TARANTO - Nel 2013 le vendite dell'Ilva dovrebbero chiudersi con una riduzione di 2 milioni di tonnellate di acciaio rispetto al 2012.
+ Sconfitta Fiom, elezioni Rsu valide
La produzione cala a 6 milioni e 300mila tonnellate attuali. Lo si evince dalla prima relazione del commissario straordinario, Enrico Bondi, e pubblicata sul sito internet dell'azienda.
Le vendite di quest'anno sono costituete da 2 milioni e 188mila dall'1 gennaio al 31 maggio, 2 milioni e 246mila dall'1 giugno al 30 settembre e un milione e 900mila dal 30 settembre al 31 dicembre (ma l'ultimo trimestre e' calcolato sulla base di stime mentre i dati precedenti sono a consuntivo). La relazione di Bondi e' stata pubblicata sul sito dell'Ilva.
Nel 2013 - precisa ancora Bondi nella sua relazione - i ricavi dell'Ilva dovrebbero attestarsi a 3.650 milioni di euro, di cui 1.340 riferiti al periodo 1 gennaio-31 maggio e 1.255 milioni dall'1 giugno al 30 settembre. Attivita' produttiva, vendite e fatturato, afferma il commissario, hanno risentito molto di fattori esterni come gli sviluppi dell'inchiesta della magistratura di Taranto, interni come i problemi verificatisi ad alcuni impianti e oggi in via di superamento, ma anche della crisi dell'acciaio (permane a livello internazionale, evidenzia Bondi, "un contesto di congiuntura sfavorevole"). Il commissario Bondi annota invece miglioramenti per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro. L'indice degli infortuni indennizzati Ilva e' infatti inferiore a quello di settore (Federacciai): media 32,7 contro 35,35. L'indice di gravita' e' invece allineato: 1,07 media Ilva, 1,00 media Federacciai.
"Obiettivo primario della gestione commissariale - scrive Bondi - resta quello di potenziare la politica di prevenzione e di migliorare ulteriormente gli indici chiave di riferimento".
"Cali nel fatturato e ritardi nelle consegne con evidenti riflessi sulla reputazione della societa' sui mercati": ecco cosa ha determinato per l'Ilva, nella prima parte del 2013, il sequestro di un milione e 900 mila tonnellate tra semilavorati e prodotti finiti deciso dal gip di Taranto, Patrizia Todisco, a fine novembre 2012 nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria. Il sequestro fu ordinato dal magistrato in quanto la produzione realizzata dall'Ilva nel periodo fine luglio-fine novembre 2012 fu considerata illecita essendo gli impianti dell'area a caldo sequestrati senza facolta' d'uso (sequestro disposto a fine luglio 2012 per grave inquinamento).
E se e' vero che poi sulla continuita' produttiva dell'azienda e sulla commercializzazione dei prodotti realizzati nel periodo antecedente e' intervenuta una legge, la 231 del 2012, e' anche vero, si osserva, che semilavorati e prodotti finiti sono rimasti bloccati sino a metá maggio di quest'anno quando e' stata depositata la sentenza della Consulta che ha respinto i ricorsi di incostituzionalitá sollevati dai magistrati di Taranto e giudicato costituzionale la stessa legge 231. Analoga difficoltá, con riflessi per l'azienda, Bondi segnala anche a causa del blocco scattato sulle societá controllate dall'Ilva e ordinato dallo stesso gip a settembre scorso nell'ambito del sequestro preventivo per equivalente per 8,1 miliardi su tutti i beni del gruppo Riva. Le controllate dell'Ilva, scrive ancora Bondi nella sua relazione, hanno in seguito ottenuto "la facolta' d'uso dei cespiti colpiti dal sequestr ma si sono egualmente verificati "significativi ritardi a tutti i livelli del ciclo produttivo e di vendita, con effetti pregiudizievoli sia sulle societa' interessate, sia sulla stessa Ilva in quanto essa stessa acquirente di beni e servizi forniti da tali societa'".
Tutti gli effetti dell'ultimo sequestro, puntualizza Bondi, "saranno precisamente misurabili al termine del trimestre 1 ottobre-31 dicembre" e intanto il 20 dicembre, in Corte di Cassazione, c'e' il ricorso contro il sequestro delle controllate, impugnato "per molteplici profili di illegittimitá".
L'Ilva conta di chiudere il 2013 con investimenti pari a 160 milioni, di cui 100 per attuare le prescrizioni dell'Autorizzazione integrata ambientale. L'iniziale previsione di investimento era di 230 milioni ma stata poi ridimensionata a causa soprattutto, evidenzia Bondi, dei "lunghi tempi" degli iter autorizzativi. A tal proposito Bondi indica la questione dei parchi minerali secondari: progetto approvato il 5 maggio, ordine assegnato il 25 maggio, richiesta di autorizzazione a costruire presentata al Comune di Taranto il 17 luglio e non ancora rilasciata. A fine novembre, comunque, il totale degli ordini emessi riferiti all'Aia ammontava a 457 milioni di cui 301 dall'1 giugno del 2013. Bondi poi segnala che nei primi dieci mesi del 2013 la posizione finanziaria dell'Ilva, che misura il suo livello di indebitamento, e' rimasta sostanzialmente stabile," sostanzialmente inalterata". Bondi prevede inoltre che anche negli ultimi due mesi dell'anno l'indebitamento non peggiorera'. Cio' che da gennaio a ottobre 2013 ha permesso all'Ilva di non far aumentare i debiti e' stata la "politica di graduale destoccaggio dei prodotti finiti", parte dei quali e' stata poi svincolata grazie anche al dissequestro scattato a metá maggio.
