Cristina D'Avena si racconta tra vita, carriera e successi: "Diventare madre? Ho sempre rimandato"

di Alessandro Nardelli - La beniamina dei piccini, Cristina D’Avena, si racconta al Giornale di Puglia partendo dal suo ultimo progetto discografico inaugurato l’anno scorso e completato proprio con il cofanetto “30 e poi parte seconda”.

La popolare cantante bolognese pubblica il celebre cofanetto con all’interno video, canzoni inedite e un libro fotografico tutto da sfogliare.


D: ’30 e poi parte seconda’ completa il tuo progetto discografico inaugurato l’anno scorso.  Cosa rappresenta per te questo disco?
R: E’ un cofanetto che racchiude la storia, o buona parte della storia della televisione dedicata ai ragazzi con il dvd che contiene 50 filmati di trasmissioni importanti da Buona Domenica a Bim Bum Bam alle mie primissime trasmissioni, a Superclassifica Show con Seymandi. Quindi insomma è veramente un pezzo della storia della televisione, della mia storia in realtà, perché io ho iniziato 30 anni fa con la televisione degli anni ’80. E quindi è un’opera veramente importante, per me, per i fan, per tutti coloro che mi seguono da 30 anni, e hanno voglia di rivedere queste immagini e trasmissioni.

D: Dei telefilm che hai interpretato, di quale hai un bel ricordo e ne vai fiera?
R: Di tutti, perché i telefilm sono stati importanti per me. Sono stati anni importanti in cui ho conosciuto tantissimi attori che mi hanno coccolata, aiutata, e hanno condiviso con me questa bellissima emozione. Insomma, devo dire che i telefilm li ricordo tutti con immenso piacere, e dirò di più, mi dispiace moltissimo non aver più continuato a fare telefilm, perché in realtà alla fine poi mancano nella nostra televisione, o comunque li andiamo a prendere o acquistare all’estero, quando invece noi li facevamo, e siamo stati i primi a realizzare i telefilm in Italia, nei nostri studi con i nostri attori.

La cover di '30 e Poi... Parte II'
D: Hai ancora contatti con qualche partecipante dei primi telefilm?
R: Spesso e volentieri sento Steve, ovvero Marco Bellavia, e Mirko dei Beehive (Telefilm Kiss Me Licia n.d.r.), ossia Pasquale Finicelli. Sono poi una grandissima amica di Pietro Ubaldi, che è un doppiatore famosissimo di cartoni animati e di voci importanti. Nel caso di Kiss Me Licia ha doppiato Marrabbio ed era la voce di Giuliano.

D: A proposito di Marrabbio, che fine ha fatto, è ancora in tv?
R: Si, lui sta lavorando, fa teatro, oltretutto è bravissimo, ha una grande forza e vitalità. Un attore molto bravo, da cui ho imparato tantissimo, e una persona straordinaria a livello umano.

D: Le sigle dei cartoni animati hanno venduto migliaia di dischi. Un successo che continua. Perché conquistano ancora il pubblico?
R: Perché sono semplici, fanno parte di noi e ci continuano a fare sognare come allora, e poi avendo me come personaggio dell’infanzia che continua a cantare, che fa concerti, e quindi l’immaginario di un giovane, viene visto da piccolo. E’vero che la sigla avrà 30 anni, ma è attualissima, perché la riesci a sentire ancora  in televisione, perché i cartoni vengono riproposti, perché la senti ai concerti… Canto tantissime sigle, e vengono tantissimi ragazzi a sentirmi, ad applaudirmi, anche perché faccio anche i concerti con i Gem Boy e ci vengono ad applaudire nelle varie location dove andiamo, anche nei locali super rock.

D: Quali erano i cartoni animati che seguivi quando eri piccola?
R: Amavo moltissimo i cartoni della Walt Disney, e mi piaceva tantissimo il cartone animato di Charlot, con la relativa sigla che io ho cantato e cantavo con mia sorella, ovvero “La Canzone di Charlot”. E poi i miei, da Sailor Moon ai Puffi, a Licia, che mi piacciono tuttora, e quando posso me li riguardo.

