BRINDISI. Dopo il notevole successo di «Furioso Orlando», l’attore-regista-drammaturgo Marco Baliani presenta il paladino per eccellenza in una nuova prospettiva: «Giocando con Orlando» è il titolo dello spettacolo che andrà in scena mercoledì 18 e giovedì 19 dicembre, a partire dalle ore 20:30 al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi, una ballata in rime ariostesche e una singolar tenzone per il palcoscenico da condursi corpo a corpo, rima dopo rima con Stefano Accorsi, noto attore del cinema e della televisione, oltre che del palcoscenico per eccellenza.
Per quanto riguarda Stefano Accorsi, è il paladino Orlando, ma anche il cantore che aggancia i vari episodi nel flusso della storia, Marco Baliani è invece un fool, un regista in scena, pronto ad essere spalla e comprimario, a tendere trappole e inventare strofe. Baliani compie sul testo originario un taglio deciso: delle tre vicende principali, intorno alle quali ruota la trama dell’Ariosto, ne privilegia una sola, quella amorosa che vede la fascinosa e ambigua Angelica, regina del Catai, vanamente corteggiata da numerosi spasimanti di opposte fazioni. Due cristiani da un lato: il prode cavaliere Orlando, il nobile paladino assurto ad eroe nella «Chanson de Roland» e Rinaldo, suo cugino e rivale in amore, spirito ribelle e insofferente all’autorità di Carlo Magno, loro comune imperatore. E due saraceni dall’altro: Ferraù, il gigantesco cavaliere, nemico giurato di Orlando e suo più valoroso rivale in campo e Sacripante, fortissimo guerriero della Circassia. La volubile Angelica finisce però per sposare Medoro, un semplice fante, anch’egli saraceno, biondo e bello d’aspetto. I due innamorati scrivono i loro nomi sugli alberi e sulle pareti delle grotte dove si sono amati innumerevoli volte e ciò scatenerà l’ira del povero Orlando, portandolo alla pazzia. Ma tutti questi personaggi non sono fisicamente presenti sulla scena.
Rivivono nelle strofe declamate da Stefano Accorsi, al quale fa da contraltare un brillante Marco Baliani, autore di versi scritti nello stile di Ariosto, ma più vicini al nostro tempo. Lo spettacolo sottolinea l’attualità della vicenda di Orlando: c'è la storia e la condanna di tutte le guerre, gli amori contrastati, quelli non corrisposti come quello di Orlando per la bella Angelica, le passioni travolgenti, la gelosia e la pazzia, ci sono infine i sentimenti che si impongono fino a oscurare la guerra di religione.
In questo gioco hanno un grande ruolo le belle sculture di Mimmo Paladino, enormi cavalli coloratissimi, che richiamano alla memoria le rutilanti giostre dell'infanzia. E quei cavalli sembrano essere lì in attesa di riprendere il loro instancabile movimento in tondo, pronti per nuove ed esaltanti imprese guerresche.
Per quanto riguarda l’impianto scenico è di Daniele Spisa, i costumi di Alessandro Lai ed il disegno luci di Luca Barbati.
Per ulteriori informazioni sullo spettacolo, è possibile consultare il sito http://www.filemail.com/d/gjeuxfdsiaxovsf? oppure www.fondazionenuovoteatroverdi.it o anche chiamare i numeri telefonici 0831229230 - 562554.
Daniele Martini
Per quanto riguarda Stefano Accorsi, è il paladino Orlando, ma anche il cantore che aggancia i vari episodi nel flusso della storia, Marco Baliani è invece un fool, un regista in scena, pronto ad essere spalla e comprimario, a tendere trappole e inventare strofe. Baliani compie sul testo originario un taglio deciso: delle tre vicende principali, intorno alle quali ruota la trama dell’Ariosto, ne privilegia una sola, quella amorosa che vede la fascinosa e ambigua Angelica, regina del Catai, vanamente corteggiata da numerosi spasimanti di opposte fazioni. Due cristiani da un lato: il prode cavaliere Orlando, il nobile paladino assurto ad eroe nella «Chanson de Roland» e Rinaldo, suo cugino e rivale in amore, spirito ribelle e insofferente all’autorità di Carlo Magno, loro comune imperatore. E due saraceni dall’altro: Ferraù, il gigantesco cavaliere, nemico giurato di Orlando e suo più valoroso rivale in campo e Sacripante, fortissimo guerriero della Circassia. La volubile Angelica finisce però per sposare Medoro, un semplice fante, anch’egli saraceno, biondo e bello d’aspetto. I due innamorati scrivono i loro nomi sugli alberi e sulle pareti delle grotte dove si sono amati innumerevoli volte e ciò scatenerà l’ira del povero Orlando, portandolo alla pazzia. Ma tutti questi personaggi non sono fisicamente presenti sulla scena.
Rivivono nelle strofe declamate da Stefano Accorsi, al quale fa da contraltare un brillante Marco Baliani, autore di versi scritti nello stile di Ariosto, ma più vicini al nostro tempo. Lo spettacolo sottolinea l’attualità della vicenda di Orlando: c'è la storia e la condanna di tutte le guerre, gli amori contrastati, quelli non corrisposti come quello di Orlando per la bella Angelica, le passioni travolgenti, la gelosia e la pazzia, ci sono infine i sentimenti che si impongono fino a oscurare la guerra di religione.
In questo gioco hanno un grande ruolo le belle sculture di Mimmo Paladino, enormi cavalli coloratissimi, che richiamano alla memoria le rutilanti giostre dell'infanzia. E quei cavalli sembrano essere lì in attesa di riprendere il loro instancabile movimento in tondo, pronti per nuove ed esaltanti imprese guerresche.
Per quanto riguarda l’impianto scenico è di Daniele Spisa, i costumi di Alessandro Lai ed il disegno luci di Luca Barbati.
Per ulteriori informazioni sullo spettacolo, è possibile consultare il sito http://www.filemail.com/d/gjeuxfdsiaxovsf? oppure www.fondazionenuovoteatroverdi.it o anche chiamare i numeri telefonici 0831229230 - 562554.
Daniele Martini