Amati: "Città metropolitane, il Governo riconsideri emendamento Pd su cambio di circoscrizione dei Comuni"
BARI - “L'istinto conservatore prevale sempre quando si tratta di Province e Città metropolitane. È una brutta notizia il ritiro di un emendamento volto alla semplificazione delle procedure di adesione dei Comuni alle Città metropolitane, causato dal parere contrario del Governo. Così facendo perdiamo un’occasione per evitare ulteriori ed inutili complicazioni burocratiche a carico di quei Comuni che, pur non appartenendo alla circoscrizione provinciale di riferimento di una istituenda città metropolitana, ma essendo comunque ad essa limitrofe, vogliano aderire alla stessa”.
Lo ha dichiarato il consigliere regionale Fabiano Amati, che questa mattina ha scritto una lettera al ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio e al capogruppo e al vice capogruppo del PD alla Camera Roberto Speranza e Gero Grassi, per chiedere un riesame delle motivazioni che nel corso della discussione in I Commissione del disegno di legge "Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni" hanno provocato il ritiro da parte del gruppo del PD di un emendamento presentato dagli onorevoli Naccarato e Rampi.
La proposta emendativa, ritirata dal Gruppo PD sulla base del parere contrario del Governo, prevedeva che i Comuni appartenenti a circoscrizioni provinciali limitrofe ma non coincidenti con il territorio di una costituenda città metropolitana, potessero aderire alla stessa attraverso l’adozione di un atto ad hoc del rispettivo consiglio comunale, approvato a maggioranza assoluta, attraverso cui si richiedeva l’attivazione di una procedura di adesione semplificata da concludersi entro il primo luglio 2014.
“Considerata l’auspicabile soppressione delle Province – ha detto Amati – la proposta si mostrava particolarmente utile per snellire tutti gli eventuali procedimenti legislativi autonomi, relativi a ciascun Comune, pur rispettando l’obbligo di approvazione di leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione, per il mutamento di circoscrizioni provinciali e l’istituzione di nuove Provincie nell'ambito d'una Regione, previsto dalla Costituzione.
Nella senza dubbio apprezzabile prospettiva di prossima approvazione di una legge che predispone una nuova disciplina delle Province quali enti di area vasta e che istituisce le Città metropolitane, credo vadano perseguiti con fermezza gli obiettivi di massima semplificazione delle procedure burocratiche, che altrimenti rischiano di ingabbiare lo sviluppo di quanto previsto tra pile di carte e documenti, volti comunque al raggiungimento di uno stesso obiettivo.
Inoltre, nel rispetto del detto latino mutatis mutandis, andrebbe considerato il fatto che parliamo di un emendamento perfettamente in linea con quanto era stato previsto dal Governo Monti con le “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini” (del 6 luglio 2012, n. 95), che già fecero scaturire la convocazione di referendum popolari da parte di molti Comuni italiani e l’adozione di apposite delibere consiliari per il mutamento della circoscrizione provinciale di appartenenza.
Chiedo, dunque, al Ministro per gli Affari regionali e ai vertici del gruppo del PD alla Camera di rivedere il parere contrario espresso e le motivazioni del ritiro dell’emendamento, sperando in un necessario e importante passo in avanti di questo disegno di legge”.
Lo ha dichiarato il consigliere regionale Fabiano Amati, che questa mattina ha scritto una lettera al ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio e al capogruppo e al vice capogruppo del PD alla Camera Roberto Speranza e Gero Grassi, per chiedere un riesame delle motivazioni che nel corso della discussione in I Commissione del disegno di legge "Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni" hanno provocato il ritiro da parte del gruppo del PD di un emendamento presentato dagli onorevoli Naccarato e Rampi.
La proposta emendativa, ritirata dal Gruppo PD sulla base del parere contrario del Governo, prevedeva che i Comuni appartenenti a circoscrizioni provinciali limitrofe ma non coincidenti con il territorio di una costituenda città metropolitana, potessero aderire alla stessa attraverso l’adozione di un atto ad hoc del rispettivo consiglio comunale, approvato a maggioranza assoluta, attraverso cui si richiedeva l’attivazione di una procedura di adesione semplificata da concludersi entro il primo luglio 2014.
“Considerata l’auspicabile soppressione delle Province – ha detto Amati – la proposta si mostrava particolarmente utile per snellire tutti gli eventuali procedimenti legislativi autonomi, relativi a ciascun Comune, pur rispettando l’obbligo di approvazione di leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione, per il mutamento di circoscrizioni provinciali e l’istituzione di nuove Provincie nell'ambito d'una Regione, previsto dalla Costituzione.
Nella senza dubbio apprezzabile prospettiva di prossima approvazione di una legge che predispone una nuova disciplina delle Province quali enti di area vasta e che istituisce le Città metropolitane, credo vadano perseguiti con fermezza gli obiettivi di massima semplificazione delle procedure burocratiche, che altrimenti rischiano di ingabbiare lo sviluppo di quanto previsto tra pile di carte e documenti, volti comunque al raggiungimento di uno stesso obiettivo.
Inoltre, nel rispetto del detto latino mutatis mutandis, andrebbe considerato il fatto che parliamo di un emendamento perfettamente in linea con quanto era stato previsto dal Governo Monti con le “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini” (del 6 luglio 2012, n. 95), che già fecero scaturire la convocazione di referendum popolari da parte di molti Comuni italiani e l’adozione di apposite delibere consiliari per il mutamento della circoscrizione provinciale di appartenenza.
Chiedo, dunque, al Ministro per gli Affari regionali e ai vertici del gruppo del PD alla Camera di rivedere il parere contrario espresso e le motivazioni del ritiro dell’emendamento, sperando in un necessario e importante passo in avanti di questo disegno di legge”.
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