BARI - “Il gasdotto Trans-Adriatico conosciuto come Tap (Trans Adriatic Pipeline) è un’opera che può rappresentare un’opportunità per la nostra Regione, ma che non deve diventare fonte di contrasto per i territori pugliesi”. Questo è quanto ha affermato il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna, nel corso dell’incontro al quale hanno partecipato i consiglieri dell’area brindisina e leccese, un rappresentante dell’Anci e il sindaco di Brindisi Mimmo Consales.
+ "Nessun approdo a Brindisi"
Attualmente il progetto del gasdotto Tap in Puglia è in una fase di pianificazione iniziale che prevede l’ottenimento di tutte le autorizzazioni, la documentazione per la valutazione di impatto ambientale (Via) è stata consegnata il 10 settembre scorso.
Il Tap, lo ricordiamo, fa parte dei progetti infrastrutturali in campo energetico ritenuti prioritari dall’Unione europea ed è inserito fra i progetti cofinanziabili dall’Ue tramite il programma reti trans-europee dell’energia.
Ecco perché l’atteggiamento della Regione è di grande interesse, ma con gli occhi bene aperti a quelle che possono essere le eventuali ricadute negative sul territorio. E proprio questo hanno sottolineato i consiglieri presenti all’incontro (Donato Pellegrino, Maurizio Friolo, Giovanni Brigante, Eupreprio Curto, Pino Romano, Giovanni Epifani, Antonio Scianaro, Francesco De Biasi). Il tema è: sì all’opera ma non indiscriminatamente.
Al momento l’ipotesi stabilita di allocazione dell’approdo del metanodotto (870 Km) è come è noto, sulla costa della provincia di Lecce, San Foca marina di Melendugno. Un’idea che ha creato fra la popolazione di quell’area pugliese qualche perplessità, “ma nessuno ha mai ipotizzato il trasferimento nell’area del Brindisino” – ha sottoineato il presidente Introna.
E su questo il sindaco di Brindisi non lascia spazio, ribadendo la sua totale indisponibilità a “svendere il territorio”. “Non accetteremo mai – ha detto che la nostra città diventi la pattumiera pronta ad accogliere quello che altre popolazioni più vivaci riescono ad evitare”.
Fra l’altro l’ipotesi di poter barattare il gas con la chiusura del ciclo del carbon fossile è molto remota, in quanto l’investimento richiesto per la riconversione di Cerano a gas, ammonterebbe a 8oo milioni di euro e non è all’ordine del giorno.
Domani in aula consiliare l’assessore Minervini interverrà con la sua relazione su questo tema.
+ "Nessun approdo a Brindisi"
Attualmente il progetto del gasdotto Tap in Puglia è in una fase di pianificazione iniziale che prevede l’ottenimento di tutte le autorizzazioni, la documentazione per la valutazione di impatto ambientale (Via) è stata consegnata il 10 settembre scorso.
Il Tap, lo ricordiamo, fa parte dei progetti infrastrutturali in campo energetico ritenuti prioritari dall’Unione europea ed è inserito fra i progetti cofinanziabili dall’Ue tramite il programma reti trans-europee dell’energia.
Ecco perché l’atteggiamento della Regione è di grande interesse, ma con gli occhi bene aperti a quelle che possono essere le eventuali ricadute negative sul territorio. E proprio questo hanno sottolineato i consiglieri presenti all’incontro (Donato Pellegrino, Maurizio Friolo, Giovanni Brigante, Eupreprio Curto, Pino Romano, Giovanni Epifani, Antonio Scianaro, Francesco De Biasi). Il tema è: sì all’opera ma non indiscriminatamente.
Al momento l’ipotesi stabilita di allocazione dell’approdo del metanodotto (870 Km) è come è noto, sulla costa della provincia di Lecce, San Foca marina di Melendugno. Un’idea che ha creato fra la popolazione di quell’area pugliese qualche perplessità, “ma nessuno ha mai ipotizzato il trasferimento nell’area del Brindisino” – ha sottoineato il presidente Introna.
E su questo il sindaco di Brindisi non lascia spazio, ribadendo la sua totale indisponibilità a “svendere il territorio”. “Non accetteremo mai – ha detto che la nostra città diventi la pattumiera pronta ad accogliere quello che altre popolazioni più vivaci riescono ad evitare”.
Fra l’altro l’ipotesi di poter barattare il gas con la chiusura del ciclo del carbon fossile è molto remota, in quanto l’investimento richiesto per la riconversione di Cerano a gas, ammonterebbe a 8oo milioni di euro e non è all’ordine del giorno.
Domani in aula consiliare l’assessore Minervini interverrà con la sua relazione su questo tema.
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