+ Sconfitta Fiom, elezioni Rsu valide
La produzione cala a 6 milioni e 300mila tonnellate attuali. Lo si evince dalla prima relazione del commissario straordinario, Enrico Bondi, e pubblicata sul sito internet dell'azienda.
Le vendite di quest'anno sono costituete da 2 milioni e 188mila dall'1 gennaio al 31 maggio, 2 milioni e 246mila dall'1 giugno al 30 settembre e un milione e 900mila dal 30 settembre al 31 dicembre (ma l'ultimo trimestre e' calcolato sulla base di stime mentre i dati precedenti sono a consuntivo). La relazione di Bondi e' stata pubblicata sul sito dell'Ilva.
Nel 2013 - precisa ancora Bondi nella sua relazione - i ricavi dell'Ilva dovrebbero attestarsi a 3.650 milioni di euro, di cui 1.340 riferiti al periodo 1 gennaio-31 maggio e 1.255 milioni dall'1 giugno al 30 settembre. Attivita' produttiva, vendite e fatturato, afferma il commissario, hanno risentito molto di fattori esterni come gli sviluppi dell'inchiesta della magistratura di Taranto, interni come i problemi verificatisi ad alcuni impianti e oggi in via di superamento, ma anche della crisi dell'acciaio (permane a livello internazionale, evidenzia Bondi, "un contesto di congiuntura sfavorevole"). Il commissario Bondi annota invece miglioramenti per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro. L'indice degli infortuni indennizzati Ilva e' infatti inferiore a quello di settore (Federacciai): media 32,7 contro 35,35. L'indice di gravita' e' invece allineato: 1,07 media Ilva, 1,00 media Federacciai.
"Obiettivo primario della gestione commissariale - scrive Bondi - resta quello di potenziare la politica di prevenzione e di migliorare ulteriormente gli indici chiave di riferimento".
"Cali nel fatturato e ritardi nelle consegne con evidenti riflessi sulla reputazione della societa' sui mercati": ecco cosa ha determinato per l'Ilva, nella prima parte del 2013, il sequestro di un milione e 900 mila tonnellate tra semilavorati e prodotti finiti deciso dal gip di Taranto, Patrizia Todisco, a fine novembre 2012 nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria. Il sequestro fu ordinato dal magistrato in quanto la produzione realizzata dall'Ilva nel periodo fine luglio-fine novembre 2012 fu considerata illecita essendo gli impianti dell'area a caldo sequestrati senza facolta' d'uso (sequestro disposto a fine luglio 2012 per grave inquinamento).
E se e' vero che poi sulla continuita' produttiva dell'azienda e sulla commercializzazione dei prodotti realizzati nel periodo antecedente e' intervenuta una legge, la 231 del 2012, e' anche vero, si osserva, che semilavorati e prodotti finiti sono rimasti bloccati sino a metá maggio di quest'anno quando e' stata depositata la sentenza della Consulta che ha respinto i ricorsi di incostituzionalitá sollevati dai magistrati di Taranto e giudicato costituzionale la stessa legge 231. Analoga difficoltá, con riflessi per l'azienda, Bondi segnala anche a causa del blocco scattato sulle societá controllate dall'Ilva e ordinato dallo stesso gip a settembre scorso nell'ambito del sequestro preventivo per equivalente per 8,1 miliardi su tutti i beni del gruppo Riva. Le controllate dell'Ilva, scrive ancora Bondi nella sua relazione, hanno in seguito ottenuto "la facolta' d'uso dei cespiti colpiti dal sequestr ma si sono egualmente verificati "significativi ritardi a tutti i livelli del ciclo produttivo e di vendita, con effetti pregiudizievoli sia sulle societa' interessate, sia sulla stessa Ilva in quanto essa stessa acquirente di beni e servizi forniti da tali societa'".
Tutti gli effetti dell'ultimo sequestro, puntualizza Bondi, "saranno precisamente misurabili al termine del trimestre 1 ottobre-31 dicembre" e intanto il 20 dicembre, in Corte di Cassazione, c'e' il ricorso contro il sequestro delle controllate, impugnato "per molteplici profili di illegittimitá".
L'Ilva conta di chiudere il 2013 con investimenti pari a 160 milioni, di cui 100 per attuare le prescrizioni dell'Autorizzazione integrata ambientale. L'iniziale previsione di investimento era di 230 milioni ma stata poi ridimensionata a causa soprattutto, evidenzia Bondi, dei "lunghi tempi" degli iter autorizzativi. A tal proposito Bondi indica la questione dei parchi minerali secondari: progetto approvato il 5 maggio, ordine assegnato il 25 maggio, richiesta di autorizzazione a costruire presentata al Comune di Taranto il 17 luglio e non ancora rilasciata. A fine novembre, comunque, il totale degli ordini emessi riferiti all'Aia ammontava a 457 milioni di cui 301 dall'1 giugno del 2013. Bondi poi segnala che nei primi dieci mesi del 2013 la posizione finanziaria dell'Ilva, che misura il suo livello di indebitamento, e' rimasta sostanzialmente stabile," sostanzialmente inalterata". Bondi prevede inoltre che anche negli ultimi due mesi dell'anno l'indebitamento non peggiorera'. Cio' che da gennaio a ottobre 2013 ha permesso all'Ilva di non far aumentare i debiti e' stata la "politica di graduale destoccaggio dei prodotti finiti", parte dei quali e' stata poi svincolata grazie anche al dissequestro scattato a metá maggio.