Primarie Pd, scintille finali tra candidati. "Non è tutto deciso"

ROMA - "Non è vero che per le primarie di domani è tutto già deciso, tutto già scritto: lo dicono per tenervi lontano dai seggi e per dire che la politica non serve a niente". E' il messaggio che Matteo Renzi, candidato alla segreteria del Partito democratico, ha rivolto agli elettori di Reggio Emilia, nell'ultima giornata di campagna per le primarie.

CUPERLO, DOMANI 2 MLN DI PERSONE AL VOTO - "Domani sarà una bellissima giornata, verranno tantissime persone, voteranno, io penso, più di due milioni di persone". Lo riferisce, alla vigilia del voto per le primarie del Pd, il candidato segretario, Gianni Cuperlo, in centro a Bologna.

Sull'affluenza ai gazebo, scommette Cuperlo, "Ci saranno grandi sorprese. Sono fiducioso".

E' ormai alle battute finali la corsa per le primarie del Partito Democratico. Sono due milioni gli elettori attesi domani nei seggi per scegliere chi sarà il nuovo segretario del partito tra Matteo Renzi, Gianni Cuperlo e Pippo Civati. Ecco le ultime dichiarazioni dei protagonisti, compreso Romano Prodi che, a sorpresa, ieri ha detto che andra' a votare.

''Se non c'è un Pd forte, si rischia lo sfascio della democrazia nel Paese''. Così l'ex premier Romano Prodi in un'intervista al Mattino, dopo avere deciso di andare a votare alle primarie del Pd che, spiega, a seguito della pronuncia della Consulta ''assumono un valore nuovo''. Prodi sottolinea: ''Sono stato obbligato a ripensare decisioni precedentemente prese prima della recente sentenza della Corte costituzionale'', con la cancellazione della legge elettorale ''è necessario difendere a ogni costo il bipolarismo''. E ribadisce: ''In questa situazione così drammatica mi farebbe effetto non mettermi in coda con tanti altri cittadini desiderosi di cambiamenti, cioè non partecipare ad una competizione per rimettere in moto partecipazione politica, senso di comunità di idee, spingere soprattutto i giovani all'impegno politico''. L'ex presidente del Consiglio commenta anche la scomparsa di Mandela, a riguardo osserva: ''Il metodo Mandela dimostra che si può aspirare alla riconciliazione nazionale anche dopo gli scontri più violenti. Si può e si deve mediare, cercare sempre il dialogo senza nascondere i problemi e le divisioni, ma tentando di vedere sempre le cose che uniscono rispetto a quelle che separano''. Alla domanda se ciò vale anche per per l'Italia e per il Pd, risponde: ''Sì, vale anche per noi, per tutti''.

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