di Vittorio Polito - La leggenda ricorda che San Francesco, che già nel 1217 abitava sulla cima del Monte Lacerone che sovrasta Greccio, scese più volte ad evangelizzare gli abitanti del castello. È in questo luogo che il Santo Poverello realizzò, con l’aiuto della popolazione, il primo presepe vivente con l’intento di ricreare la mistica atmosfera del Natale di Betlemme e vedere con i propri occhi dove nacque Gesù, il Re povero.
Con lo stesso spirito si è svolto davanti a un folto e attento pubblico, nelle strade del quartiere a ridosso della Parrocchia di San Marcello, retta da don Gianni De Robertis, il presepe vivente realizzato e curato da Michele Guerra e dal suo gruppo di giovanissimi. I figuranti e i narratori sono stati scelti tra i bambini che frequentano il catechismo e alcuni parrocchiani adulti.
Le scene dell'annunciazione, della visitazione, del viaggio di Giuseppe e Maria, dell'arrivo dei pastori e dei Magi sono state accompagnate da musiche suggestive e dalla lettura di brani della Scrittura e della tradizione. Bellissimi i costumi e la scenografia.
La scelta di coinvolgere il quartiere popolare, cuore del territorio di San Marcello, ha arricchito la rappresentazione di un significato ancora più profondo, rendendo più viva e visibile la presenza di un Dio che nasce ancora oggi in quelle “periferie esistenziali” che papa Francesco spesso ricorda nelle sue omelie.
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