D: Se ti proponessero di presentare ‘Lo Zecchino D’Oro’ tu accetteresti?
R: Io l’ho già fatto, quindi si. Io ho già presentato lo Zecchino d’Oro e quindi se me lo chiedessero lo rifarei eccome.

D:Nel disco hai reso omaggio ad uno dei più grandi artisti italiani come Lucio Dalla. Che ricordo hai di lui?
R: Un artista straordinario, un uomo umile, buono come il pane, che ha sempre aiutato il prossimo. Non posso dire che fosse un mio amico perché non è vero, però Bologna è piccola e ci si incontrava spesso e volentieri in centro. Io gli chiedevo spesso di scrivermi un pezzo, e lui diceva sempre “va bene si te lo scrivo”. Poi purtroppo è passato il tempo ed è successo quello che è successo. Mi è mancato molto, perché io sono cresciuta con le sue canzoni e quindi è normale che io l’abbia seguito anche quando ha fatto l’ultimo Sanremo. Insomma, mi è sempre piaciuto tantissimo come artista.

D: A casa hanno sempre appoggiato la tua scelta di voler fare la cantante?
R: I miei genitori non mi hanno mai imposto nulla, e sono sempre state persone sempre estremamente discrete. Devo dire che mio padre mi ha accompagnato tanti anni all’Antoniano allo Zecchino, quindi ha fatto sicuramente tantissimi sacrifici per me. Ma lo faceva perché a me piaceva cantare, stavo all’Antoniano con Mariele Ventre, però non sono stati genitori fanatici che si sono montati la testa e se io non cantavo o se non ero la prima del coro si arrabbiavano o mi spingevano a farlo. Sono state persone estremamente corrette, soprattutto persone umili e sono sempre state al loro posto. E questo mi ripaga molto perché mi hanno insegnato questo valore importante, infatti anche io sono una persona estremamente umile e quindi quello che faccio lo faccio con il cuore, amo il mio pubblico, amo il mio lavoro, il mio mondo. Cerco sempre di portare gioia, serenità a tutti coloro che mi seguono, che mi amano

D: Hai mai pensato di fermarti un po’ e dedicarti ad altro, magari diventare mamma…
R: Certo, non mi ci sono mai dedicata appieno ma ci ho pensato. Ho rimandato spesso questa cosa. Comedice Carletto dei Gem Boy, l’orologio biologico è arrivato’’.

D: Ci racconti com’è nato il sodalizio con i Gem Boy?
R: E’nato in maniera naturale, ci siamo incontrati in autogrill. Loro cantavano le mie canzoni e stravolgevano i testi, e io ero molto arrabbiata per questa cosa. Però si vede che il destino ci doveva unire e da cosa nasce cosa, un appuntamento, una cosa casuale, ci siamo incontrati e abbiamo fatto il primo concerto al Roxy Bar, per essere una location di Bologna molto importante, è andato benissimo, e da li ho iniziato la collaborazione.

D: Sono utili i talent show?
R: I talent show ormai fanno parte della nostra televisione, ma bisogna cercare di dosarli molto, bisogna cercare di dire a questi ragazzini che partecipano ai talent show di non montarsi la testa, di sognare si, ma sempre con i piedi per terra, perché tutto ti può andar bene, ma, soprattutto quando si è piccoli, purtroppo si possono avere anche delle delusioni o le aspettative possono non essere rispettate. Chi ne fa parte deve cercare di viverlo non dico come un gioco, ma come un qualche cosa che è bello e che ti da una grande esperienza. Però bisogna studiare e approfondire, e se sarai bravo, avrai fortuna e sicuramente riuscirai ad esaudire i tuoi sogni. Perché, io lo dico sempre, bisogna continuare a sognare, perché i sogni sicuramente si possono avverare ed esaudire. Però bisogna veramente cercare di tenere sempre i piedi per terra perché, ribadisco, quando hai delle delusioni è veramente un bel guaio.


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