerà pure conoscere in maniera molto precisa e dettagliata quali potranno essere i ritorni sul territorio.
Non sono pregiudizialmente a favore di quest’opera, ma non sono neanche pregiudizialmente contro questa opera. Lo dico assumendomi la responsabilità politica di ricordare che Brindisi ha già perso una grande occasione, quella di non aver realizzato quel rigassificatore, che avrebbe potuto determinare le condizioni e i presupposti per il recupero anche economico dello sviluppo di un’area che in questo momento è nella disperazione più nera.
Si faccia e si tenga un Consiglio monotematico su questo argomento, ma si faccia attenzione agli esterni che a mio avviso dovrebbero partecipare al Consiglio monotematico sull’argomento TAP.
Solamente su questa via, attrezzandoci anche come Regione Puglia a contrastare eventualmente le posizioni che gli intervenuti probabilmente andranno ad assumere, credo che come Regione Puglia solamente in quel momento potremo esprimere una posizione definitiva e soprattutto una posizione sostenibile. Sarebbe un momento di buona politica e io dico anche di grande credibilità politica.
Amati (Pd)
In questi mesi ho guardato e approfondito tutta la legislazione in questa materia e mi sono accorto che il nostro ruolo è solo di consultazione. Mentre noi discutiamo, fra qualche giorno probabilmente il Parlamento nazionale ratificherà l’accordo per sottoscrivere che l’opera è strategica per il Paese.
Ascoltando il dibattito sino a questo momento, a larga maggioranza credo di aver sentito che siamo tutti quanti convinti che l’opera sia strategica, che serva all’Italia, ed alla nostra regione, quindi in qualche modo riconosciamo l’intelligenza di un provvedimento che mira a realizzare questa grande opera.
Ma dopo aver detto tutto questo, chiedo a tutti i colleghi: dovunque dovesse essere la localizzazione, questa circostanza non potrà ribaltate il giudizio di strategicità dell’opera? Sarebbe auspicabile, ma credo che non sarà così.
Va bene il processo di ascolto delle comunità ma chiederei molto sommessamente a tutti, e non solo ai consiglieri regionali, ma anche alle comunità che esprimono il loro punto di vista e alle associazioni: alla fine di questo procedimento ci sarà una decisione e non ci sarà nessuna possibilità per alcuno di revocare il giudizio della strategicità dell’opera solo perché non è piaciuta la soluzione sulla localizzazione. E molto spesso le soluzioni sulla localizzazione sono contrastate dal richiamo all’organo più bizzarro dell’uomo, dal cuore. Nessuno di noi vorrebbe trasformare il suo habitat e mentre dibattiamo tra il bene e il male, tra queste categorie, noi interpelliamo l’organo più bizzarro, il cuore, dimenticando che un attimo prima abbiamo sostenuto con lo stesso fervore le necessità strategiche.
Negro (Udc)
Come salentini dobbiamo avere a cuore le sorti del tratto di costa fra i più belli d’Italia. Condividiamo la tensione del Comune di Melendugno e di tutto l’hinterland per far sì che aumenti l’appeal nei confronti del turismo.
Sottolineiamo anche noi il pericolo di questa costruzione faraonica e non tanto per quanto riguarda la tubazione. Anche su questo dobbiamo essere seri: la tubazione interrata non può rappresentare un pericolo per l’ambiente e il paesaggio.
Certo, qualcuno dice che potrebbe essere pericolosa per la sicurezza in caso di attacchi bellici, ma se è per questo abbiamo Cerano che da solo ha un suo valore. Se dovesse essere attaccato Cerano, basterebbe per far saltare tutto il Salento. Quindi, non possiamo preoccuparci di questo aspetto; anzi, agiremo sempre affinché la pace continui a esistere nei nostri territori.
Sotto l’aspetto ambientale e paesaggistico, credo che l’assessore Barbanente possa condividere il fatto che una tubazione interrata non determini danni al paesaggio.
L’unico elemento nocivo è la centrale di trattamento per la rigassificazione. Quell’aspetto deve essere studiato. L’unica cosa che ritengo si possa chiedere seriamente è una Via nazionale approfondita e seria sui danni che si potrebbero portare all’ambiente e al territorio.
Penso che anche il Comune di Melendugno e tutti i melendugnesi siano coscienti che questo Consiglio regionale non abbia alcun potere reale di determinare la strategicità dell’opera e quindi la sua realizzazione.
Aloisi (Pdl)
Ho su questo tema un atteggiamento estremamente laico e voglio dire che questo dibattito, per quanto importante e approfondito, ha manifestato di più le posizioni politiche piuttosto che condividere il ragionamento che l’assessore ha fatto con grande lucidità, inserendo anche i momenti di criticità.
Credo che lo sforzo fatto dall’assessore sia da raccogliere. Non dico come la penso, non lo dico oggi perché è inappropriato, è inopportuno, altrimenti falsiamo la decisione. Non serve avere atteggiamenti in difesa di questo o quel territorio al solo scopo di acquisire qualche consenso. Noi dobbiamo seriamente partecipare con le nostre capacità, siamo nella condizione, dopo aver rivisto oserei dire tutto il processo evolutivo rispetto all’opera.
Io credo che sia possibile ed è possibile nella misura in cui seriamente riusciremo a sganciarsi dai ragionamenti di appartenenza, dalle prese di posizione per capire di che cosa stiamo discutendo e come coinvolgere gli organismi che in definitiva poi assumeranno una scelta.
Io accolgo l’opera favorevolmente, anche perché altre posizioni sarebbero solo demagogiche e servirebbero solo ad evidenziare problemi di appartenenza politica. È uno sforzo che per quanto mi riguarda asseconderemo in maniera forte, servirà quanto meno a tutti noi ad arricchirci rispetto ad un ragionamento.
L’arricchimento di informazioni, il dibattito ci aiuta a ragionare e a determinare una scelta anche solo in termini politici che sia quanto più condivisa anche dalla comunità pugliese.
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