di Michele Tedesco
C’è chi festeggia l’arrivo del nuovo anno facendo saltare un tappo e chi lo fa facendosi saltare un arto con un petardo. Dalla fantozziana sequenza del lancio di una lavatrice sul tetto della “bianchina” del più celebre e disgraziato ragioniere d’Italia, al vero e proprio bollettino di guerra già in scaletta tra le hot news dei giornali di domani, la notte dell’ultimo dell’anno è specchio e allegoria dell’Italia, degli italiani e della bestialità di alcuni, nei nostri tempi. A fare le spese delle più barbare, bislacche e dure a morire, vie di festeggiamento, che rievocano più una notte a Beirut che un romantico capodanno a Parigi o New York, sono sicuramente gli animali domestici. Per loro quella del 31 dicembre può diventare una vera e propria notte d’inferno: possono nascondersi, scappare o anche morire per lo stress che impone loro il rituale fuori da ogni logica di questa festa. Sempre più città italiane hanno deciso di dichiarare guerra al petardo. Torino, Bari, Cosenza, Bologna e L’Aquila, puniscono (almeno e finora solo sulla carta) i trasgressori con multe fino a 500 euro. Possiamo aiutare i nostri piccoli amici magari non lasciandoli soli in giardino o sul balcone, non tenendoli legati alla catena, ma tranquillizzandoli in qualche modo stando con loro in una stanza in penombra lontana dai rumori e permettendo loro di trovare un piccolo rifugio, magari sotto un letto. Una radio o un TV acceso, potrebbero minimizzare l’impatto dei botti sul loro particolare udito. Per i più sensibili, sotto consiglio veterinario, potrebbero potersi somministrare rimedi naturali o omeopatici a blanda azione sedativa. Anche questa notte passerà . Speriamo nel modo migliore.