BARI - “Sebbene in termini percentuali, rispetto al 2012, le città della Puglia, tranne qualche caso puntuale, abbiano mediamente contenuto i rincari della Tares, i cittadini saranno comunque chiamati a un sacrificio non indifferente, specie in considerazione dello stato di crisi economica che non accenna a mollare la presa nella nostra regione”.
Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia e di Bari, commenta i costi Tares 2013 in Puglia: Lecce è il capoluogo di provincia che presenta il differenziale, rispetto alla Tarsu 2012, più basso (8,6%), seguono Brindisi (10,7%), Bari (20,1%), Taranto (27,6%) e Foggia (30,9%).
“Certo, nessun capoluogo di provincia pugliese – continua il segretario regionale della UIL – figura ai primi posti della speciale classifica delle città più ‘care’, ma a Bari, per citare il capoluogo di regione, ogni famiglia dovrà farsi carico di 302 euro, 51 in più rispetto all’anno scorso. In un momento storico come quello che la Puglia sta attraversano, con tasso di disoccupazione e tasso di povertà che crescono inesorabilmente, anche aumenti apparentemente contenuti diventano pesantissimi fardelli da sostenere. A ciò si aggiunga che, stando alle dichiarazioni del presidente della Regione Puglia, da gennaio scatterà la famigerata ecotassa, ennesimo balzello che la comunità pugliese dovrà accollarsi a causa di politiche sbagliate attuate negli anni sulla questione rifiuti”.
Pugliese invita le istituzioni, a partire dai Comuni regionali, a “investire gli introiti delle tasse, non solo della Tares, nel miglioramento dei servizi al cittadino, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, in particolare in quei servizi utili a tutelare la classi sociali più in difficoltà, per garantire la tenuta dello stato sociale e far fronte nel migliore dei modi ai colpi della crisi, che sta assottigliando sempre più la capacità reddituale di lavoratori e pensionati. Se, infatti, sommiamo gli aumenti della Tares a quelli derivanti dalle addizionali Irpef, il rischio concreto è, soprattutto per i lavoratori dipendenti e i pensionati, non solo di non aver alcun beneficio dalla tanto pubblicizzata abolizione dell’Imu ma anche di non avere il sollievo necessario dalle mini detrazioni Irpef stabilite nella Legge di Stabilità”.
Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia e di Bari, commenta i costi Tares 2013 in Puglia: Lecce è il capoluogo di provincia che presenta il differenziale, rispetto alla Tarsu 2012, più basso (8,6%), seguono Brindisi (10,7%), Bari (20,1%), Taranto (27,6%) e Foggia (30,9%).
“Certo, nessun capoluogo di provincia pugliese – continua il segretario regionale della UIL – figura ai primi posti della speciale classifica delle città più ‘care’, ma a Bari, per citare il capoluogo di regione, ogni famiglia dovrà farsi carico di 302 euro, 51 in più rispetto all’anno scorso. In un momento storico come quello che la Puglia sta attraversano, con tasso di disoccupazione e tasso di povertà che crescono inesorabilmente, anche aumenti apparentemente contenuti diventano pesantissimi fardelli da sostenere. A ciò si aggiunga che, stando alle dichiarazioni del presidente della Regione Puglia, da gennaio scatterà la famigerata ecotassa, ennesimo balzello che la comunità pugliese dovrà accollarsi a causa di politiche sbagliate attuate negli anni sulla questione rifiuti”.
Pugliese invita le istituzioni, a partire dai Comuni regionali, a “investire gli introiti delle tasse, non solo della Tares, nel miglioramento dei servizi al cittadino, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, in particolare in quei servizi utili a tutelare la classi sociali più in difficoltà, per garantire la tenuta dello stato sociale e far fronte nel migliore dei modi ai colpi della crisi, che sta assottigliando sempre più la capacità reddituale di lavoratori e pensionati. Se, infatti, sommiamo gli aumenti della Tares a quelli derivanti dalle addizionali Irpef, il rischio concreto è, soprattutto per i lavoratori dipendenti e i pensionati, non solo di non aver alcun beneficio dalla tanto pubblicizzata abolizione dell’Imu ma anche di non avere il sollievo necessario dalle mini detrazioni Irpef stabilite nella Legge di Stabilità”.