Diritto allo studio: Stefàno: “In Puglia Atenei di serie B, il governo elimini una norma ingiusta”

BARI - “Atenei pugliesi discriminati dai criteri di ripartizione dei Punti Organico: il governo ripristini il principio di uguaglianza  e garantisca pari diritto di studio anche al Sud”. Con una mozione, il senatore Dario Stefàno (SEL) interviene nella delicata vicenda scaturita dal DM n. 713 del 9 agosto scorso, che ha definito la distribuzione delle risorse, in termini di Punti Organico, “determinando – sottolinea -  un’evidente disparità di trattamento fra gli atenei, condannando il sistema universitario pugliese ad un destino di marginalità. L’eccessiva esiguità del contingente assunzionale destinato al Sud, infatti, impedirà agli atenei meridionali di assumere i propri migliori scienziati e docenti, mentre altri atenei potrebbero contare su un surplus di punti organico con l'effetto inevitabile di costringere alcune strutture  alla chiusura o al declassamento ad Università di serie B. Sull’alta formazione e la ricerca si gioca il destino dei nostri territori”.

“E’ un’ingiustizia – incalza Stefàno –  che merita un intervento non più rinviabile. E’ necessario adottare diversi criteri di ripartizione prevedendo un costo standard unitario di formazione per studente, che va determinato anche in riferimento ai differenti contesti economici, territoriali e infrastrutturali in cui operano in diversi atenei.  Una variabile importante è l’elevato numero di studenti in condizioni di disagio che fruiscono di esenzioni o riduzioni della tassazione. Si ricorra, in alternativa agli  indici di deprivazione sociale elaborati dall’Istat”.

“Non è giusto  - conclude - che a tutti gli Atenei pugliesi  si assegnino 11,28 Punti organico mentre Bologna da sola ne ottenga circa 40, o che tutte le Università meridionali ne ricevano al massimo 70, cioè quanti quelli di Bologna e Milano messe insieme. Si modifichi dunque quel DM per correggere gli effetti distorsivi e la sperequazione che produce a totale ed esclusivo svantaggio delle Università della nostra terra e per riaffermare i principi costituzionali di eguaglianza, di autonomia universitaria e di sussidiarietà affinché tutti, al Nord come al Sud, possano godere degli stessi diritti alla conoscenza”.

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