Classifica 24ore, "Impietosa con Sud e Capitanata"

FOGGIA - “La fotografia nitida di un presente difficile, la conferma che quanto fatto e in essere per risalire la china sta facendo registrare una timida inversione di tendenza, ma siamo ancor ben lontani da risultati e indici tali da brindare per la soddisfazione e tirare un sospiro di sollievo”.
Giannicola De Leonardis, presidente della settima Commissione Affari Istituzionali della Regione Puglia, così commenta la 99esima posizione della provincia di Foggia (due guadagnate rispetto allo scorso anno) nella classifica annuale relativa alla qualità della vita stilata da ‘Il Sole 24 Ore’ attraverso 36 parametri utilizzati, e articolata in sei aree tematiche (Tenore di vita, Affari e Lavoro, Servizi/Ambiente/Salute, Ordine pubblico, Popolazione, Tempo libero).

“La sofferenza è estesa all’intero Mezzogiorno d’Italia, e il gap sempre più marcato con le province del centro-nord è la conferma dell’acuirsi di una ‘Questione meridionale’ mai adeguatamente affrontata negli ultimi decenni, e ovviamente dagli ultimi governi che si sono succeduti” continua. “E i numeri fatti registrare dal capoluogo dauno e dalla provincia nelle aree specifiche (100esimo posto in quella ‘Tenore di vita’, 105esimo in ‘Servizi e Ambiente’, 86esimo in ‘Affari e Lavoro’, 90esimo in ‘Ordine Pubblico’, 73esimo nell’area ‘Popolazione’ e 99esimo nell’area ‘Tempo Libero’) forniscono dei parametri utilissimi per acquisire piena consapevolezza della gravità del momento, rimboccarsi le maniche e agire, a ogni livello istituzionale e con il pieno coinvolgimento di una comunità chiamata a serrare le fila e non lasciarsi andare allo sconforto e alla depressione, in particolar modo esaminando le crude statistiche legate alla disoccupazione giovanile” sottolinea De Leonardis. “Rimanere a galla faticosamente e non affondare non può più bastare: occorre una vera e propria rivoluzione, della Politica prima di tutto, perché a livello periferico i prezzi dello stallo, dei veti contrapposti, del tiro alla fune e del rimpallo di responsabilità, degli slogan fine a se stessi e degli annunci ‘sparati’ a mezzo stampa e presto traditi e dimenticati si pagano e con gli interessi. E a pagarlo sono cittadini allo stremo da consegnare alle sirene della demagogia e dell’antipolitica” la sua conclusione.