Gioco d'azzardo: Idv si associa ad appello Mons.Cacucci

BARI - Un settore che non conosce crisi, che crea dipendenze patologiche e dove le infiltrazioni mafiose anche nella nostra regione proliferano.
E’ quando dichiara il segretario regionale dell’IDV Puglia, Massimo Colia, dopo l’appello lanciato da Mons. Cacucci che sul tema della lotta al gioco d’azzardo invita a fare presto.

Colia fa da eco al suo segretario nazionale, Ignazio Messina che proprio in una nota aveva apprezzato la richiesta avanzata dell’arcivescovo di Bari-Bitonto nei confronti della Regione Puglia che sull’argomento dovrebbe varare una legge apposita.
“E’ davvero assurdo che mentre i negozi chiudono o sono costretti a trasferirsi altrove, le sale gioco crescono – ha detto Messina - Così, mentre lo Stato sommerge di tasse i cittadini lascia campo libero al gioco d’azzardo, col quale però, incassa cifre rilevanti. Il fenomeno poi, include un drammatico risvolto sociale oltre che economico, depauperando le già scarse risorse delle famiglie italiane. Ancor più, intorno a questi ambienti è più facile che crescano situazioni ingestibili di illegalità attraverso un circuito vizioso che lucra alle spalle della società. Condividiamo pertanto l’appello dell’Arcivescovo di Bari ricordando che  Italia dei Valori sta percorrendo la stessa strada di contrasto al gioco d’azzardo attraverso una raccolta firme su tutto il territorio nazionale per una proposta di legge”.

Non esistono infatti secondo l’IDV cure palliative per sanare questa ferita e pertanto l’Italia dei Valori sul tema ha depositato in Cassazione, nel luglio scorso una proposta di legge d'iniziativa popolare contro il gioco d'azzardo che prevede il divieto assoluto di tutti i giochi nei quali ricorre il fine di lucro.

Non esiste un approccio differente di fronte a questa piaga sociale – sottolinea Massimo Colia – ecco perché ci associamo ben volentieri all’appello di Cacucci – dice Colia – e chiediamo che il prossimo 5 dicembre in  aula tutto il Consiglio regionale pugliese dia un segnale forte affinchè il fenomeno possa essere ricollocato nell’alveo di una normativa chiara che metta al bando l’illegalità e il malaffare.

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