LECCE - Riceviamo e pubblichiamo la lettera del sindaco Paolo Perrone inviata al governatore pugliese Nichi Vendola sulla 'questione ecotassa'.
Caro Presidente,
ti chiedo, come sindaco e come pugliese, di rivedere la tua decisione sulla “questione ecotassa”.
La necessità di rinviare ancora di un anno la norma che prevede il suo inasprimento è dettata da ragioni di buon senso e soprattutto dalla volontà di difendere i cittadini, non certamente i comuni inefficienti.
Tu sei consapevole del pesante ritardo con cui la Regione, solo nel novembre scorso e dopo anni di inerzia, ha approvato il Piano dei Rifiuti.
Questo comporta che, nella stragrande maggioranza delle province pugliesi, la filiera dello smaltimento dei rifiuti è assolutamente incompleta, stante la mancanza di impianti per il trattamento dell'umido e per il trattamento del cdr.
Per la chiusura completa del ciclo, infatti, è necessario che vengano utilizzati, in aggiunta a quelli già stanziati, i fondi previsti dalla prossima programmazione.
Un grave paradosso, inoltre, le cui conseguenze vengono scaricate direttamente sui cittadini, deriva proprio dai contratti sottoscritti da te, in qualità di commissario per l'emergenza dei rifiuti, con i gestori degli impianti di smaltimento. Questi, nel rispetto degli accordi sulle tariffe (commisurate sulla quantità prevista di rifiuto conferito agli impianti), infatti, chiedono oggi ai comuni il rimborso per il mancato guadagno dovuto a conferimenti minori rispetto alle previsioni determinati dall'attività di raccolta differenziata. Ci sono già sentenze di Tribunali Amministrativi in questa direzione.
Esistono, poi, situazioni particolari nelle quali la raccolta differenziata non si è potuta avviare per ragioni indipendenti dalla volontà dei comuni.
È il caso di Lecce che ha affidato il servizio di raccolta differenziata nel settembre del 2012 e soltanto qualche giorno fa il Consiglio di Stato si è pronunciato definitivamente sui ricorsi.
Per tutte queste ragioni, ti chiedo di soprassedere alla tua decisione, sospendendo per un altro anno l'entrata in vigore della norma, non certamente per difendere i comuni "inadempienti", ma perché l'onere di questa imposta sarebbe a totale carico dei pugliesi.
La bontà della mia proposta è confermata anche dalla posizione pressoché unitaria dei sindaci pugliesi all'interno dell'Anci, che vede concordi anche coloro che avendo raggiunto il limite di differenziata previsto dalla legge ne avrebbero un vantaggio economico.
Insomma, caro Presidente, ti invito a riflettere su queste ragioni. Oggi il nuovo calcolo dell'ecotassa porta, di fatto, a caricare i pugliesi di un altro balzello, il "colpo di grazia" in un momento di forte crisi economica come quello che stiamo attraversando, rischio che, al di là del dibattito sulle "responsabilità" che imperversa sui mezzi di comunicazione, chiunque presieda postazioni di governo, ha oggi l'obbligo di scongiurare.
Cordialmente
Paolo Perrone
Sindaco di Lecce
Caro Presidente,
ti chiedo, come sindaco e come pugliese, di rivedere la tua decisione sulla “questione ecotassa”.
La necessità di rinviare ancora di un anno la norma che prevede il suo inasprimento è dettata da ragioni di buon senso e soprattutto dalla volontà di difendere i cittadini, non certamente i comuni inefficienti.
Tu sei consapevole del pesante ritardo con cui la Regione, solo nel novembre scorso e dopo anni di inerzia, ha approvato il Piano dei Rifiuti.
Questo comporta che, nella stragrande maggioranza delle province pugliesi, la filiera dello smaltimento dei rifiuti è assolutamente incompleta, stante la mancanza di impianti per il trattamento dell'umido e per il trattamento del cdr.
Per la chiusura completa del ciclo, infatti, è necessario che vengano utilizzati, in aggiunta a quelli già stanziati, i fondi previsti dalla prossima programmazione.
Un grave paradosso, inoltre, le cui conseguenze vengono scaricate direttamente sui cittadini, deriva proprio dai contratti sottoscritti da te, in qualità di commissario per l'emergenza dei rifiuti, con i gestori degli impianti di smaltimento. Questi, nel rispetto degli accordi sulle tariffe (commisurate sulla quantità prevista di rifiuto conferito agli impianti), infatti, chiedono oggi ai comuni il rimborso per il mancato guadagno dovuto a conferimenti minori rispetto alle previsioni determinati dall'attività di raccolta differenziata. Ci sono già sentenze di Tribunali Amministrativi in questa direzione.
Esistono, poi, situazioni particolari nelle quali la raccolta differenziata non si è potuta avviare per ragioni indipendenti dalla volontà dei comuni.
È il caso di Lecce che ha affidato il servizio di raccolta differenziata nel settembre del 2012 e soltanto qualche giorno fa il Consiglio di Stato si è pronunciato definitivamente sui ricorsi.
Per tutte queste ragioni, ti chiedo di soprassedere alla tua decisione, sospendendo per un altro anno l'entrata in vigore della norma, non certamente per difendere i comuni "inadempienti", ma perché l'onere di questa imposta sarebbe a totale carico dei pugliesi.
La bontà della mia proposta è confermata anche dalla posizione pressoché unitaria dei sindaci pugliesi all'interno dell'Anci, che vede concordi anche coloro che avendo raggiunto il limite di differenziata previsto dalla legge ne avrebbero un vantaggio economico.
Insomma, caro Presidente, ti invito a riflettere su queste ragioni. Oggi il nuovo calcolo dell'ecotassa porta, di fatto, a caricare i pugliesi di un altro balzello, il "colpo di grazia" in un momento di forte crisi economica come quello che stiamo attraversando, rischio che, al di là del dibattito sulle "responsabilità" che imperversa sui mezzi di comunicazione, chiunque presieda postazioni di governo, ha oggi l'obbligo di scongiurare.
Cordialmente
Paolo Perrone
Sindaco di Lecce