Crisi e disoccupazione dilagano in Puglia, De Biasi: “Lo dicono i dati Istat”
BARI - Il capogruppo de La Puglia prima di tutto Francesco De Biasi ha rilasciato la seguente dichiarazione.
“A sentire parlare il presidente Vendola, sembra che la Puglia sia una sorta di Eden, un’isola felice che galleggia con allegria e voglia di vivere nell’oceano della crisi che invece produce tempeste nel resto del Paese e più in generale del mondo occidentale.
Chi non vive nella nostra terra e ascolta solo la…letteratura verbale prodotta dal presidente Vendola pensa probabilmente che l’unico posto realmente felice dell’Italia sia la Puglia, dove tutto funziona e dove tutti concorrono al successo del suo massimo rappresentante istituzionale.
Poi vai a leggere i numeri, ad analizzare le situazioni, a cercare di comprendere quali sono i problemi e ti accorgi che sotto la facciata, come sotto il vestito, non c’è…niente, parafrasando il noto successo cinematografico degli anni Ottanta.
Ma quali sono i numeri? E’ presto detto, basta leggere i giornali e non solo quelli specializzati: nel terzo trimestre 2013 l’Italia ha perso nel complesso 522mila posti di lavoro rispetto allo stesso periodo del 2012 con una diminuzione del 2,3%. Naturalmente, la fotografia è più o meno sempre la stessa: il Nord tiene ed il Centro più o meno limita i danni. Chi paga il prezzo più caro è come al solito il Meridione ed è qui che chi pende dalle labbra del presidente Vendola trova l’amara sorpresa: la Puglia è la “maglia nera” del Mezzogiorno, ovvero la regione che ha perso più terreno sul piano dell’occupazione.
I numeri resi noti dall’Istat sono freddi ed incontestabili, nonostante Vendola: la Sicilia ha perso in percentuale il 6,3%, la Sardegna il 7%; la Campania è riuscita addirittura a frenare il calo dell’occupazione, pur in una situazione complessivamente critica. La Puglia, invece, spunta il risultato peggiore, con un poco lusinghiero -9,5% sull’occupazione complessiva, il che vuol dire 120mila posti persi in un anno. In sostanza, nel nostro territorio si registra la crescita più rapida del tasso di disoccupazione, passato dal 13,8 del terzo trimestre 2012 al 19,2 dello stesso periodo dell’anno in corso. Se non è un disastro questo…
E del resto, che si sia di fronte ad una vera e propria involuzione lo dimostra anche il recentissimo allarme di un sindacato come la Uil, che certamente non può essere tacciato di essere vicino al centrodestra. Il segretario regionale, Aldo Pugliese, ha sottolineato come ci sia anche da noi una ‘inerzia delle istituzioni’, invitando a investire da subito in istruzione e ricerca per non abbandonare al loro destino le giovani generazioni.
E proprio i giovani, che dovrebbero essere il futuro anche in Puglia, risultano invece isolati nel loro dramma: non a caso anche tra loro si comincia a registrare la presenza dei cosiddetti “scoraggiati”, ovvero coloro che hanno perfino rinunciato alla ricerca di un lavoro.
Ma noi non siamo sorpresi. E’ da tempo che sosteniamo, denunciandola, la sottovalutazione poetica della crisi da parte del presidente Vendola. Purtroppo egli resta un cultore e un attuatore della decrescita felice predicata dagli economisti Rifkin e Latouche; quella stessa cantata da Celentano e purtroppo narrata in Puglia da Vendola. Il quale intende normarla a livello nazionale con il reddito di cittadinanza come mero intervento di ‘supply side’, cioè di unica e scarna offerta. Come a dire ai giovani disoccupati: “Prendetevi queste misere 400/500 € e statevene buoni a far niente”. E naturalmente lo stesso vale per la inutile e vacua formazione professionale, cartacea e impositiva della nullificante esistenza dell'essere umano che lo spoglia di dignità.
Insomma, dati alla mano sono tempi davvero duri. Ma l’unico a non essersene accorto, o a fingere di non accorgersene, resta il presidente Vendola. E non possiamo neanche dire “beato lui”, perché chi paga le conseguenze dirette sono purtroppo i cittadini pugliesi… ”.
