di Luca Losito - Sofferenza, carattere, orgoglio e coraggio. C'è tutto lo spirito del Milan formato Europa nei 90' che valgono gli ottavi di finale, i rossoneri si aggiudicano la targhetta di “survivor” e restano l'unico barlume tricolore tra le 16 big che si contenderanno la Champions sino all'ultimo atto. Una vera mazzata per il calcio italiano, che annaspa tragicamente nell'era moderna.
Chiamati a confermare una dote innata, i rossoneri devono fare i conti con un avvio disgraziato. Dopo la punizione di Balotelli parata da Cillessen, il Diavolo non tira più. Anzi fa i conti, nell'ordine, con una conclusione di Fischer respinta magistralmente da Bonera, col palo di Poulsen e con un colpo di testa di Klaassen respinto in angolo da sant'Abbiati. Al 21' la storia si complica fino a diventare dramma, quando Montolivo interviene duramente sulla caviglia di Poulsen (per di più a palla lontana) e il signor Webb, dopo le necessarie consultazioni, espelle il capitano. Si mette male, perché la squadra di Allegri, già appannata in costruzione prima dell'inferiorità numerica, si consegna al palleggio insistito dell'Ajax. I lancieri fanno densità nella metà campo avversaria, ma il Milan mostra un'ottima tenuta. Il risultato è che il Diavolo non corre alcun rischio, se non fosse per qualche cross teso che De Sciglio alleggerisce in angolo. Ma il vero problema del Milan è ripartire: la squadra rimane ingabbiata negli ultimi quaranta metri e nemmeno Kakà riesce a sgommare. Balotelli capisce l'andazzo e dà una mano fondamentale in retrovia, mentre i sessantamila di San Siro puntano Poulsen e lo bersagliano di fischi.
Il primo tempo scorre tranquillo e anche l'avvio di ripresa. Solo al 13' l'Ajax riesce a penetrare velocemente negli ultimi sedici metri e Klaassen continua il duello personale con Abbiati, bravo ad opporsi coi piedi. Allegri, che dopo l'espulsione di Monto aveva tolto El Shaarawy per buttare nella mischia Poli, torna a operare al 25', quando il Milan rischia seriamente di andare in apnea. L'ingresso di Mexes per Kakà, utile e scontato, suona come un segnale di netta difficoltà che l'Ajax prova a recepire: dentro anche Sighortsson, decisivo nella gara d'andata ma reduce da un infortunio. Al 29' Fischer, dopo l'ennesima azione convulsa, deposita di un soffio a lato. Il Milan resiste: Bonera e Zapata sono impeccabili, De Jong respinge tutto quello che gli capita a tiro e anche Balotelli fa un lavoro super, procacciandosi qualche fallo dal peso specifico notevole. Sul fischio finale l'ultimo sussulto di Klaassen: fuori anche questo. Il Milan si salva con una prestazione tutto cuore e si pregia ancora una volta di rappresentare l'Italia fra le migliori sedici d'Europa.
Un traguardo che restituisce un po' di onore alla stagione rossonera, anche se il dato preoccupante è che l'unica sopravvissuta sia una squadra che attraversa comunque un momento disgraziato della propria storia. Indice di come, anche le realtà che in Italia vadano per la maggiore, siano distanti anni luce dall'elite del calcio. Questo non va bene, di questo passo, se oggi abbiamo 3 squadre in Champions, domani potrebbero ridursi ancora e ancora.
Chiamati a confermare una dote innata, i rossoneri devono fare i conti con un avvio disgraziato. Dopo la punizione di Balotelli parata da Cillessen, il Diavolo non tira più. Anzi fa i conti, nell'ordine, con una conclusione di Fischer respinta magistralmente da Bonera, col palo di Poulsen e con un colpo di testa di Klaassen respinto in angolo da sant'Abbiati. Al 21' la storia si complica fino a diventare dramma, quando Montolivo interviene duramente sulla caviglia di Poulsen (per di più a palla lontana) e il signor Webb, dopo le necessarie consultazioni, espelle il capitano. Si mette male, perché la squadra di Allegri, già appannata in costruzione prima dell'inferiorità numerica, si consegna al palleggio insistito dell'Ajax. I lancieri fanno densità nella metà campo avversaria, ma il Milan mostra un'ottima tenuta. Il risultato è che il Diavolo non corre alcun rischio, se non fosse per qualche cross teso che De Sciglio alleggerisce in angolo. Ma il vero problema del Milan è ripartire: la squadra rimane ingabbiata negli ultimi quaranta metri e nemmeno Kakà riesce a sgommare. Balotelli capisce l'andazzo e dà una mano fondamentale in retrovia, mentre i sessantamila di San Siro puntano Poulsen e lo bersagliano di fischi.
Il primo tempo scorre tranquillo e anche l'avvio di ripresa. Solo al 13' l'Ajax riesce a penetrare velocemente negli ultimi sedici metri e Klaassen continua il duello personale con Abbiati, bravo ad opporsi coi piedi. Allegri, che dopo l'espulsione di Monto aveva tolto El Shaarawy per buttare nella mischia Poli, torna a operare al 25', quando il Milan rischia seriamente di andare in apnea. L'ingresso di Mexes per Kakà, utile e scontato, suona come un segnale di netta difficoltà che l'Ajax prova a recepire: dentro anche Sighortsson, decisivo nella gara d'andata ma reduce da un infortunio. Al 29' Fischer, dopo l'ennesima azione convulsa, deposita di un soffio a lato. Il Milan resiste: Bonera e Zapata sono impeccabili, De Jong respinge tutto quello che gli capita a tiro e anche Balotelli fa un lavoro super, procacciandosi qualche fallo dal peso specifico notevole. Sul fischio finale l'ultimo sussulto di Klaassen: fuori anche questo. Il Milan si salva con una prestazione tutto cuore e si pregia ancora una volta di rappresentare l'Italia fra le migliori sedici d'Europa.
Un traguardo che restituisce un po' di onore alla stagione rossonera, anche se il dato preoccupante è che l'unica sopravvissuta sia una squadra che attraversa comunque un momento disgraziato della propria storia. Indice di come, anche le realtà che in Italia vadano per la maggiore, siano distanti anni luce dall'elite del calcio. Questo non va bene, di questo passo, se oggi abbiamo 3 squadre in Champions, domani potrebbero ridursi ancora e ancora.
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