TARANTO - "Avevamo ragione, oggi gli oltre 11.000 lavoratori dell'Ilva hanno la possibilita' di scegliere le proprie rappresentanze sindacali. A chi in questi giorni ha chiesto, inneggiando alla democrazia, il rinvio delle elezioni, la risposta e' stata una buona affluenza ai seggi dei lavoratori Ilva che evidentemente come abbiamo sempre sostenuto hanno voglia di impegnarsi per il risanamento ambientale, la sicurezza sui posti di lavoro e le garanzie occupazionali". Lo afferma il rappresentante legale provinciale dell'Unione sindacale di Base di Taranto, Francesco Rizzo, a proposito dei risultati delle elezioni delle Rsu all'Ilva che vedono il sindacato autonomo all'esordio raggiungere il 20% dei voti.
L'Usb Lavoro Privato, precisa che "l'attuale Rsu, eletta a maggio 2010, e' scaduta da tempo e non puo' essere tollerato un ulteriore rinvio; dal 2012 il panorama sindacale all'interno dello Stabilimento si e' profondamente modificato con la presenza ed il consolidamento di altre organizzazioni sindacali, a cominciare da Usb". Per l'Unione sindacale di Base c'e' "la necessita' improcrastinabile di ridare la parola ai lavoratori che hanno il sacrosanto diritto ad eleggere nuovamente i propri rappresentanti sindacali nello stabilimento, visto che l'azienda sta attraversando una situazione estremamente difficile a causa non solo delle vicende giudiziarie ma anche di una dirigenza responsabile di quanto accaduto ed oggi assolutamente inadeguata; non a caso, come Usb sin dalla scadenza naturale a maggio 2013 abbiamo attivato le procedure per il rinnovo della Rsu, riscontrando la contrarieta' delle altre organizzazioni".
Rizzo ribadisce che la Usb "da sempre si e' opposta ad accordi e meccanismi elettorali che prevedono la riserva di 1/3 dei seggi alle organizzazioni sindacali sottoscrittrici dei contratti nazionali e dei quali, tuttavia, tutte le sigle confederali hanno goduto per circa 20 anni. Cio' detto, riteniamo comunque che non ci si puo' trincerare dietro aspetti tecnico-procedurali per rimandare 'sine die' un momento importante di partecipazione diretta dei lavoratori. Pertanto, prendendo spunto proprio dalle affermazioni della Fiom a sostegno delle proprie tesi - afferma - chiediamo a Fim e Uilm di formalizzare la propria rinuncia alla riserva della citata quota del 33% e conseguentemente alla Fiom di ritirare il ricorso presentato, in modo da sgombrare il campo da qualsiasi 'sospetto impedimento'. Sarebbe questo un concreto ed inequivocabile segnale di disponibilita' - conclude rizzo - sicuramente apprezzato dai lavoratori".
L'Usb Lavoro Privato, precisa che "l'attuale Rsu, eletta a maggio 2010, e' scaduta da tempo e non puo' essere tollerato un ulteriore rinvio; dal 2012 il panorama sindacale all'interno dello Stabilimento si e' profondamente modificato con la presenza ed il consolidamento di altre organizzazioni sindacali, a cominciare da Usb". Per l'Unione sindacale di Base c'e' "la necessita' improcrastinabile di ridare la parola ai lavoratori che hanno il sacrosanto diritto ad eleggere nuovamente i propri rappresentanti sindacali nello stabilimento, visto che l'azienda sta attraversando una situazione estremamente difficile a causa non solo delle vicende giudiziarie ma anche di una dirigenza responsabile di quanto accaduto ed oggi assolutamente inadeguata; non a caso, come Usb sin dalla scadenza naturale a maggio 2013 abbiamo attivato le procedure per il rinnovo della Rsu, riscontrando la contrarieta' delle altre organizzazioni".
Rizzo ribadisce che la Usb "da sempre si e' opposta ad accordi e meccanismi elettorali che prevedono la riserva di 1/3 dei seggi alle organizzazioni sindacali sottoscrittrici dei contratti nazionali e dei quali, tuttavia, tutte le sigle confederali hanno goduto per circa 20 anni. Cio' detto, riteniamo comunque che non ci si puo' trincerare dietro aspetti tecnico-procedurali per rimandare 'sine die' un momento importante di partecipazione diretta dei lavoratori. Pertanto, prendendo spunto proprio dalle affermazioni della Fiom a sostegno delle proprie tesi - afferma - chiediamo a Fim e Uilm di formalizzare la propria rinuncia alla riserva della citata quota del 33% e conseguentemente alla Fiom di ritirare il ricorso presentato, in modo da sgombrare il campo da qualsiasi 'sospetto impedimento'. Sarebbe questo un concreto ed inequivocabile segnale di disponibilita' - conclude rizzo - sicuramente apprezzato dai lavoratori".