“A sentire parlare il presidente Vendola, sembra che la Puglia sia una sorta di Eden, un’isola felice che galleggia con allegria e voglia di vivere nell’oceano della crisi che invece produce tempeste nel resto del Paese e più in generale del mondo occidentale.
Chi non vive nella nostra terra e ascolta solo la…letteratura verbale prodotta dal presidente Vendola pensa probabilmente che l’unico posto realmente felice dell’Italia sia la Puglia, dove tutto funziona e dove tutti concorrono al successo del suo massimo rappresentante istituzionale.
Poi vai a leggere i numeri, ad analizzare le situazioni, a cercare di comprendere quali sono i problemi e ti accorgi che sotto la facciata, come sotto il vestito, non c’è…niente, parafrasando il noto successo cinematografico degli anni Ottanta.
Ma quali sono i numeri? E’ presto detto, basta leggere i giornali e non solo quelli specializzati: nel terzo trimestre 2013 l’Italia ha perso nel complesso 522mila posti di lavoro rispetto allo stesso periodo del 2012 con una diminuzione del 2,3%. Naturalmente, la fotografia è più o meno sempre la stessa: il Nord tiene ed il Centro più o meno limita i danni. Chi paga il prezzo più caro è come al solito il Meridione ed è qui che chi pende dalle labbra del presidente Vendola trova l’amara sorpresa: la Puglia è la “maglia nera” del Mezzogiorno, ovvero la regione che ha perso più terreno sul piano dell’occupazione.
I numeri resi noti dall’Istat sono freddi ed incontestabili, nonostante Vendola: la Sicilia ha perso in percentuale il 6,3%, la Sardegna il 7%; la Campania è riuscita addirittura a frenare il calo dell’occupazione, pur in una situazione complessivamente critica. La Puglia, invece, spunta il risultato peggiore, con un poco lusinghiero -9,5% sull’occupazione complessiva, il che vuol dire 120mila posti persi in un anno. In sostanza, nel nostro territorio si registra la crescita più rapida del tasso di disoccupazione, passato dal 13,8 del terzo trimestre 2012 al 19,2 dello stesso periodo dell’anno in corso. Se non è un disastro questo…
E del resto, che si sia di fronte ad una vera e propria involuzione lo dimostra anche il recentissimo allarme di un sindacato come la Uil, che certamente non può essere tacciato di essere vicino al centrodestra. Il segretario regionale, Aldo Pugliese, ha sottolineato come ci sia anche da noi una ‘inerzia delle istituzioni’, invitando a investire da subito in istruzione e ricerca per non abbandonare al loro destino le giovani generazioni.
E proprio i giovani, che dovrebbero essere il futuro anche in Puglia, risultano invece isolati nel loro dramma: non a caso anche tra loro si comincia a registrare la presenza dei cosiddetti “scoraggiati”, ovvero coloro che hanno perfino rinunciato alla ricerca di un lavoro.
Ma noi non siamo sorpresi. E’ da tempo che sosteniamo, denunciandola, la sottovalutazione poetica della crisi da parte del presidente Vendola. Purtroppo egli resta un cultore e un attuatore della decrescita felice predicata dagli economisti Rifkin e Latouche; quella stessa cantata da Celentano e purtroppo narrata in Puglia da Vendola. Il quale intende normarla a livello nazionale con il reddito di cittadinanza come mero intervento di ‘supply side’, cioè di unica e scarna offerta. Come a dire ai giovani disoccupati: “Prendetevi queste misere 400/500 € e statevene buoni a far niente”. E naturalmente lo stesso vale per la inutile e vacua formazione professionale, cartacea e impositiva della nullificante esistenza dell'essere umano che lo spoglia di dignità.
Insomma, dati alla mano sono tempi davvero duri. Ma l’unico a non essersene accorto, o a fingere di non accorgersene, resta il presidente Vendola. E non possiamo neanche dire “beato lui”, perché chi paga le conseguenze dirette sono purtroppo i cittadini pugliesi… ”.
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