dal nostro inviato, Michele Tedesco. TORINO. Sono scesi in strada in 5000 ieri per esprimere lo sdegno e la rabbia. Hanno manifestato in maniera più o meno pacifica e si sono lasciati con una sola promessa: “Domani torneremo a protestare!”. Dopo una giornata che ha visto trasformarsi le regali vie del centro di Torino in un campo di battaglia, in cui si è assistito a molteplici scontri con sassaiole, lanci di petardi e lacrimogeni, la città si risveglia nuovamente col dubbio di quanto e cosa possa ancora accadere. I danni di ieri sono stati ingenti: numerosi feriti tra cui un vicequestore aggiunto della Polizia, 9 agenti e 5 carabinieri, vetrine di negozi e auto danneggiate, servizi ferroviari urbani e extraurbani completamente paralizzati. Un giovane di Avigliana (TO) è stato arrestato con l’accusa di violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale e danneggiamento aggravato. 50 contestatori sono stati fermati all’ ingresso dell’ Ufficio delle Entrate di Corso Bolzano, mentre tentavano di danneggiarne le vetrate. Assai dibattuta è stata la questione dei “Caschi della Polizia”: i responsabili del Coordinamento 9 dicembre hanno letto nell’atto di “togliere il casco” da parte dei militari assembrati nei cordoni un gesto di solidarietà nei confronti di chi era dall’altra parte della barricata, a cui sono seguiti applausi scroscianti. Secca è stata la smentita della Questura di Torino, che in una nota ha tenuto a precisare: «Durante le manifestazioni di oggi, si sono tolti il casco, non lo hanno fatto in segno di solidarietà ma per il venir meno dello stato di tensione e delle esigenze di ordine pubblico». Dopo l’apparente ritorno alla normalità di ieri sera, durante il quale sono stati rimossi i blocchi del Rondò della Forca e in Corso Regina e gli svincoli della tangenziale per Orbassano e Sito, Torino si risveglia già con i primi disagi: a quanto comunicato dal Gruppo Torinese dei Trasporti, la linea tramviaria n.4 risulta essere già bloccata.