Fiore e l'emancipazione femminile: Introna inaugura a Roma la mostra CNR

FOGGIA - Una mostra da rendere itinerante, a cominciare dalla Puglia, con due destinazioni naturali: Bari e Altamura. È la proposta che il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, ha rivolto agli organizzatori della mostra “Donne tra analfabetismo ed emancipazione. Dalle carte di Tommaso Fiore”, inaugurata a Roma, nella Biblioteca del CNR.

“Un contributo storico e documentario così importante merita di essere messo a disposizione del Paese e la nostra regione si propone già con due localizzazioni legate direttamente alla vita del grande intellettuale altamurano: il capoluogo, dove Fiore ha fissato la residenza familiare fin dagli anni Venti e la sua città d’origine”, ha detto il presidente pugliese, che intervenendo alla ‘vernice’ romana ha ringraziato il Consiglio nazionale delle Ricerche per l’iniziativa e in particolare la responsabile della Biblioteca IAC di Bari, Rosa Capozzi.

Nel corso della cerimonia, sono stati messi in luce l’impegno socialista per l’emancipazione femminile nel Mezzogiorno e in Puglia, il contributo delle donne contro lo sfruttamento del lavoro e il ruolo di alcuni nitidi protagonisti di battaglie civili e politiche accanto a Fiore”, indicati da Introna in Di Vagno, Di Vittorio, Salvemini. “Tutti gioielli della cultura regionale, quindi patrimonio collettivo della nostra comunità”. E alcuni di loro ‘giganti’ del socialismo meridionale e nazionale.
In diciotto pannelli rivivono i contatti epistolari e culturali, alimentati per oltre mezzo secolo, dagli anni Venti ai primi Settanta, tra il meridionalista e saggista pugliese e numerose protagoniste della vita sociale, intellettuale e politica. Ada Gobetti e Carla Voltolina Pertini, Maria Antonietta Macciocchi e Maria Brandon Albini, Anna Maria Ortese, Sibilla Aleramo, Anna de Lauro Matera, Palma Buccarelli, Adele Bei, Maria Corti, Rina Durante.

Sulla base della documentazione raccolta dal CNR, ricorrono temi legati alla figura di Tommaso Fiore, alle sue opere, alle stagioni politiche e fasi storiche: la Grande Guerra – che lo vide prima al fronte poi prigioniero in Germania – la leadership degli ex combattenti nel dopoguerra, l’adesione ai moti contadini e operai, l’avversione al regime fascista, il confino. Dopo la seconda guerra mondiale – segnata dalla morte del figlio Graziano, tra i 19 caduti nella strage di via Nicolò dell’Arca a Bari – e dopo l’impegno nel Comitato Nazionale di Liberazione, le battaglie per l’emancipazione femminile, a cominciare dal voto alle donne.

La mostra resterà aperta fino al 18 dicembre (Palazzo del CNR, in Piazzale Aldo Moro, nei pressi della Sapienza, dalle 9 alle 18).